Capitolo 20

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Un dolce profumo mi risvegliò dai miei sogni: mi stiracchiai nel letto cercando un corpo che effettivamente non c'era. La mia mano cadde a vuoto e un grugnito sfuggì alle mie labbra.  Alzai il capo dai cuscini osservando quello che stavo abbracciando, il materasso e non la donna dei miei sogni.

Okay nella stanza c'ero solo io.

Sbuffai provando ad alzarmi senza cadere dal letto o inciampare in qualcosa: imbronciata guardai fuori dalla finestra: era già buio, probabilmente ora di cena e a quel pensiero la mia pancia si lamentò.

Da quanto non mangiavo?

Prima che potessi rispondere a quella semplice domanda, un profumo invitante catturò la mia attenzione: seguendolo mi ritrovai ad uscire dalla mia camera e raggiungere la cucina attraverso il corridoio. Lauren era di spalle davanti al piano cottura, stava cucinando: vederla a casa mia mentre preparava da mangiare, mi parve una visione paradisiaca.

-Non te ne sei andata?-

Sembrò più una domanda che una affermazione.

Fui molto felice di scoprire che aveva mantenuto la sua promessa e questa gioia si trasformò in affetto. Cercai il suo calore abbracciandole i fianchi.

-Mh che buon odore...- Smise di fare quello che stava facendo girandosi tra le mie braccia.

"Vieni qui." Mi strinse a sé e sospirai felice, bramavo il suo calore, il suo affetto e le sue attenzioni.

-Che stai preparando?-

"Qualcosa da mangiare perché hai lo stomaco vuoto."

-Grazie.- Le diedi un bacio a stampo sulle labbra e l'aiutai a preparare una semplice pasta col sugo, dovevo ancora fare la spesa e non c'era molto da usare. Apparecchiai la tavola della cucina e una volta pronto mangiammo insieme il piatto che avevamo preparato. E pensare che fino a poco tempo fa non mi sarai mai immaginata di riuscire a fare un pasto insieme a lei, figuriamoci poterla avere accanto o persino baciarla.

Lauren spezzò quel silenzio confortante informandomi del suo recente acquisto:

"Ti ho preso un telefono nuovo, non rintracciabile e le chiamate non possono essere registrate da nessun dispositivo."

-Mhm Mhm.-

"Ho già inserito il mio numero e quello di Lucy. Potrai usarlo senza essere scoperta e allo stesso tempo è un rimpiazzo al tuo vecchio telefono."

-Lucy?-

"Esatto, oltre a essere parte del tuo alibi sarà anche la tua insegnante nel combattimento corpo a corpo. Lavora nella palestra della città." Lauren mi aveva spiegato che Lucy era andata dalla polizia a riferire di avermi offerto un passaggio quella notte ed era riuscita a convincerli con un alibi valido.

-Mi assicuri che è credibile?-

"Non è credibile, è perfetto. Abbiamo localizzato un luogo della periferia che coincideva con le informazioni che ti ho fornito. Abbiamo eliminato e creato nuove tracce. Tranquilla che non lo scopriranno mai..." Lauren era stata molto convincente nella sua spiegazione, sapevo che la sua intelligenza e astuzia avrebbero complicato le indagini ma proprio in quel momento mi ricordai di una piccola complicazione nel nostro piano.

-Shawn...-

"Non gli crederà nessuno."

-Come fai ad esserne certa?-

"La stessa notte della mia fuga l'ho incontrato nel bosco e l'ho messo fuori gioco. Non dovremo preoccuparcene per un po'."

-Oh, sei così forte Lauren.-

Scherzai maliziosamente mordendomi il labbro. Forse gli uomini di Lauren lo avevano portato via. C'era anche la possibilità che si fosse perso nel bosco imbranato com'è. E se ve lo chiedete, non mi dispiaceva non averlo più tra i piedi...

