Preoccupazione

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Goran stava chiacchierando con Vladimir; entrambi erano sdraiati sul grande divano e si interruppero subito non appena udirono la porta della camera aprirsi. Erano pronti a fare qualche battutina ai danni dei due innamorati, ma si bloccarono quando videro uscire Alessia con la testa bassa. La ragazza si rinchiuse nella sua camera senza degnarli di uno sguardo e capirono immediatamente che era successo qualcosa. Goran guardò l'amico, poi si alzò per andare a vedere come stesse Alessia.


Anche Vladimir stava per andare dal fratello, ma lo vide uscire dalla stanza, afferrare la giacca in silenzio e chiudersi la porta dell'appartamento alle spalle.


Alessia era raggomitolata sul suo letto, troppo triste anche per piangere. Aveva sempre saputo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, e infatti così era stato. Non sollevò gli occhi quando sentì la porta della camera aprirsi e poi richiudersi delicatamente. Pregò solo che non fosse Nikola. In quel momento non riusciva ad affrontarlo, a guardarlo in faccia. Vedere il dolore nei suoi occhi le aveva fatto così male...

Qualcuno le si sedette accanto e non ebbe bisogno di guardare per capire che si trattava di Goran. La sua presenza rassicurante la rilassò un poco, ma era tutt'altro che serena.

<<Stai bene?>>

Alessia scosse la testa. Non aveva senso mentirgli, lui aveva già capito che non stava per niente bene.

<<Qualunque cosa sia successa, dovreste parlarne. Vedrai che risolverete tutto>>

Ecco perché lo adorava: non insisteva per conoscere i dettagli e la confortava sempre quando ne aveva bisogno.

<<Adesso non ce la farei>> gli rispose sconsolata.

<<Devo prenderlo a pugni?>> domandò il giovane con un mezzo sorriso per risollevarle un po' il morale.

<<No>> Alessia quasi si lasciò sfuggire una risata. Sapeva che non l'avrebbe mai fatto.

Finalmente alzò gli occhi su di lui.

<<Potresti solo restare qui con me finché non mi addormento?>>

<<Certo>>

Goran la coprì e poi si chinò per baciarla sulla testa.

Lentamente, Alessia scivolò in un sonno senza sogni.


Vladimir era disteso sul letto e aspettava che suo fratello tornasse. Era passata più di un'ora da quando se ne era andato. Goran non era più uscito dalla camera che condivideva con la ragazza e lui non aveva idea di che cosa fosse accaduto tra i due.

Pochi minuti dopo intravide un'ombra silenziosa entrare nella stanza e distendersi poco lontano da lui. Stava per parlare, per chiedere a Nikola qualche spiegazione, ma lui si voltò di fianco, faccia al muro; Vladimir rimase in silenzio. Quell'atteggiamento significava che il fratello non aveva intenzione di parlargli.

Impiegò molto tempo ad addormentarsi, preoccupato per lui e per le conseguenze che l'accaduto avrebbe potuto avere sul suo gioco.

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