Poker

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Il tempo passava tra una partita a carte e l'altra; Alessia si stava divertendo ed era serena e rilassata. Tuttavia ancora stentava a credere che la sua vita fosse cambiata così tanto in così poco tempo. E questo la spaventava un po'.

Tra una mano e l'altra i suoi biscotti riscuotevano successo e ben presto il vassoio rimase vuoto. Aveva appena vinto la terza mano consecutiva, rimediando scherzose occhiatacce dai due amici, quando il cordless squillò. Nikola si alzò per andare a rispondere.


Goran intanto chiacchierava con Alessia, ma ascoltava anche, seppur con discrezione, la telefonata. Era il fratello di Nikola, Vladimir, e stavano parlando in serbo.


<<Come stai?>> chiese Nikola.

<<Bene, grazie. Anche Marija sta bene. E a Ivan manca suo zio. Stai facendo qualcosa di interessante?>>

<<Niente di particolare>>

<<E' Goran quello che sento?>>

<<Si>> Nikola esitò un secondo.

<<Salutamelo. Ma con chi sta parlando?>> Ancora un attimo di silenzio. <<Nik, ci sei?>>

<<Si. Sta parlando con una nostra amica che ci sta distruggendo a poker>>

<<Ah>> disse Vladimir pensieroso.

Nikola cambiò velocemente argomento e dopo qualche minuto chiuse la conversazione. Quando tornò dagli altri incrociò lo sguardo di Goran, che sorrise leggermente per poi tornare a concentrarsi su Alessia.


Il ragazzo aveva ascoltato parte della conversazione tra i due fratelli ed era convinto di avere avuto conferma del fatto che Nikola si stava comportando in un modo del tutto nuovo per lui. Il campanello lo strappò ai suoi pensieri e poco dopo entrarono Juan e Betty, che avevano evidentemente terminato il pranzo di Natale a casa della ragazza.


Betty fu molto sorpresa di trovare Alessia e le lanciò uno sguardo interrogativo, che l'amica glissò.

<<Come è andato il pranzo?>> le chiese invece.

<<Benissimo. Lo adorano tutti>> rispose stringendosi al ragazzo. <<Qui invece che succede di bello?>>

<<Perdiamo a poker contro questa adorabile ma spietata fanciulla>> rispose Goran dando ad Alessia un buffetto sulla guancia.

Betty e Juan si scambiarono un'occhiata incuriosita, mentre Nikola li guardò pensieroso. Goran e Alessia, invece, stavano ancora ridendo e scherzando tra di loro e non si accorsero delle reazioni degli altri.

<<Ho dimenticato una cosa in macchina>> esclamò Betty. <<Ale, mi accompagni?>>


La ragazza era perplessa, ma seguì l'amica sul pianerottolo e poi in fondo alla scala. Stava per dirigersi verso le auto parcheggiate quando fu bloccata da una mano sul braccio.

<<Cosa sta succedendo?>> Betty era fuori di sé dalla curiosità.

<<Che vuoi dire?>> Alessia aveva capito a che cosa si stava riferendo la giovane, ma sperò ingenuamente di riuscire ad evitare quel discorso.

<<Hai capito. Tu a casa di Nikola, da sola con loro due... E quello con Goran cos'era?>>

<<Non era niente di quello che pensi. Siamo solo amici>>

Betty rimase in silenzio, meditando per qualche istante.

<<Hai definito "amico" un ragazzo che conosci da un mese. Te ne rendi conto? Per te è un miracolo. In tutti questi anni non hai mai chiamato così nessuno, a parte me>>

<<Lo so, ma è così. Sento che siamo in sintonia. Non mi era mai capitato prima>>

<<Solo amici eh? Non sembravate solo amici però. Anche Juan e Nikola se ne sono accorti>>

Sapere che anche Nikola potesse pensare che c'era qualcosa tra lei e Goran la mise a disagio.

<<E Nikola?>> continuò Betty. <<Amico?>>

<<Forse>> Alessia non voleva indagare troppo i propri pensieri e sentimenti davanti all'amica. Anzi, non voleva farlo e basta. Per una volta si stava lasciando andare e avrebbe voluto che l'amica fosse contenta per lei.

Betty sembrò capire che la ragazza si aspettava il suo supporto, perché disse:

<<Ok Ale. Sono contenta che finalmente tu ti stia aprendo con qualcuno. Ma ti conosco. Devi fare attenzione o finirai con lo stare male e pentirtene>> la abbracciò e le sorrise.

Tornarono dai ragazzi e trascorsero il resto del pomeriggio insieme.

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