Chiarimento

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Ci fu un attimo di silenzio, poi Nikola si voltò per seguire Alessia, ma Vladimir si mise tra lui e la porta della stanza della ragazza.

<<Dove pensi di andare? Non abbiamo finito>>

Nikola fissò il fratello in un modo che Goran non aveva mai pensato di vedere. Erano diversi, ma non litigavano mai in questo modo, tantomeno per una ragazza. Ma Alessia non era una ragazza qualunque.

<<Spostati>> era stato quasi un ringhio.

Vladimir ricambiò lo sguardo.

<<No>> disse, tentando di mantenere la calma.

Goran decise di intervenire, prima che la situazione degenerasse.

<<Smettetela>> esclamò esasperato. <<Certo che siete proprio fratelli!>>

Entrambi si girarono verso di lui.

<<E questo cosa vorrebbe dire?>> domandò Vladimir.

//Almeno non si guardano più come se volessero azzannarsi...//

<<Che siete davvero una bella coppia! Tu>> indicò Nikola <<Avresti dovuto parlare. E tu>> si rivolse poi a Vladimir <<Avresti dovuto ascoltare>>

I due lo guardarono, tacendo, e respirando per calmarsi.

<<Adesso vi sedete e parlate civilmente. Tra poche ore dobbiamo giocare e non potete andare in campo in questo stato>> incrociò le braccia e indicò loro il tavolo con un movimento del capo.

I fratelli si sedettero, controvoglia. Nessuno dei due sembrava avere intenzione di iniziare per primo a parlare.

Goran alzò gli occhi al cielo e si avvicinò, restando però in piedi.

<<Vladi>> chiamò il maggiore dei due, ricevendo in risposta un grugnito. <<Spiega a tuo fratello che cosa ti ha dato fastidio>>

Dopo un'eternità, lui parlò.

<<Mi sembrava di essere stato chiaro, quando siamo arrivati qui: niente distrazioni. E invece vi trovo a letto insieme! E non mi raccontare che non è successo nulla, non sono stupido>>

<<Sì, invece>> ribatté Nikola.

<<Nik>> lo redarguì Goran, sospirando.

Avevano la testa talmente dura che avrebbe potuto romperci le noci di cocco.

<<Diglielo>> lo esortò.

<No>> Nikola scosse la testa.

<<Raccontagli tutto. E' l'unico modo per far si che lui ti creda, e lo sai>>

Ma Nikola continuava a guardare fisso davanti a sé e non sembrava voler cambiare idea.

<<Che cos'è che non so?>> intervenne Vladimir.

<<Non sono affari tuoi>> sbottò il fratello.

Goran si avvicinò ulteriormente, fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo migliore amico.

<<Nik, diglielo. Oppure lo faccio io>> era serio.

<<Non posso. Si tratta di Alessia, della sua vita. Non c'è motivo perché lui lo debba sapere>>

Goran si voltò verso Vladimir e lo vide scrutare attentamente il volto di Nikola. Poi parlò nuovamente all'amico.

<<E pensi che lei sia felice di vedervi litigare in questo modo? Che non si senta in colpa?>>

<<Ma non è colpa sua>>

<<Lo sai tu e lo so io. Ma la conosci, sai cosa sta provando adesso>>

Nikola abbassò gli occhi e per alcuni secondi Goran temette di dover spiegare in prima persona a Vladimir tutto quello di cui lui non era a conoscenza. Ma alla fine il giovane iniziò a raccontare. Parlò al fratello del passato di Alessia: di Antonio, di quello che le aveva fatto quando era ancora solo una ragazzina, dell'ultima violenza quella sera in palestra, e della telefonata di quella notte.

Quando ebbe terminato, nessuno dei tre aprì bocca per svariati minuti. Poi Vladimir si alzò e passò accanto a suo fratello, posandogli una mano sulla spalla e stringendo leggermente.

Vide Nikola espirare e fare un piccolo cenno col capo all'altro, poi osservò quest'ultimo entrare nella stanza di Alessia.

Goran si rilassò: finalmente era finita. 

Broken SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora