I raggi del sole che attraversavano le persiane mi colpirono in pieno viso interrompendo il mio sonno.
Ero nel letto di Lauren, quasi totalmente ricoverata della mia stanchezza fisica ma purtroppo quelle mentale persisteva.
Provai a muovermi ma qualcosa mimpediva di farlo. Sorrisi quando vidi che la causa era una bella mora abbracciata a me.
Stava ancora dormendo ed io ne approfittai per ammirare i lineamenti del suo viso: amavo tanto i suoi occhi e anche se adesso erano chiusi, potevo immaginare quegli smeraldi che tanto la caratterizzavano.
Potevo abituarmi facilmente ad avere questangelo accanto a me ogni mattina. Le sue braccia mi tenevano stretta a sé, il suo capo era sulla mia spalla e le sue gambe aggrovigliate alle mie.
Avvicinai la mia mano ai suoi capelli e cominciai ad accarezzarli con amore.
Poi volsi lo sguardo al soffitto e lasciai che la mia mente affrontasse i miei tormenti con coraggio: ero viva e avrei voluto mettermi in contatto la mia famiglia e i miei amici per non farli preoccupare. La notizia dell'esplosione doveva essere arrivata anche a loro.
Non intendevo creare problemi a tutti ma non potevo lasciarli così all'improvviso.
La mia idea era di raggiungerli per rassicurarli sulla mia salvezza e poi stare con Lauren. Ormai la mia vita apparteneva a lei e nessuno mi avrebbe impedito di seguirla.
Poi arrivarono i pensieri più dolorosi e alla loro realizzazione trattenni il fiato e fermai i miei movimenti.
"Ti prego non fermarti, stavo così bene."
La sua voce roca di prima mattina era seducente e mi fece tremare quando colpì i miei timpani.
Ricominciai a muovere la mano ancora assorta nei miei pensieri.
"A cosa stai pensando?"
Dopo qualche minuto lei si tirò su col corpo per riuscire a guardarmi in viso e asciugò una lacrima solitaria che stava scendendo sulla mia guancia.
-Non ti senti mai male per le persone che hai ucciso?-
Sapevo che la domanda era stata troppo diretta e me ne pentii appena quelle parole uscirono dalla mia bocca cercai di sistemare la situazione ma Lauren mi zittì dolcemente:
"Tranquilla, puoi chiedermi tutto quello che vuoi."
Fece un profondo respiro e continuò:
"Camila io non attacco gente innocente. E se ti riferisci agli attentati, coloro che li hanno realizzati sono dei pazzi forse mi credono un dio e fanno tutto in mio nome. Io non voglio questo, credimi."
Prese il mio viso fra le sue mani:
"Tu non hai ucciso nessuno, l'incendio è stato appiccato come diversivo e gli uomini che hai visto per terra, erano stati coinvolti nella sparatoria creata per farmi fuggire. Non preoccuparti per ora..."
Annuii, anche se ora ero più confusa di prima e ancora instabile.
Si avvicinò e mi diede un bacio sulle labbra:
"Ti ho lasciato dei vestiti sulla sedia nel bagno: che ne dici di farti una doccia calda per rilassarti?" Con ultimo bacio sulla guancia si alzò dal letto per mettersi i vestiti, mentre io entravo nel bagno.
Chiusa la porta dietro di me con un profondo respiro, osservai la stanza. Proprio come la stanza da letto questa aveva unaria molto sensuale, forse a causa del marmo nero con cui era stato fatto il pavimento e ricopriva la doccia; anche qui le luci erano soffuse ma non riuscivo capire se era così per scelta o convenienza.

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Damaged Love
FanfictionL'amore tossico che cambierà la vita della Dott.ssa Camila Cabello ha un nome molto conosciuto. Si ritroverà immersa in un mondo totalmente estraneo, ma è proprio in quel mondo che si perderà per poi ritrovare la strada di casa. E non si sa mai che...