Capitolo 8

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Arrivata a casa, avevo chiamato con urgenza Dinah dicendole che avevo bisogno di lei, in pochi minuti mi aveva raggiunta e riuscii a sentire il suono del campanello nonostante i singhiozzi che riempivano la casa. Alzandomi dalla sedia della cucina a passo veloce raggiunsi la porta aprendola e appena la ragazza polinesiana mi vide mi abbracciò con forza.

"Mila, ora sono qua. Non temere si sistemerà tutto."

Mi condusse al divano in mezzo alla sala per farmi sedere e tentare di calmarmi:

-Non sai neanche perché piango DJ.-

Mi sforzai in una fievole risata, non sarebbe stato facile spiegarle il motivo che mi aveva fatto scoppiare in lacrime e per di più non era neanche colpa di nessuno se ero così triste, mi ero messa in confusione da sola.

"Io sono qui per qualunque cosa Camila, ma dimmi che succede, mi stai facendo preoccupare..."

Non potevo trattenermi di più, feci un respiro profondo cercando di riempire i polmoni e poi lasciai uscire ciò che mi stava affliggendo.

-Dinah... mi sa che mi sto innamorando...-

Si fece più rilassata ma sapevo che non sarebbe durato per molto.

"E dov'è il problema allora?"

-Mi sto innamorando di Lauren Jauregui.-

Fermò la mano che stava accarezzando la mia schiena e come previsto la sentii irrigidirsi attorno a me.

"Quella Lauren Jauregui?"

Chiese con voce che mi parve tremante.

-Sì...-

Aspettai che si riprendesse e pochi minuti dopo la sua mano ricominciò ad accarezzarmi e mi strinse più a sé.

"Sicura che non è una semplice infatuazione?"

Pronunciò queste parole a bassa voce e lentamente quasi come se le fosse difficile riordinare i pensieri per comporre una frase o persino accettare questa rivelazione.

- I suoi occhi... sono come una trappola dell'anima, non riesco più a far a meno di quei profondi oceani. Ogni volta che i nostri sguardi s'incontrano, sento un calore crescere nel petto. La guardo penso sia una delle meraviglie del mondo con i suoi capelli scuri, la sua carnagione chiara e le sue soffici labbra. Quando invece lei non c'è, mi sento triste e vuota. È come se mi avessero tolto l'ossigeno, sono dipendente da lei come fosse droga, mi sento impotente e schiava delle attenzioni che mi dona.-

Senza neanche rendermene conto avevo dato voce ai pensieri più profondi, ai sentimenti che nutrivo per Lauren.

"È passato così poco tempo da quando la conosci..." 

-Lo so e sono terrorizzata, non voglio provare tutto questo.-

Portai le mani al viso per cercare di fermare le lacrime, ma loro uscivano senza ritegno e non davano segno di fermarsi.

Dinah mi passò la scatola di fazzoletti che avevo messo sul tavolino davanti al divano; ne presi uno ringraziandola e asciugai i miei occhi rossi e gonfi per il pianto e continuando ad accarezzarmi la mia migliore amica continuò il nostro discorso:

"Mila non puoi continuare a vederla: chiedi di essere sostituita."

-Non posso Dinah. Quando s'inizia un percorso con i propri pazienti cambiare psichiatra potrebbe essere destabilizzante, non me lo perdonerei mai. In più io mi sono presa questo impegno e voglio mantenerlo.-

La stanza ora era quieta, si era formato un silenzio sconcertante perché entrambe eravamo giunte alla stessa conclusione.

"Sai che cresceranno questi sentimenti?"

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