Capodanno

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Quando mancava poco alla mezzanotte Betty spense la musica di sottofondo e sintonizzò la televisione su uno dei vari programmi che avrebbero trasmesso il conto alla rovescia; radunò tutti nel centro del soggiorno e distribuì i flûte di champagne per festeggiare il nuovo anno. Alessia si era rilassata e scherzava con gli altri, avendo deciso di dimenticare quanto era successo poco prima. Il gruppo scandì a voce alta il conto alla rovescia e, una volta scoccata la mezzanotte, si scambiò gli auguri. Anche Alessia si lasciò andare all'allegria generale e si sentì leggera come difficilmente le capitava.


Lentamente gli ospiti se ne andarono. Era ormai molto tardi e Alessia si offrì di aiutare Betty a pulire e sistemare. Mentre portavano in cucina tutti i piatti e i calici disseminati per la casa, Betty le chiese casualmente cosa fosse accaduto con Marco, stando attenta a tenere basso il tono di voce per non farsi sentire dai ragazzi, che erano seduti poco lontano sul divano. Dopo un attimo di silenzio Alessia decise che sarebbe stato meglio raccontare tutto in modo veloce ed essenziale.

<<Mi ha seguita sul balcone, mi ha baciata e io l'ho schiaffeggiato>> sorvolò sull'intervento di Nikola.

<<E scommetto che ha minacciato di crearti problemi al lavoro>>

Alessia non rispose.

<<Che bastardo!>>

Era così strano sentire Betty imprecare che Alessia rimase scioccata per un momento. Ma si riprese subito quando l'amica le chiese cosa c'entrasse Nikola in tutta quella storia.

<<Lui l'ha praticamente cacciato>>

<<Quindi vi ha visto?>>

<<Si>> rispose Alessia pensierosa. <<A dire il vero, non so come mai fosse uscito sul terrazzo; immagino sia stato un caso>>

Betty all'improvviso si mise a ridere e l'amica la interrogò con lo sguardo.

<<Ma quale caso? Ci siamo accorti tutti che ti ha tenuto d'occhio per tutta la sera. Credo che quel Marco non gli ispirasse troppa fiducia>>

Alessia rimase in silenzio. Aveva sinceramente creduto che fosse stata una coincidenza; inoltre che motivo poteva avere Nikola per interessarsi ai suoi rapporti con un collega di lavoro, seppur spiacevole?

<<Quindi ha difeso il tuo onore e ti ha prestato la giacca... Molto galante>> concluse Betty.

//Già//

<<Il mio onore non aveva bisogno di essere difeso. So cavarmela da sola>>

<<Lo so Ale. Ma ogni tanto dovresti abbassare un po' la guardia>>

Alessia non parlò.

Nel frattempo avevano terminato di sistemare la cucina e la ragazza salutò l'amica e si diresse alla porta, pronta per tornare a casa. Come al solito sia Goran che Nikola si offrirono di riaccompagnarla. Lei non sapeva cosa rispondere: non voleva offendere nessuno dei due. Alla fine Goran, accortosi della sua difficoltà, le scoccò un bacio sulla guancia e la salutò, dicendole che l'avrebbe chiamata nei giorni successivi per discutere con lei di una cosa.


Erano in macchina da qualche minuto e stavano attraversando le strade ormai deserte della città. Rimasero in silenzio, ma nell'aria aleggiava un discorso lasciato a metà, ed entrambi ne erano consapevoli. Fu però solo quando arrivarono sotto l'appartamento di Alessia che Nikola parlò.

<<Avrai veramente problemi al lavoro con quel Marco?>> le chiese girandosi verso di lei.

La ragazza non riusciva a guardarlo; come sempre, il suo sguardo la metteva a disagio.

<<Non lo so. Forse>> sospirò. <<Ma posso gestirlo>>

<<Ascoltami>> Nikola le posò una mano sulla spalla. <<Se quel ragazzo prova a fare qualcosa, qualunque cosa, voglio che vieni da me... o che ne parli con Goran. Anche lui è preoccupato. Capito?>>

Alessia si girò verso di lui. Sentiva la spalla bruciare dove Nikola aveva appoggiato la mano.

<<Non ce n'è bisogno, davvero>>

Sapere che i due ragazzi si preoccupavano per lei la lusingava, ma era sempre stata abituata ad arrangiarsi da sola, quindi non sapeva come rispondere alla loro offerta di aiuto. E, soprattutto, non sapeva se voleva accettarla. Ma Nikola continuava a guardarla con quegli occhi...

Annuì leggermente, in silenzio.

Si fissarono per qualche istante, poi lei si riscosse.

<<Buona notte, Nikola>>
<<Buona notte, Alessia>>

La ragazza scese dall'auto e si chiuse il portone del palazzo alle spalle. Si addormentò sentendo ancora la pelle della spalla bruciare.

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