Quando si voltò verso Alessia, la trovò rannicchiata in un angolo, col volto sporco di sangue e le guance rigate dalle lacrime che non volevano fermarsi. Le si inginocchiò accanto, chiamandola per nome e tentando di abbracciarla. La vide ritrarsi come un animale ferito e dentro di lui montò la rabbia. Allo stesso tempo provò un'infinita tenerezza nel vederla così. Si avvicinò ancora, lentamente, e parlò di nuovo.
<<Ale, sono io>>
Lei sembrò finalmente riconoscerlo e gli permise di abbracciarla.
Mentre cercava di calmarla Nikola si maledisse per averla lasciata sola. Non voleva neanche pensare a quello che sarebbe potuto accadere se non avesse deciso di tornare indietro.
Arrivò la polizia, che raccolse le loro testimonianze e portò via Antonio, il quale, nel frattempo, aveva ripreso i sensi. Poi i paramedici medicarono la ferita al labbro di Alessia e la avvolsero in una mantellina termica per aiutarla a riprendersi dallo shock. Durante tutto il tempo Nikola le rimase accanto.
Quando furono soli lei parlò senza guardarlo negli occhi.
<<Non voglio tornare a casa mia stanotte>>
Lui annuì e allungò una mano per accompagnarla alla sua auto, ma lei si ritrasse istintivamente. Non sopportava di essere toccata da nessuno.
<<Scusa>> mormorò senza staccare gli occhi da terra.
<<Non fa niente. Andiamo>>
Nikola le aveva prestato una maglietta, dato che la sua era insanguinata, e aveva insistito per cederle il letto. Alessia non avrebbe mai accettato in condizioni normali, ma quella sera non era in sé. Si accoccolò sul letto matrimoniale e Nikola la coprì; poi spense la luce e, lasciando la porta socchiusa, andò a sdraiarsi sul divano. Lei cercò di rilassarsi, chiudendo gli occhi e inspirando il profumo di lui che pervadeva il cuscino.
Dopo una notte agitata, Alessia tornò a casa sua. Trascorse tutto il tempo in una sorta di trance, facendo le cose per abitudine, con la testa vuota. Sapeva di doversi riprendere in fretta: quella sera c'era l'ultima partita di campionato e sperava solo di riuscire a rimettere piede in palestra senza stare male. Non voleva che Antonio le portasse via anche la pallavolo. Non glielo avrebbe permesso.
Ovviamente sia Beppe che le sue compagne di squadra erano venuti a conoscenza di quello che le era successo e tutti si sincerarono delle sue condizioni, chiedendole anche se si sentisse in grado di giocare. Alessia si mostrò forte e decisa, anche se, appena entrata, si era sentita invadere dal malessere. Tuttavia si sforzò di non pensarci e di concentrarsi sulla partita. Vedere Nikola e gli altri sulle tribune le diede maggiore forza. Immaginava che Nikola avesse raccontato loro l'accaduto e sapeva che erano lì per lei, per supportarla.
Inaspettatamente, Alessia giocò molto bene. Riuscì ad applicare quello che Nikola le aveva insegnato soltanto poche ore prima e mostrò una carica agonistica che non aveva mai avuto prima. La rabbia che provava, e la sua determinazione, l'aiutarono a stare in campo. Le ragazze vinsero 3 set a 0 e guadagnarono matematicamente la promozione in serie D come prime classificate del girone. Fu bello festeggiare insieme alle sue compagne in mezzo al campo, ma ancora più bello fu rendersi conto che aveva vinto una partita molto più importante.
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Broken Soul
RomancePRIMO VOLUME - Una ragazza dal passato difficile, degli incontri che le cambieranno la vita. Sullo sfondo del campionato maschile di pallavolo una storia di amicizia e amore.