Capitolo 42

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NOBODY POV

Dopo essersi calmata, Dinah voleva assolutamente vedere Camilla per parlare e capire se stesse bene: era stata colpita dal proiettile e aveva immagini sfuocate della situazione ma ricordava benissimo la frase della detective.

Era rimasta stupita, non riusciva a elaborare tutte le informazioni perché era impossibile per lei che Camilla le avesse mentito... ma capiva i suoi motivi. Almeno in parte, proprio per questo voleva confrontarsi con lei, capire cosa era successo in tutto questo tempo, dopo l'incendio e il suo incidente.

Come si era fatta quei lividi? Erano ferite orribili, se fosse stata Lauren Jauregui a provocarle? Dinah si chiedeva come avrebbe reagito, era arrabbiata ma non poteva attaccare qualcuno senza una motivazione.

Facendosi forza si alzò lentamente e appoggiando una mano sulla spalla di Ally spostò le gambe facendole dondolare dal bordo del lettino. Normani era andata recuperare alcune cose per lei, era ancora debole e sarebbe dovuto rimanere in quell'edificio ancora per un po'... e la cosa non le piaceva molto.

"Grazie Ally." L'amica annuì pensierosa mentre accompagnava la polinesiana verso la zona della stanza in cui riposava Camila. Non era d'accordo con il comportamento di quest'ultima, ma non la biasimava per quello che aveva fatto. Era difficile ragionare sotto pressione e Camila probabilmente aveva dovuto farlo per troppo tempo.

"Tranquilla DJ." Spostarono la tenda bianca e si bloccarono a osservare la scena: videro Lauren Jauregui, una criminale folle per quello che sapevano, accarezzare la loro amica. Come avreste reagito voi? Sia Ally che Dinah conoscevano parte della storia che coinvolgeva l'ex-paziente e la psicologa: la cubana aveva rivelato alla sua amica polinesiana del sentimento proibito che provava per Lauren e tempo dopo Ally aveva saputo degli eventi successi tra di loro. Ognuna aveva con sé un piccolo pezzo del puzzle ma non conoscevano la realtà della loro relazione: con quella scena potevano dire di sentirsi ancora più confuse.

Sembrava dolce, quella donna corvina, mentre accarezzava con delicatezza il volto di Camila: la fissava come se cercasse di imprimere nella sua mente l'immagine della ragazza dormiente e sembrava lo facesse con una timidezza nascosta e con un luccichio negli occhi.
Dinah non sapeva cosa pensare di tutto questo, si limitò a schiarire la voce e a fare un passo avanti per catturare l'attenzione della donna seduta accanto al lettino.

"Sta bene?" Ally si precipitò dalla sua cara amica afferrandole la mano e non incrociò lo sguardo con Lauren perché troppo timorosa di una sua reazione. Dinah, invece, si sedette sul lato opposto del letto, lontana dalla criminale e Ally.

"Keana voleva solo spaventarla, le ha provocato una lieve ferita sull'addome ma per il resto credo stia bene." Lauren disse queste parole e inconsciamente le accarezzò la zona ferita come per conforto, Dinah s'irrigidì e notandolo la corvina bloccò i suoi movimenti. Alzò gli occhi sulla polinesiana cercando una reazione che poteva farle capire a cosa stava pensando.

"Avrete delle domande." Lauren si alzò in piedi lasciando la sedia alla donna più bassa e cercando di sembrare tranquilla nonostante il nervosismo che provava.

"Sei stata tu?" Dinah parlò con decisione e la fissò negli occhi, ma le parole che aveva pronunciato erano uscite in un sussurro.
Prima di fare quella domanda aveva guardato le ferite sul collo della giovane addormentata e aveva trattenuto la rabbia a stento stringendo il manico di metallo del lettino.

"No... ma è come se l'avessi fatto io." La corvina aveva seguito lo sguardo della polinesiana e i sensi di colpa erano tornati a tormentarla. Camila non lo sapeva ma la notte dell'incidente la corvina si disperò e odiava sé stessa per non aver pensato a una possibile visita da parte della donna nel suo edificio lo stesso giorno in cui il piano doveva essere attuato.

"Che cosa vuol dire?"

"Quel giorno un gruppo criminale si era infiltrato nell'edificio e non sapevo che Camila fosse presente nel momento dell'attacco. Una donna che conoscevo e mi tormentava da qualche tempo ha scelto come suo obiettivo lei... e l'ha ridotta così."

"Molte donne ti tormentano, eh?" Le parole di Dinah erano pungenti e miravano a ferire la corvina.

"Dinah." Ally le riprese cercando la sua attenzione ma la bionda fissava con rabbia davanti a sé.

"No, ha ragione. Avrei dovuto proteggere Camila... da tutto e tutti. Ho sbagliato e cercherò di rimediare ai miei errori."

"Non ci credo..." La polinesiana abbassò il capo portandosi una mano alla fronte sentendo il mal di testa crescere, cercò di trattenere la rabbia ma sembrava impossibile farlo.

"Tu... cosa vuoi da lei? Non te ne frega niente della sua salute e non t'importa un cazzo della sua protezione!" La ragazza bionda avanzò verso Lauren con decisione e le sue parole scaldavano la stanza, minacciosa cercava di ferire la donna davanti a sé perché era convinta che questa criminale stesse giocando con i sentimenti di Camila.

Ally cercò di raggiungere la sua amica ma con una mano Lauren le fece cenno di fermarsi.

"La vuoi uccidere no?! Prima con l'incendio all'Asylum, poi con questo e altro che non posso neanche immaginare!"

La corvina la guardava fissa ma non fiatava, voleva sentire tutto quello che aveva da dire l'amica di Camila su di lei, anche se faceva male, come sempre.

"Non è più la tua cazzo di psicologa, non deve starti vicino!"

La polinesiana quando si arrabbiava diventava una furia e non sembrava più neanche lei: era una persona generalmente calma e divertente che si premurava di far rilassare le persone intorno a lei.
In quel momento, però, il lato protettivo della sua personalità era prorompente e non si poteva più fermare...

"Perché la tormenti ancora? Non ti è bastato all'Asylum?!"

"Camila si sentiva tormentata da me?" Lauren sembrò seguire solo l'ultima parte del discorso: non le importava delle urla e delle cattive parole che la polinesiana le lanciava contro, voleva capire se stava dicendo la verità.

"Come poteva non esserlo? A quanto pare era attratta da te in un modo sbagliato per quel che io sappia. Quando mi ha detto cosa provava è scoppiata a piangere perché era spaventata da quello che sarebbe successo se i suoi sentimenti fossero cresciuti ancora di più... non mi piace vederla distrutta, neanche se lo fa per qualcuno che-"

"È così si sente allora? Deve esser stato difficile per lei nasconderlo..."
Lauren abbassò lo sguardo quando sentì quelle parole, aveva un peso sul petto che bruciava e le bloccava il respiro.
Era difficile per lei credere che la cubana stesse soffrendo per tutto questo tempo e sapeva che la loro relazione era impossibile... ma voleva solo essere un po' egoista.

Quando alzò gli occhi, si accorse che le tre donne non erano state le uniche sentire la discussione:

"Camila..."

To be continued...

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Ecco un nuovo capitolo!
Il Sabato è proprio un bel giorno per una pubblicazione.❤

Bye tesori!♡
-WattFrapad

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