45. Al tribunale.

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"Oggi esamineremo il caso di Lauren Jauregui, vi prego di abbandonare pregiudizi e dicerie per una decisione più saggia. Contesteremo ogni crimine, ponendolo sotto giudizio e alla fine del processo, la sentenza potrà essere il rilascio definitivo della persona o condanna indefinita."

La stanza era piena di persone, chi stava seduto nelle panche e sussurrava, chi nella giuria cittadina borbottava e chi come Camila Cabello tremava dall'agitazione.
C'era chi voleva giustizia, alcuni parteggiavano per il suo rilascio altri volevano l'ergastolo, ma nessuno poteva decidere oltre al giudice di questa corte.

Lauren, affiancata dalla polizia, era stata condotta nella sua postazione, mentre testimoni, avvocato, difensori restavano all'attenti aspettando solo di iniziare.

Nella sala c'erano anche Ally e Dinah, i genitori di Camila (Sofi era stata affidata per il pomeriggio ai vicini del quartiere in cui abitavano), tutti avevano lo stesso timore, la stessa ansia: non conoscevano la verità, ma speravano fosse solo positiva e non danneggiasse la giovane psicologa.

Nel frattempo invece le due amanti si scambiavano, ora sguardi d'intesa, ora speranze sussurrate con piccoli gesti come sorrisi per rassicurarsi.
Conoscevano a memoria il copione, ci avevano lavorato tutti i giorni dalla mattina alla sera: sapevano le domande che potevano fare, le avevano immaginate e le risposte non lasciavano spazio a contraddizioni.

Erano pronte.

"Possiamo iniziare." La prima persona a parlare fu l'avvocato dell'accusa: si trattava di un uomo curato d'aspetto ma dallo sguardo di chi sarebbe capace di dare l'ergastolo a una bambina. Qui si poteva già comprendere come a volte quello che indossiamo all'esterno, le nostre maschere, difese, non sempre rappresentano la realtà.

"Signor Matthew, avvocato dell'accusa, proceda."

"Grazie signor Giudice." Si alzò dal banco e avanzò al centro della corte rivolgendo uno sguardo d'intesa con la detective Issartel che dopo giorni di recupero era riuscita a continuare l'investigazione e tra le sue vittime, l'odio serpeggiava e la rabbia si manifestava alla sua sola vista. Quella donna era la più folle, dopo aver commesso un omicidio, aveva mascherato le prove e senza sentirsi in colpa continuava per la sua strada con l'obiettivo di distruggere Lauren Jauregui.

"L'accusa ha portato prove e testimoni: vorrei iniziare direttamente dal filo conduttore, ricostruito con la collaborazione della polizia, che riguarda l'evasione dall'Arkham Asylum."

Prese un fascicolo dal banco e girò qualche pagina, aspettando quella giusta, e sorrise quando trovò il resoconto.

"È evidente che l'evasione è stata progettata da qualcuno che conosceva bene il punto e il momento giusto per l'esplosione: Lauren Jauregui all'interno dell'Arkham era l'unica a essere entrata ufficialmente per crimini minori riguardanti il caso dell'omicidio di Chris Jauregui. Il suo corpo non è stato trovato e la legittima difesa è stata contestata. La vittima e l'assaltatore erano la stessa persona, Jacob Issartel..." Camila spalancò gli occhi finalmente capendo l'intera questione. Keana voleva vendicarsi della donna dagli occhi verdi perché aveva ucciso suo fratello. Una cosa che non capiva invece era il motivo per cui non avevano ritrovato il corpo di Chris: questo, forse, nemmeno Lauren lo sapeva.

" ...Ma, tornando a noi, abbiamo ipotizzato il modo in cui questa criminale avrebbe fornito informazioni ai suoi collaboratori esterni, certo non si negano alleanze interne visto che lei non è l'unica fuggita dalla casa di cura mentale..." sorrise con sicurezza e portò la mano nella direzione dei testimoni: era il momento di parlare.

"Richiedo la presenza della dottoressa Camila Cabello nella seduta dei testimoni" prese un respiro profondo e senza guardare in faccia nessuno si avvicinò al banco, ma proprio mentre si sedeva, osò alzare lo sguardo per sfidare Keana Issartel.

Damaged LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora