Vestito

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Alessia si stava preparando per il suo primo appuntamento. La squadra aveva vinto nettamente contro l'Argentina e Nikola, invece di festeggiare con gli altri, l'avrebbe portata fuori. Più si avvicinava il momento, più l'ansia aumentava. Il che era ridicolo: era solo un appuntamento.

Ma, nonostante la sua testa catalogasse come esagerata la reazione che stava avendo, il suo corpo e il suo cuore non ne volevano sapere di tranquillizzarsi.

Stava fissando da un quarto d'ora le buste che contenevano ciò che Betty le aveva fatto comprare. Non sapeva decidersi: vestito elegante o jeans e maglietta? Temeva di essere fuori luogo in entrambi i casi.

Goran entrò per la terza volta nella camera, guardandola con un misto di divertimento e tenerezza.

<<Intendi uscire in accappatoio?>> le domandò, attirando la sua attenzione.

<<Potrebbe essere la soluzione migliore>> si lasciò cadere sul letto, sconfortata.

L'amico la fissò dalla porta chiusa.

<<Ale, vuoi dirmi qual è il problema? Magari posso aiutarti>>

Alessia non sapeva come spiegargli quello che le passava per la testa, ma ci provò ugualmente; senza un parere esterno sarebbe davvero uscita in accappatoio.

<<Non so come vestirmi. Non voglio indossare abiti sportivi e dare l'impressione di non tenere a questa serata, ma non voglio nemmeno essere troppo elegante e risultare fuori luogo, visto che non ho idea di dove andremo>>

Goran scoppiò a ridere.

<<Tutto qui il problema?>>

<<Sono felice che i miei dubbi esistenziali allietino la tua serata>> gli rispose provando, senza riuscirci, a fargli credere di essere scocciata.

<<Se me l'avessi detto dieci minuti fa ti saresti risparmiata un sacco di paranoie. Nikola è già vestito ed è di là che ti aspetta. E, se fossi in te, sceglierei il vestito elegante>> le fece l'occhiolino e tornò in soggiorno.


Era seduto sul divano con suo fratello e non vedeva l'ora che Alessia uscisse da quella camera. Era nervoso ed emozionato. Sperava solo che quello che aveva organizzato le piacesse.

Aveva indossato un completo nero, una camicia bianca e una cravatta, anch'essa nera: semplice, ma abbastanza elegante per quella serata.

Finalmente udì la porta che si apriva.

Si alzò di scatto e si diresse verso il punto in cui sarebbe apparsa la ragazza. Tutto quello che lo circondava scomparve nel momento esatto un cui la vide: indossava un abito lilla lungo fino al ginocchio, con le maniche che arrivavano al gomito, che le fasciava la parte superiore del corpo e ricadeva morbido sui fianchi e sulle gambe. Non sapeva quale fosse il nome di quel tessuto, ma era delicato e vaporoso. Aveva lasciato i capelli sciolti e indossava delle scarpe nere col tacco, che la facevano sembrare  più adulta.

Si fermarono ad un metro di distanza l'uno dall'altra e lui la guardò dalla testa ai piedi. Alessia arrossì e Nikola le sorrise.

<<Sei stupenda>> riuscì a dire, nonostante sentisse gli occhi di Goran e di Vladimir addosso.

<<Grazie>> gli mormorò lei avvicinandosi. <<Anche tu>>

All'improvviso una luce li fece tornare alla realtà.

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