6. Il tempismo non è cosa per Alice Campbell

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Sapevo che non era una buona idea, me lo sentivo dentro alle ossa, ma la parte di me più vendicativa - e quella che rivoleva la sua roba indietro - ebbero la meglio sulla me più pacata. Se ve lo state chiedendo, sì c'era anche un'Alice che pensa prima di agire e che è in un certo senso saggia, solo che fa la comparsa raramente. E quel giorno non si era proprio fatta vedere. 

L'unica voce della coscienza tra noi tre era, come al solito, Kisha, che cercò anche di mettere la scusa del lavoro per convincerci a desistere. "Non posso mica lasciare il negozio, Joen non c'è ed io ne sono responsabile. E voi non dovreste andare senza di me", aveva asserito con le mani sui fianchi come se fosse una madre che parla ai proprio figli. 

Ma Grace aveva liquidato in poco tempo le sue parole, con un gesto della mano e una semplice obbiezione: "Proprio perché non c'è nessuno puoi andare via, la signora Freyer non farà la spia, vero signora Freyer?", all'accenno affermativo della donna ottantenne, Grace aveva preso me e Kisha sotto braccio e ci aveva costrette ad uscire, quasi con la forza. In realtà io non opposi molta resistenza e anche Kisha alla fine si arrese. 

Per questo, quasi quarantacinque minuti dopo, eravamo sotto al palazzo del mio ex appartamento. Non era passato neanche un giorno da quando aveva lasciato la casa eppure mi sembrava che fosse un'eternità. Eppure riusciva comunque a mettermi il magone anche soltanto guardandola da fuori. 

Un edificio moderno, nel cuore della città, quasi completamente ricoperto di vetri che al sole brillavano, e così distante dal posto in cui mi ero da poco trasferita. Devo dire la verità, mi piaceva vivere in quel posto. Nonostante all'inizio Daniel non mi aveva dato il permesso neanche di aggiungere il tappetto, con il tempo si era lasciato andare e la casa era diventata proprio come me l'ero sognata. Con i soldi del mio ragazzo, ma pur sempre la casa dei miei sogni. Quel misto di moderno e vintage mi faceva impazzire. 

Eppure, vedendo il palazzo, alto che svettava verso il cielo, solo rabbia e rancore mi pervase, perché quel bastardo aveva osato fare sesso con Tori nel nostro letto. Quel letto con le spalliere in rovere e le lenzuola ricamate. Per questo entrai, più convinta che mai ad andare a vanti, a passo spedito, sicura che Daniel non sarebbe tornato se non entro un paio di ore. Grace mi seguì, quasi saltellando e tutta allegra - aveva una strano amore per le vendette - mentre Kisha continuava a ripetere che era una cattiva idea. 

Invece per me era una geniale mossa, ne ero convinta, perché come ho detto almeno altre due volte, tutti gli uomini amano i proprio giocattoli. La cosa difficile è solo scoprire che categoria di giocattoli, e poi li puoi tenere tranquillamente per le palle. 

C'è chi pensi che in un qualsiasi rapporto sentimentale c'è chi è dominante e chi sottomesso. In alcuni casi è l'uomo a prendere le decisioni di coppia, in altri invece è la donna che porta i cosiddetti 'pantaloni'. Io invece credo più nelle vie di mezzo, ovvero nel far credere all'uomo di avere il comando e poi fregarlo sotto banco. 

Come quando sono riuscita a convincere Daniel a passare un giorno intero al nuovo centro commerciale, facendomi da mulo e trasportando tutte le mie buste senza lamentarsi, e tutto perché ero riuscita a fargli credere che era stato lui a prendere quella decisione. Così lui si era sentito potente ed io avevo comprato dieci outfit senza troppa fatica. Gli uomini, in fondo, sono creature tanto semplici. 

Lo conoscevo abbastanza bene, anche meglio di quanto conoscevo i miei nemici, e sapevo bene dove andare a colpire per ferirlo di più. Tanto che appena entrai in quella casa, ignorai palesemente tutte le altre stanze, nonostante rischiassero di creare in me sentimenti contrastanti. Ogni posto, in quell'appartamento, era stata la scena di un momento insieme a Daniel. 

La cucina, era il luogo dove la sera passavamo più tempo, a cucinare insieme piatti sempre più prelibati e a sfidarci per scoprire chi era lo chef più bravo. Nel salotto avevamo passato ore ed ore a guardare i film, litigando se vederne uno d'amore o uno di azione. Ma non potevo pensare a tutti i ricordi che avevamo collezionato negli anni, altrimenti sarei scoppiata a piangere invece che mantenere fede alla mia promessa di vendetta. 

I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora