Incarico

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In ufficio era tutto tranquillo, non era successo nulla di strano. Alessia si aspettava qualche problema dopo quello che era accaduto con Marco; lo conosceva sufficientemente bene per sapere che non avrebbe lasciato cadere la cosa facilmente. Una sera aveva ricevuto un messaggio da Nikola, che le chiedeva se avesse avuto problemi al lavoro. Quel messaggio le aveva fatto piacere, anche se ammetterlo con sé stessa le era costato molto. Gli aveva risposto subito, tranquillizzandolo.

Clelia le aveva affidato un incarico che Alessia trovava molto interessante: un'inchiesta sullo spaccio della droga in città. Niente di pericoloso; avrebbe solamente dovuto intervistare un esponente della polizia, che le avrebbe illustrato lo stato delle indagini in corso.

L'intervista non era durata molto, ma era stata proficua. Alessia aveva avuto conferma che nella periferia più degradata della città agiva una banda di spacciatori che aveva monopolizzato il commercio delle sostanze illegali e che esistevano collegamenti anche con alcuni esponenti di famiglie "bene" della città. Le indagini non si erano ancora concluse, quindi non aveva potuto ottenere nomi o informazioni più dettagliate, ma le era stato detto che ultimamente si stava diffondendo un nuovo tipo di droga sintetica che provocava allucinazioni e distruggeva i freni inibitori. Sembrava essere molto popolare in alcuni locali della zona.

Tornata a casa, Alessia cominciò a lavorare al suo articolo, che avrebbe dovuto completare nel giro di un paio di giorni.


Quando lo presentò a Clelia ricevette un parere positivo.

<<Molto bene, Alessia>>

<<Grazie, Clelia>>

La donna la fissava in modo strano.

<<Come vanno ultimamente le cose?>>

<<Bene. Come al solito>> Alessia rispose vagamente, sempre sulla difensiva. Anche se stimava la donna, questo non voleva dire che doveva abbassare le sue difese con lei. Inoltre, non capiva cosa volesse farsi raccontare.

<<Perché da qualche tempo mi sembri più... Non lo so, diversa>>

Alessia non sapeva come risponderle, così rimase in silenzio. Evidentemente Clelia capì che non avrebbe ottenuto nessun dettaglio, quindi cambiò argomento.

<<Un'ultima cosa: da alcuni giorni dai piani alti mi arrivano pressioni affinché ti affidi meno articoli e più servizi tv. Devi aver fatto colpo la sera di Capodanno>>

//Ecco, ci siamo. Deve esserci lo zampino di Marco//

<<Io vorrei continuare a scrivere, se per te va bene. Non mi interessa la televisione>> disse fermamente Alessia.

Dopo alcuni secondi di silenzio, Clelia acconsentì.

<<Non c'è problema. Se insisteranno, me la vedrò io con loro>>

<<Grazie mille>>

 Alessia uscì dall'ufficio per tornare a casa. Stava percorrendo la rampa di scale che portava al piano terra quando udì, dal pianerottolo superiore, una voce che conosceva bene. Sembrava una conversazione telefonica. Inizialmente non avrebbe voluto ascoltare Marco mentre parlava al cellulare, ma si immobilizzò quasi immediatamente e restò in ascolto.

<<Ti ho detto che mi serve il prima possibile!>> Marco stava quasi urlando. <<Gli altri mi stanno addosso. Se non li rifornisco presto non so cosa succederà>>

//Possibile che stia parlando di... droga?//

<<Mi raccomando, ci vediamo venerdì sera al The Box>>

Il The Box era una discoteca che sorgeva proprio nel quartiere indicatole dalla polizia come centro dello spaccio di sostanze stupefacenti. Davvero Marco era coinvolto in quel giro? Non lo aveva mai stimato molto, ma non aveva mai immaginato una cosa del genere.

All'improvviso un'idea le balenò in testa.

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