Non so dirvi esattamente come mi sono sentita il giorno dopo il primo appuntamento con Brandy. Strana sicuramente. L'irritazione ancora me la sentivo dentro alle ossa e sapevo già che sarebbe servita tutta la domenica per riuscire a calmarmi del tutto. Però c'era una strana sensazione che provavo a ripensare soprattutto a quelle ultime parole che ci eravamo scambiati. Lui voleva rivedermi e non capivo neanche il perché.
La cosa importante da capire era se anche io avevo piacere ad uscire ancora con lui. Domanda da un milione di dollari. Troppo difficile da affrontare la domenica mattina seduta sul divano a bere il mio primo caffè della giornata, con la caviglia poggiata su un puff vecchio e scolorito, fissando il pavimento. Non accendo la televisione la mattina perché mi da quasi sui nervi.
Dalla mia posizione potevo vedere il corridoio che portava alle nostre camere da letto e con la coda dell'occhio non aspettavo altro che vedere i miei tre coinquilini uscire dalle loro stanze. Non erano in caso quando io rientrai, zoppicante e un po' in imbarazzo, ed ero veramente curiosa di sapere dove erano andati, sperando che il loro sabato sera fosse stato migliore del mio.
Ed uscirono perfino tutti e tre insieme dalle loro stanze, come se si fossero messi d'accordo, messi nudi come al solito - ci stavo facendo quasi l'abitudine - ciondolando invece di camminare come persone distinte e normali. Il primo a vedermi, alzando la testa e mettendomi difficilmente a fuoco, fu Jo, che con la mano si massaggiava la testa.
"Buon giorno ragazzi", annunciai sorridente, perché in fondo era sempre domenica mattina. La mia euforia - si fa per dire - causò una smorfia di dolore sul bel volto scolpito di Jo, e anche quello dei suoi amici: "Non urlare", mi ammonì Vince, sorpassando il pompiere e cercando di raggiungere la cucina a piccoli passi.
"Non sto gridando", gli feci notare anche se ormai non mi stava più a sentire, intento a litigare con la macchinetta del caffè, improvvisamente incastrata proprio quando serviva a lui. Gregor lo raggiunse, coprendosi gli occhi quando passò di fronte alla finestra, evidentemente sensibile al sole di quella splendida giornata.
Jo invece si lasciò cadere sul divano al mio fianco, poggiando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi. Vedendoli in quello stato, immaginando improvvisamente la loro notte di bagordi, mi venne quasi da ridere: "Sabato movimentato?", chiesi in realtà affamata di ogni dettaglio al riguardo. Peccato che non ottenni alcuna risposta.
Jo si voltò lentamente verso di me, ed aprì gli occhi con altrettanta lentezza per puntarli su di me. Ogni movimento lo faceva alla stessa velocità di un bradipo, perfino parlare, oltretutto anche un po' impastata: "E il tuo di sabato? è stato un disastro?", mi faceva piacere che s'interessasse a me, nonostante sembrasse in procinto di cadere in un sonno profondo per il resto della giornata.
"Da che cosa lo noti?", risposi sarcasticamente e facendo leggermente agitare il piede fasciato. Alla fine si era trattato di una distorsione di un legamento dal nome strano e lungo che adesso non ricordo. Niente di grave, secondo il dottore, ma la caviglia doveva restare fasciata e al riposo per un po'.
Vidi Jo ridere di me, e dire che ancora non gli avevo raccontato come era successo, nel momento in cui Gregor e Vince tornavano con tre tazze fumanti. Naturalmente l'amante dei videogiochi aveva pensato solo a se stesso mentre il brontolone, che pur era un gran gentiluomo, aveva versato del caffè anche all'amico quasi in coma etilico.
"Racconta", m'incitò Vince dopo essersi seduto proprio al mio fianco, anche lui faticando a tenere gli occhi aperti. Gregor invece si era seduto sulla poltrona e con la mano libera si teneva la testa, come se avesse paura che potesse staccarsi dal corpo e rotolare sul pavimento.
Con un gesto della mano e con poche parole liquidai la sera prima: "Diciamo che non è andata come speravo, dal ritardo, al freddo, la ganascia e infine l'ospedale. Meglio non entrare nei particolari. Voi piuttosto, dove siete andati?".
STAI LEGGENDO
I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)
ChickLitPrimo libro Alice, prossima ai trent'anni, wedding planner con la passione per gli abiti vintage e un po' eccentrica. Avendo tutti i giorni a che fare con spose, altari e anelli, sogna il s...