Gelato

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Betty e Juan erano partiti per il Brasile; il ragazzo aveva insistito per presentare la sua famiglia alla fidanzata prima di dover iniziare la preparazione olimpica. Betty era raggiante: la loro relazione stava andando a gonfie vele e oramai era diventata una storia seria. Alessia era felice per loro: doveva ammettere che aveva sbagliato a dubitare della loro relazione. E poi, visto come si erano messe le cose con Nikola...

Già, Nikola. In quelle due settimane di libertà prima che lui e Goran partissero per il ritiro della Nazionale, Alessia aveva passato con lui ogni attimo libero. A volte c'era anche Goran con loro, altre erano soli. Quasi sempre Nikola l'aveva portata fuori, in mezzo alla gente. Era come se non si fidasse a rimanere da solo con lei. Una sera la ragazza gli aveva chiesto spiegazioni.

<<Ti ho detto che avrei voluto andarci piano. Se rimanessi spesso da solo con te non credo che riuscirei a controllarmi>>

Quelle parole l'avevano fatta arrossire: sapere che uno come lui era così attratto da lei la lusingava.

Quella sera lei lo aveva abbracciato, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo, e l'aveva ringraziato sottovoce. In quel "grazie" erano racchiuse così tante cose che lei stessa faceva fatica a metterle in ordine nella sua mente.


Una sera erano a casa di Alessia e avevano appena salutato Goran, che era tornato al suo appartamento. Stavano mangiando il gelato direttamente dalla vaschetta, sdraiati sul divano, quando la ragazza gli sporcò il naso con un po' di gelato al cioccolato. Rise della sua espressione stupefatta, ma non si aspettava una contromossa. In un battibaleno si ritrovò con del gelato al limone su una guancia. La guerra a colpi di gelato degenerò in fretta: alla fine, tra una risata e l'altra, si ritrovarono entrambi ricoperti di quella sostanza fredda e appiccicosa, la faccia, le mani, le magliette...

<<Ok, ok, mi arrendo>> Alessia alzò le mani in segno di resa per prevenire l'ennesimo attacco da parte del ragazzo.

<<Vittoria!>> Nikola esultò con le braccia al cielo, neanche avesse vinto nuovamente lo Scudetto. Poi si chinò su di lei e la baciò.

L'atmosfera cambiò immediatamente e quando si staccarono avevano entrambi il respiro affannato.

<<Faremmo meglio a darci una sistemata>> disse lui con una voce strana.

Alessia riuscì solo ad annuire e si alzò per andare in bagno. Si sciacquò il viso e si tolse la maglietta sporca, indossandone una pulita. Poi tornò in salotto.

Nikola si diresse verso il bagno e lei sistemò la vaschetta di gelato e i cucchiaini in cucina. Dopo pochi minuti, mentre era ancora in piedi vicino al frigorifero, vide Nikola uscire dal bagno a torso nudo. Non poté fare a meno di fissare il suo torace, gli addominali, le spalle, le braccia... Sentì una strana sensazione invaderla, calore misto a timore.

<<Ho dimenticato qui la felpa>>

La sua voce la riscosse e lei si affrettò a distogliere lo sguardo, voltandosi verso il lavello.

<<Cosa c'è?>> le chiese lui raggiungendola.

<<Niente>> balbettò lei senza guardarlo.

Un secondo dopo sentì Nikola prenderla per le spalle e farla girare verso di lui. Ma ancora non sollevò lo sguardo. Il suo campo visivo era completamente occupato dal petto del ragazzo e sentiva le guance andare a fuoco.

<<Scusami, io... Non mi aspettavo di vederti senza maglia. Tutto qui>> la sua temperatura corporea doveva essere schizzata alle stelle.

Lui rispose solo dopo un po' di tempo.

<<Hai presente l'andarci piano e tutto il resto?>>

Alessia annuì.

<<E' questo che volevo dire. Sei a disagio in certe situazioni e devi darti il tempo di abituarti a cose come questa. Quindi... me ne starò un po' qui, così, e tu potrai guardarmi o toccarmi o fare quello che ti sentirai di fare>>

Alessia sollevò di scatto gli occhi su di lui e notò che, nonostante un mezzo sorriso, era serio.

<<Che cosa?>>

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