Capitolo 9

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Flashback

"Ho bisogno che fai una cosa per me."

Capii la serietà della situazione dal tono di voce che aveva utilizzato.
Mi fermai in mezzo al cortile dell'Asylum con Lauren al mio fianco.
Stavamo passeggiando durante la pausa pranzo e quindi eravamo le uniche presenti nel luogo, sicure che nessuno potesse sentirci.
Il vento le accarezzava i capelli e i raggi del sole facevano lo stesso col suo viso, era così bella.
Prese la mia mano nelle sue, mi guardò con convinzione negli occhi e io mi persi nei suoi oceani.

"Domani, prima di entrare nell' Asylum, dovrai consegnare questo a una ragazza che ti aspetterà nel parcheggio."

Mi mise nel palmo della mano un foglietto di carta consumato: sopra c'erano dei numeri scritti ad inchiostro che non riuscivo a decifrare.

-A che cosa serve?-

Cominciai a tremare a causa della agitazione che mi aveva avvolto: in che guaio mi stavo cacciando?
Lauren capii i miei pensieri e prese il mio viso fra le sue mani, avvicinandosi mi sussurrò con dolcezza:

"Ti fidi di me Camila?"

-Sì.-

Non esitai ad affermarlo, l'amore che provavo per lei era più forte di qualsiasi altro sentimento e mi accecava irrimediabilmente nelle scelte che facevo.
Si guardò attorno per controllare ulteriolmente che non ci fosse nessuno e poi appoggiò le sue delicate labbra sulla mia fronte.

"So che lo puoi fare."

Fine Flashback


Ripercorrevo tutti i dettagli di quel ricordo ora che mi trovavo nel parcheggio a pochi passi dalla mia auto. Era sbagliato quello che stavo facendo ma non potevo deludere Lauren: non me lo sarei mai perdonata.

Ero a conoscenza del fatto che lei avesse il totale controllo delle mie azioni, mi aveva legato alle sue dita come un burattino. Avevo sbagliato tutto, dovevo ascoltare chi avevano cercato di avvertirmi ma ormai non si poteva tornare indietro, il danno era stato fatto.

La scelta era stata comunque difficile: avevo passato tutta la notte a pensare, immaginare i possibili scenari che avrebbero provocato le mie azioni. Nessuno di quelli mi piaceva, ma continuavo a sperare fosse qualcosa di poco rilievo, che non avrebbe causato problemi.

Ora avevo il foglietto fra le mani e cercavo con lo sguardo la ragazza e quando la vidi il cuore smise di battere, era giunto il momento.

Era appoggiata a un lampione, il colore della sua pelle era proprio scuro come gli abiti che indossava, il suo atteggiamento era attento e minaccioso mentre mi guardava camminare timorosa verso di lei.

-Credo debba consegnare questo a te.-

La ragazza prese il foglietto e prima di andarsene mi rivolse uno sguardo carico di dispiacere e aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse subito.

Corse fuori dal parcheggio come se fosse inseguita da qualcuno e mi lasciò da sola in quel silenzio che si faceva più opprimente con i secondi che passavano.

Che cosa voleva dirmi?

- - - - - - -

Varcai l'ingresso dall'Asylum come avevo sempre fatto, ma avevo il cattivo presentimento che questa volta sarebbe stato diverso. Quando vedevo un poliziotto, temevo di essere scoperta ma loro mi salutavano e proseguivano per il loro cammino.

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