Cap.57

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《Come scusa? Parti domani e me lo dici adesso?!》urlai seccata. Diego sospirò, avvicinandosi a me e mettendo le sue mani sulle mie guance. Sentii i miei occhi riempirsi di lacrime, così mi misi a fissare il pavimento bianco e lucido della cucina. C'era una pianella sbeccata, segno di quando Mario aveva fatto cadere il frullatore mentre era fatto. Ce n'era un'altra come levigata, segno delle pantofole di Matteo, che puntualmente, la mattina strisciava dalla stanza al salotto, ancora troppo addormentato per camminare normalmente. Sollevai lo sguardo, portando alla mensola di legno, vecchia ormai di anni. Il vetro era mezzo rotto, opera di Mirko incazzato. L'aveva fatto quando avevo tredici anni ed ancora andavo a scuola. Ero stata sospesa per non aver portato gli ennesimi compiti e Mirko stava per perdermi. Ci era mancato davvero poco, infatti poi mi aveva aiutata tanto in quell'anno, si era messo a studiare con me.
《Mi dispiace piccola. Non so che dirti, l'avevamo messo in conto...》disse dispiaciuto Diego, facendomi risvegliare dal mio stato di trance.
《No che non l'avevamo messo in conto》sbottai incazzata, andando in salone a recuperare il telefono.
《Mi avevi detto che avrei potuto raggiungerti》mormorai distrutta. Mi baciò la fronte.
《Sì, potresti, ma come paghi il biglietto?》chiese.
《Cerco un altro lavoro》proposi, entrando in un sito di annunci di lavoro.
《Potresti venire a Napoli, non ci siamo mai stati. Prendi il treno, io vengo e ti porto a fare un giro per la città》propose, accarezzandomi i capelli mentre mi teneva stretta al suo petto.
《La data a Napoli è tra un mesetto》disse, lasciandomi dei baci tra i capelli che mi fecero rilassare.
《Aggiudicato?》sorrise. Annuii, mentre mi baciava.
Sono così corti perché ormai manca pochissimo alla fine...

Deja vu/IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora