Copertura

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Si girarono di scatto e videro Vladimir col cellulare in mano.

<<Che emozione! Mi sento come quei genitori dei film americani che vedono i propri figli andare al ballo scolastico tutti vestiti eleganti!>> li prese in giro.

Nikola gli rispose in serbo, in modo che Alessia non capisse l'insulto che aveva rivolto al fratello. Goran rise.

<<Sei pronta per andare?>> si rivolse nuovamente alla ragazza, che stava seguendo la scena, sempre più imbarazzata.

Alessia annuì e prese la giacca, dove infilò cellulare e portafoglio.

Vladimir parlò ancora.

<<Andate tranquilli, vi copriamo noi con gli altri. Ho già pensato a cosa dire>>

Nikola vide Alessia immobilizzarsi.

<<Oddio, è vero, non ci avevo pensato>> lo guardò allarmata. <<Si accorgeranno della nostra assenza>>

Nikola stava per rassicurarla, aveva già parlato con Goran al riguardo, ma Vladimir fu più veloce.

<<Perché dovrebbero notare l'assenza del loro capitano e dell'unica ragazza del gruppo?>> chiese sarcastico, con un ghigno sulla faccia.

Alessia sbiancò.

Nikola stava decidendo se tranquillizzare la ragazza o strozzare suo fratello. Per fortuna intervenne Goran.

<<Ale, non ascoltarlo. Ci penso io>>

Nikola lanciò uno sguardo truce a Vladimir, zittendolo all'istante, poi, afferrato il cappotto, la prese per mano e uscì dall'appartamento.


Erano seduti nel taxi e lei non vedeva niente. Nikola le aveva chiesto di fidarsi di lui e l'aveva bendata. Non sapere a cosa stava andando incontro le metteva un po' di ansia, ma era certa che con lui accanto sarebbe andato tutto bene.

Il ragazzo non aveva mai lasciato la sua mano e anche ora le stava accarezzando il dorso con movimenti lenti e regolari.

Dopo poco il taxi si fermò e Nikola scese, per poi venire ad aprirle la portiera ed aiutarla a scendere.

<<Posso togliere la benda ora?>> gli chiese impaziente.

Lo sentì ridere.

<<Non avere fretta>>

Le circondò le spalle con un braccio e la guidò per alcuni metri. Alessia barcollava leggermente, anche per via dei tacchi. Temeva di cadere rovinosamente.

<<Stai tranquilla, ti tengo io>> le sussurrò all'orecchio Nikola.

Il suo respiro caldo, così in contrasto con l'aria fredda della sera, era piacevole sulla pelle.

Percorsero ancora un po' di strada e poi Alessia si rese conto di trovarsi in un luogo chiuso. Sentiva delle voci in sottofondo, ma non riuscì a distinguere le parole. Tutta la sua attenzione era concentrata sullo stare in piedi senza slogarsi una caviglia e non poté captare nemmeno un indizio che potesse suggerirle dove si trovavano. Successivamente entrarono in quello che sembrava essere, a tutti gli effetti, un ascensore e, quando ne uscirono, lei seguì ancora il ragazzo. Poi finalmente si fermarono.

Alessia tirò un sospiro di sollievo e Nikola rise.

<<Lo trovi divertente? Vorrei vedere te a camminare coi tacchi senza...>> la voce le morì in gola.

Mentre parlava, Nikola le aveva tolto la benda e lei era rimasta senza fiato.

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