Festa

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La festa si teneva in uno degli alberghi più eleganti della città, in pieno centro. Quando arrivarono le due ragazze lasciarono stole e borse al guardaroba.


Goran si affrettò verso la sala, raggiungendo così Nikola. Non voleva perdersi l'entrata di Alessia.

<<Dove sei stato?>> gli domandò l'amico.

Goran guardò verso l'ingresso dell'elegante salone, accennando con la testa in quella direzione: Alessia stava entrando, preceduta da Betty. Più di una testa si voltò al passaggio delle due amiche e Goran osservò con la coda dell'occhio Nikola. Mentre Betty aveva raggiunto Juan poco distante, Alessia si stava avvicinando, un po' incerta, finché non li vide. Nikola rimase senza parole e non riuscì a distogliere lo sguardo dalla ragazza. E Goran si accorse che anche lei stava fissando l'amico.


Quando era entrata nella sala, seguendo Betty, Alessia aveva scorto tra la folla Goran e si era diretta verso di lui. Subito dopo aveva visto anche Nikola, che la guardava con i suoi occhi scuri, e mentre avanzava si era sentita indifesa. Per non parlare del fatto che quella sera Nikola era veramente stupendo.

<<Ciao>> riuscì a dire quando raggiunse i due amici.

<<Ciao>> rispose Nikola senza distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo.

In qualche modo Alessia si accorse che Goran sorrideva.

Non ebbe il tempo di domandarsi il motivo di quel sorriso, poiché un signore sulla cinquantina, costretto in uno smoking ormai troppo stretto e con l'alito che sapeva già di whiskey, le chiese di ballare trascinandola letteralmente in mezzo alla pista. Mentre il gruppo musicale ingaggiato per la serata suonava, lei cercò di seguire il suo cavaliere in un ballo che di aggraziato aveva ben poco. Distrattamente ascoltò il suo monologo, scoprendo che era un consigliere comunale della città di Torino e che aveva una ex moglie assillante e un figlio che studiava giurisprudenza. Cercò di essere il meno scortese possibile, ma di certo non aveva sperato di cominciare così quella serata. Quando la musica terminò si voltò a cercare Goran con lo sguardo e, trovatolo poco lontano, gli lanciò una muta richiesta di aiuto. In un lampo lui la raggiunse.

<<Non mi avevi promesso un ballo?>> stava letteralmente allontanando il consigliere comunale con un braccio e con l'altro le aveva circondato le spalle, conducendola qualche metro più in là.

<<Tutti quelli che vuoi!>> sospirò lei una volta in salvo.

Scoppiarono a ridere.

<<Attenta, potrei prenderti in parola. Ma penso che tutti gli altri uomini presenti stasera mi maledirebbero per averti monopolizzata>>

Si muovevano leggeri su un ritmo vivace. Goran ballava molto bene ed era facile per lei seguirlo; la teneva saldamente, ma con delicatezza, guidandola. In quel momento, con lui, si sentiva a suo agio.

<<Ti prego, non sei obbligato a farmi tutti questi complimenti. So benissimo che nessuno guarda me. Le ragazze che attirano l'attenzione sono altre, come Betty. Guardala, sembra nata per questo>>

<<Anche tu riscuoti successo. Ti sei già dimenticata del tuo spasimante cinquantenne?>> le chiese con un sorriso d'intesa.

<<Così mi offendi!>> scherzò Alessia. Tra chiacchiere e risate il tempo passò veloce e la ragazza non si accorse di avere già danzato per ben tre brani con Goran.

//E' così facile stare con lui!//

Avevano legato in fretta e si capivano al volo. Pensò che aveva fatto bene a seguirlo alla festa quella sera.


Intanto Nikola osservava Alessia. Quando l'aveva vista avanzare verso di loro non aveva potuto fare a meno di lasciare vagare lo sguardo sulla sua figura, messa in risalto da quel bellissimo abito blu. Non sapeva se era per questo o per la sorpresa di vederla lì quando invece non avrebbe dovuto esserci, ma le parole gli erano morte in gola. Era rimasto letteralmente senza fiato. E ora la guardava ballare con Goran, sorridente e spensierata, notando la complicità che c'era tra loro.

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