Promessa

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Anche il turno infrasettimanale sorrise alla squadra di Cuneo, che, a Latina, vinse la seconda gara consecutiva dei play - off. Il pubblico spinse la formazione casalinga senza un attimo di pausa, ma la differenza di tasso tecnico tra i due gruppi non era colmabile. In tre set, gli ospiti si aggiudicarono il match. Mancava solo una vittoria per passare il turno.


Alessia in quei giorni era stanchissima. Il suo lavoro al giornale era più faticoso del solito, dato che Clelia le aveva affidato due articoli contemporaneamente. Quella domenica sarebbe andata a vedere gara 3 contro Latina perché era un appuntamento importante per i ragazzi, ma poi se ne sarebbe tornata dritta a casa a riposare. Aveva già un leggero mal di testa e l'ultima cosa che voleva era che peggiorasse.

Fortunatamente anche quella partita fu a senso unico: Cuneo vinse nettamente senza perdere nemmeno un set, nonostante gli avversari avessero provato il tutto per tutto per riaprire la serie. Alessia sapeva che nel prossimo turno le cose si sarebbero complicate, ma per ora era giusto che la squadra si godesse la vittoria.

Quando i ragazzi le proposero di unirsi a loro per i festeggiamenti, lei rifiutò; aveva davvero bisogno di riposare.

Betty le propose di usare la sua auto per tornare a casa; l'amica si sarebbe fatta accompagnare da Juan. Alessia accettò volentieri l'offerta, in modo che né Goran né Nikola dovessero rinunciare a festeggiare per riaccompagnarla.

Mentre gli altri salivano in auto e si dirigevano verso il ristorante, Nikola l'accompagnò all'auto. La ragazza stava per salutarlo e salire in macchina, quando lui le prese la mano.

<<Ale, aspetta>>

Lei lo guardò in volto, cercando di non pensare alla mano che stringeva la sua. Stranamente, col passare dei secondi si abituò a quel contatto.

<<Volevo dirti...>> iniziò Nikola.

Per una volta il suo modo di parlare non fu diretto come lei se lo aspettava. Capì che era in difficoltà, ma si riprese subito.

<<Ti ricordi quello che ti ho detto il giorno in cui sono venuto al giornale?>>

Lei annuì. Se lo ricordava fin troppo bene.

<<Intendo mantenere quella promessa. Non sono uno che si arrende facilmente>>

<<Ma tutto quello che mi è successo...>> Alessia non riuscì a finire la frase.

<<Ti darò tutto il tempo di cui avrai bisogno>>

Era così dolce che le si spezzò il cuore. Ma era giusto che lei mettese le cose in chiaro.

<<Nik>> usò per la prima volta il suo diminutivo e le fece uno strano effetto. Le sembrò la cosa più naturale al mondo.

//Non devo distrarmi. Devo dirgli la verità//

<<Ora come ora non riesco a sopportare il contatto fisico e non so se e quando ci riuscirò>>

<<Ma ti sto toccando ora, in questo preciso momento>> mentre lo diceva le strinse leggermente la mano.

<<Questo non è niente. Io so di non poter sopportare tutto il resto>> Pensò per un secondo a come dire le parole successive. <<Questa cosa, questa attrazione che c'è tra noi... Non ne può venire fuori niente di buono>> I suoi occhi lo cercarono. Non riuscì a decifrare l'espressione sul suo viso, ma, dato che era rimasto in silenzio, proseguì. <<Dobbiamo ignorarla, dimenticarcene e andare avanti>>

<<No>> il tono di Nikola era deciso.

Alessia lo guardò disperata e il ragazzo parlò ancora.

<<Perché quello che provo non è solo attrazione fisica. Io mi sto innamorando di te>> la sua semplicità e sincerità erano disarmanti. E le sue parole trafissero Alessia come delle frecce.

<<Non dirlo>> lo supplicò. Era così difficile non cedere davanti a quelle parole.

Nikola le si avvicinò e le sfiorò una guancia, senza mai lasciarle la mano. Forse era ancora sconvolta dalle sue parole, perché la mano di lui sul viso non le riportò alla mente nessun brutto ricordo. Era troppo impegnata a respirare, sotto quello sguardo magnetico.

<<So che anche tu provi qualcosa per me>> la sua voce le fece tremare le ginocchia. <<E so che puoi farcela, che puoi superare tutto questo. Io ti starò vicino>>

Alessia avrebbe tanto voluto dirgli quello che lui voleva sentirsi dire. Non poteva negare con sé stessa che ciò che provava per lui andava al di là del piano fisico. Ma, con un enorme sforzo, si impose di ignorare i suoi sentimenti.

<<Tu sei fantastico, e ti meriti molto di più di quello che io posso offrirti. Io... Io sono... danneggiata. Io non funziono>>

Con queste parole, senza guardarlo, ritrasse la mano e salì in auto.

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