Favore

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Gli allenamenti procedevano con ritmi serratissimi in vista del big-match, ma senza perdere di vista la partita di quella settimana. Juan e gli altri davano il massimo tutti i giorni e la sera tornavano a casa distrutti. Ogni volta che lasciava il palazzetto e percorreva la strada del ritorno Nikola pensava ad Alessia, chiedendosi se sarebbe mai tornata a trovarli, magari per completare il suo articolo. La sua amica Betty era sempre da sola la sera, mentre aspettava Juan fuori dalla palestra. Non sapeva il perché, ma sperava di rivederla.

Intanto Alessia lavorava al suo articolo, cercando di renderlo il più coinvolgente possibile. Quando ottenne quello che voleva, lo inviò tramite e-mail a Clelia per avere un primo parere. Poi si cambiò e andò in palestra, pronta per un nuovo allenamento. La stanchezza quella sera si faceva sentire, ma lei tenne duro, impegnandosi al massimo.

<<E' stato un ottimo allenamento. Sei pronta per martedì sera?>> le chiese alla fine il suo allenatore.

<<Si>>

<<E' una partita importante. Se vinciamo guadagniamo il terzo posto>> proseguì Beppe, un uomo di circa cinquant'anni ancora atletico e giovanile.

<<Ci impegneremo al massimo, tranquillo. Buona notte>>

Alessia entrò nello spogliatoio e, mentre l'acqua calda della doccia alleviava un po' la stanchezza, lei si ritrovò a pensare che avrebbe potuto andare a Milano per seguire la squadra di Cuneo dal vivo quella domenica pomeriggio.

//Ma sei impazzita? E' troppo lontano!//

Alessia si diede della scema per averci anche solo pensato.


La mattina successiva Betty la chiamò:

<<Ciao. Che ne dici di accompagnarmi a Milano domani?>>

<<Non dirmi che andrai alla partita!>>

<<Esatto! Dai, vieni!>>

<<Betty, grazie, ma veramente pensavo di restare a casa. E poi tu non guideresti così a lungo e toccherebbe farlo a me>>

<<Sbagliato! Juan mi ha detto che se facciamo le brave e non li disturbiamo possiamo andare in pullman con loro. Ci sono sempre dei posti disponibili per amici, parenti o fidanzate>>

<<Appunto. Tu vai pure, ma io non sono parente di nessuno, tanto meno la fidanzata, quindi...>>

<<Ti prego! Da sola non andrei mai... Fallo per me...>>

Alessia ci pensò qualche secondo, poi capì che si sarebbe sentita troppo in colpa verso Betty se non fosse andata con lei. In fondo era merito suo se aveva ottenuto le interviste per il suo articolo.

<<Ok>>

<<Grazie! Chiamo subito Juan!>>

<<Ti avverto che dovrò lavorare>>

<<Non ti accorgerai nemmeno della mia presenza, promesso! Passo a prenderti alle 8>>

Betty riattaccò e Alessia sorrise: era così facile farla contenta. Frequentava l'università ma sembrava ancora una bambina.

Decise che si sarebbe rilassata con un buon libro e dopo pranzo avrebbe raggiunto Clelia in redazione per conoscere la sua impressione sull'articolo.


<<E' praticamente perfetto, cara>> Clelia sfoderò un sorriso smagliante. <<E' grintoso e profondo. Voglio che tu ti occupi anche della cronaca della partita>>

<<Mi farebbe piacere>> rispose Alessia, accorgendosi di essere più che felice di quell'incarico. Sembrava che la sua carriera avesse preso la strada giusta... ma era solo per quello?

//Si, è solo questo. Sono soddisfatta di me stessa. Cos'altro dovrebbe essere?//

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