"Voleva portarti via da me." Sul viso di Lauren comparve un'espressione di tristezza e nervosismo, non aveva più quel sorriso scherzoso che tanto la caratterizzava. I suoi occhi erano persi come se stessero rivivendo delle scene passate. Mi alzai dalla mia sedia e affiancandomi a lei facendole segno che mi sarei seduta sulle sue gambe. Mi accolse senza problemi circondandomi la vita, io le sollevai il mento guardando dentro quegli occhi indecifrabili.

-Non glielo permetterei.-

La baciai e gli angoli della sua bocca si curvarono in su e apparve l'ombra di un sorriso.

"Non sono invincibile Camila..." La guardai confusa non sapendo da dove venisse fuori quel discorso.

-Nessuno lo è Lauren.- Le accarezzai la guancia e lei chiuse gli occhi trovando conforto nei miei gesti.

"Sono finita dentro l'Arkham per riuscire a fuggire dal Belle Reve. Non è stato semplice. Nessuno mi aveva mai presa prima di allora e l'unica che è riuscita a trovarmi è stata Keana Issartel."

Ancora veniva nominato quel carcere, Belle Reve, il posto temuto da ogni criminale. Che cosa racchiudevano le sue pareti, cosa facevano ai suoi criminali? Forse un giorno avrei chiesto a Lauren spiegazioni.

-Dovremo stare attente, segue il mio caso con attenzione e dal suo sguardo ho capito che non si fida veramente.-

"Si fiderà. Tu la aiuterai col caso e nello stesso momento aiuterai me. Sarai la mia piccola spia, vedilo come prova della tua fedeltà." Il suo tono di voce ritornò più deciso.

Abbassai lo sguardo giocando con l'elastico che avevo al polso della mano appoggiata sul mio grembo. Più che triste mi sentii giudicata dalle sue parole. Non si fidava di me?

-Sai che non ti tradirei mai...-

"Io lo so Camz. Sono gli altri che devi convincere." Alzò il mio mento con l'indice appoggiando con delicatezza le sue labbra alle mie.

Sorrisi arrossendo quando si staccò da me e mi fece alzare dalle sue gambe, ma le parole che seguirono mi portarono a essere triste.

"Ora dovrei andare, si è fatto tardi e ho ancora molte cose da sistemare."

-Certo, deve essere... difficile fare il Boss e tutto.- Nonostante le mie parole indifferenti , riuscì a percepire una nota di tristezza in esse. Accarezzò la mia guancia con dolcezza facendo un passo verso di me, la guardai forzando un sorriso che neanche un bambino avrebbe considerato sincero.

"Non essere triste, se avrai bisogno io ci sarò e appena posso tornerò da te. Te lo prometto."

-Non sono una grande amante delle promesse.- Mi allontanai da Lauren sorridendole, questa volta, sinceramente e regalandole un bacio pieno d'affetto sulle sue labbra. Non lasciai spazio alla confusione causata dalla mia frase, riguardava sempre il mio passato di cui lei non era ancora a conoscenza.

Glielo avrei raccontato, quando sarei stata pronta. Non si trattava di un incubo ma semplicemente un passato che mi aveva segnato e che sapevo avrebbe fatto sanguinare ferite ancora aperte e non volevo succedesse...

Ogni segno sulla tua pelle dice chi sei, cosa hai passato, raccontandole tutto lei avrebbe conosciuto anche la parte di me che non volevo mostrare. Insicurezza e diffidenza mi avevano accolto tra le loro braccia e non mi avevano più lasciato. Per questo motivo Lauren non sapeva ancora nulla del mio passato.

Ma volevo fidarmi, lo volevo eccome, e per farlo compivo scelte impulsive e sbagliate come quando mi sono buttata dal ponte e ho contribuito al suo piano. Ma non me ne pentivo ed è questo che in quel momento faceva la differenza.

La accompagnai alla porta salutandola un'ultima volta mentre mi stringeva fra le sue braccia. La vidi andare nel retro e accendere la sua auto scomparendo tra le strade buie, illuminate solo da qualche lampione e dai raggi della luna piena, lasciando dietro di sé l'inizio vero e proprio della mia nuova vita da criminale.

Damaged LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora