Capitolo 28

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Posai la canna della pistola dopo aver finito di pulirla con uno straccio.
Era domenica, il mio giorno libero, e scelsi di raggiungere Lauren nel suo stabile.
Alto come un grattacielo, era uno degli edifici principali della famiglia Jauregui: tutti sapevano che era utilizzato dalla figlia maggiore ma nessuno ne faceva parola. Sarebbe stato comunque inutile: c'era troppa gente corrotta che stava dalla sua parte e tra questa anche la polizia della città.
La mattina presto era partita con le sue squadre a riprendere il controllo del suo porto: i suoi avversari avevano approfittato del suo periodo d'assenza nell'Asylum per prendere i suoi possedimenti ma la regina era tornata pronta a punirli.

Smisi di pensare e mi concentrai invece su quello che mi circondava:
nella sala risuonavano i colpi di spada che Brad indirizzava contro un manichino di pelle con vigore.

"Con più forza femminuccia!"
Lucy era sempre pronta a istigare la sua rabbia e quando iniziavano a bisticciare, mi divertivo un mondo.
Lanciai un'occhiata a Madison mentre preparava uno dei miei sonniferi. Lei era l'assistente al chimico che se ne occupava.
Non avevo parlato molto con lei, solo qualche informazione riguardo alla mia pistola, ma mi dava comunque una strana sensazione: col suo sguardo sembrava mi sfidasse continuamente.

"Hai una preferenza di gittata?"

-Per il momento no, grazie.-
Saltai giù dal bancone su cui ero seduta e mi avvicinai a lei lentamente.
Osservai le sue mani mentre lavoravano veloci e precise sul progetto del proiettile che avevo richiesto.

-Perché fai parte di questo posto?-

"Potrei farti la stessa domanda."
Sospirai. Capivo la sua diffidenza, d'altronde avrei reagito nello stesso modo a causa di tutta questa strana confusione. Non avevo senso in questo posto come non aveva nemmeno senso il sentimento che provavo per Lauren.
Il suo ricordo mi fece venire in mente anche la nostra notte di passione che mi aveva regalato un sorriso che avevo tenuto per tutta la giornata.
Le sue mani sulla mia pelle, le sue carezze, i suoi baci: era stata così dolce ma allo stesso tempo sensuale.
Ero felice di essere finalmente sua anche da quell'aspetto.

"Tesorooo!"
La voce squillante di Erika mi distolse dai miei pensieri e girandomi verso di lei fui accolta da un sorriso eccitato.

"Ho finito il costume!"

-Quale Erika?-

"Ma il tuo dolcezza!"
La mia espressione confusa le servì per farle capire che non stavo scherzando.

"Non penserai mica che ti avrei lasciato quel costumino di prova?"
Lucy ci raggiunse e mi lanciò uno sguardo d'intesa che sembrava dire: 'Non ne esci più.'
Sorrisi divertita e guardai Erika mostrarmi un costume nero attillato.
Lo teneva fra le mani come se fosse la sua miglior creazione.

"Ed ecco qui la maschera!"
Bellissima e raffinata proprio come la prima ma questa sembrava migliore: sempre in pizzo nero ma con un bordo argentato sull'orlo e d'oro sulla linea degli occhi che continuava sullo sfondo scuro creando dei bellissimi fiori i quali petali erano imbevuti da sfumature d'argento.
Era veramente meravigliosa.
-Erika è bellissimo.-

"E non solo. Questo..."
Disse la donna davanti a me indicando in modo plateale il vestito:

"...è perfetto. La fibra in carbonio del costume ti rende più agile ed è resistente agli urti, una cintura è applicata alla vita e ti permetterà di avere con te tutto quello di cui hai bisogno e per finire sarai così sexy!"
I suoi occhi brillarono di eccitazione durante l'elencazione dei suoi pregi.
Nero come la notte ed elegante come il manto di una pantera nera.

-È resistente agli urti?-
Quel particolare mi aveva catturato e fu Madison a rispondere alla mia domanda: "Sarah ed io stiamo facendo esperimenti sui tessuti e quello dovrebbe essere in grado di resistere anche ad alcuni tipi di lame ma dobbiamo lavorarci sopra..."
Si aggiustò gli occhiali da lavoro e tornò a ritoccare il proiettile come se niente fosse.

"Sarah? Da quanto non la vedo dov'è finita?"
Lucy disse con un'espressione preoccupata ma allo stesso tempo divertita.
"È in vacanza ma tornerà tra un paio di giorni, almeno così mi ha detto."

Una strana luce apparve negli occhi di Lucy e forse avrei scoperto più tardi cosa significasse.
Stavo per ringraziare Erika quando nello schermo della sala allenamenti apparve un segnale rosso.
Una sirena iniziò a suonare, Lucy e Brad si guardarono con intesa e mi ordinarono di seguirli.

-Che succede?-

"L'allarme rosso è scattato. Qualcuno sta tentando di fare irruzione nella torre quando non c'è nessuno a controllarla."

"Muoviamoci!"
Annuii convinta prendendo il costume dalle mani di Erika ringraziandola con un cenno del capo e un sorriso accennato, poi raggiunsi i ragazzi seguita da Madison.
Possibile che non c'era davvero nessuno nella torre?

"Vestiti e di corsa, dobbiamo andare verso il piano terra, dove c'è stata l'intrusione!"
Entrai nella stanza delle armi all'interno della sala d'allenamento e mi vestii velocemente.
Quando tirai su la cerniera del vestito, ero già armata di pistola e il bastone nero d'allenamento. Riuscivo bene a gestire le armi come queste: erano mortali solo se lo decideva chi le armeggiava.

Messa anche la maschera scattai verso il corridoio e quindi la rampa di scale che portava al piano terra.
In lontananza si sentivano già alcuni uomini che avevano impegnato una lotta e rumori di colpi di pistola.
Proprio mentre cercavo di calmarmi e trovare la giusta concentrazione due uomini piombarono davanti a me dal corridoio adiacente quasi colpendomi: uno di loro aveva scaraventato l'altro contro il muro e stavano combattendo con ferocia.
Era veramente il caos.
Li sorpassai e mi preparai a un possibile nemico.
Entrai nella sala centrale del piano terra e vidi in lontananza Brad, quindi corsi verso di lui dopo averlo visto in difficoltà con cinque uomini.

"Karla! Vuoi togliermi il divertimento?"

-Che ne dici di giocare insieme invece?-

Sorrise divertito e spinse contro di me l'uomo contro cui stava combattendo.
Afferrai con forza il bastone e mi preparai alla lotta con determinazione.
L'uomo aveva in mano una mazza da baseball e la impugnava con convinzione sorridendo divertito.
Si avvicinò deciso verso di me lasciando ai suoi alleati Brad.

"Scusa ma non combatto con le gattine."
Rise di gusto puntandomi contro l'arma; io sbuffai e lo colpii al braccio col mio bastone avvisandolo che doveva combattere per forza se non voleva farsi seriamente male.
Non mi ero allenata per niente in queste settimane.

"Vieni qua!"
Si lanciò verso di me con la mazza alzata sopra la testa lasciando scoperto tutto il busto e fu lì che concentrai i miei colpi. Era veramente così incapace?
Col bastone lo centrai nelle costole del fianco destro e in quella posizione, ero sicura che si fosse rotto qualcosa.
"Argh!"

Strinse il fianco con una mano e con gli occhi pieni di rabbia cercò ancora di colpirmi.
Parai il colpo e con un calcio dritto al petto lo buttai per terra.
Attorno a me si erano radunati nuovi avversari ed io ero più che pronta ad affrontarli.

"Karla! È inutile restare qui!"
Brad cominciò correre verso l'uscita che portava ai corridoi principali dell'edificio.
Mi guardai attorno cercando un varco aperto e appena lo trovai mi ci buttati contro.
Col bastone spostai un uomo facendolo sbattete contro i suoi alleati e schivai un piede di porco proveniente da sinistra prima di riuscire a seguire Brad.

"Prendetela!"
Mi sembra di essere già stata in una situazione simile!
Sentivo i passi veloci dei miei inseguitori insieme alle loro urla furiose, davanti a me riuscii a scorgere finalmente il ragazzo che svoltava l'angolo.
L'adrenalina scorreva nel mio sangue regalandomi fantastiche sensazioni e avrei mentito a dire che non mi piaceva tutto questo.
Il brivido dell'avventura, la confusione, la sua segretezza, non avevo mai provato nulla del genere.
La mia vita monotona anche se mi regalava piaceri col mio lavoro forse non sarebbe mai bastata. Ma bastava solo questo a riempire quel vuoto dentro di me.
Quel vuoto e quella convinzione di non poter fare niente se non lasciar scorrere il tempo davanti ai miei occhi e guardare inerme gli eventi svolgersi.
Era giunto il momento di agire: dovevo solo raggiungere Brad e avrei fatto qualcosa di concreto, aiutando tutti. Mancavano pochi metri di distanza, così pochi.
Ma non sarei mai riuscita a percorrerli.

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