A causa dell'imbarazzo, e anche perché non avevo idea di come poter rivelare a Gregor che lo avevo presentato come mio fidanzato, lo evitai per quasi tutta la settimana, come se fosse la peste in persona. Lo so, è un comportamento infantile. Ma vorrei vedere voi nei miei panni.
Praticamente non passai mai per la cucina, dove lui di solito preparava la colazione per tutti, andando a mangiare al bar vicino all'ufficio - e così aumentando di qualche chilo - e ogni volta che ero costretta ad uscire o entrare in casa correvo come un'ossessa per passare il meno tempo possibile davanti al salotto.
Prendetemi pure per pazza ma ero convinta che se mi avesse visto in faccia si sarebbe reso conto che nascondevo qualcosa e la fine sarei stata costretta a sputare il rospo. Lo sapete, io e le bugie andiamo d'accordo solo se le dico a distanza di chilometri.
Oppure, ancora peggio, avrebbe il bisogno di chiedermi a che punto fossi con la mia decisione. E la verità era che ero in alto mare, non tanto perché non avessi riflettuto sulle sue parole - anzi, non facevo altro che elaborarle ed analizzarle ogni giorno - ma perché proprio non sapevo scegliere.
Il mio sesto senso, e anche la mia voglia di riscatto, m'imponevano quasi di prendere al volo l'opportunità che mi stava offrendo. Ma non volevo precipitarmi a bomba su di lui per poi rendermi conto che non faceva per me. Era stato chiaro, non voleva solo un'avventura, ma conoscermi meglio e, nel caso, fare anche sul serio.
Perciò, in preda al panico, feci l'unica cosa che in quella condizione per me era meglio. Dopo aver mandato un paio di messaggi ed essere passata alla gelateria italiana, mi presentai, venerdì sera - ancora prima dell'orario di cena - a casa della mia amica Kisha, che mi stava aspettando.
Mi sorrise, senza dire niente, nonostante avrebbe potuto non rispondere al citofono oppure mandarmi a quel paese e chiudermi la porta in faccia. Ma le migliori amiche ci sono sempre, anche quando una scema chiama all'improvviso, isterica, e dice che sarebbe passata a casa per renderle partecipi dei suoi disastri.
Per questo entrai, con i miei cinque chili di gelato al cioccolato - tanto avevo già preso un chilo quindi non me ne fregava più niente - che abbracciavo come se fossero un piccolo cucciolo indifeso e subito puntai gli occhi su Grace, già seduta sul divano. Era arrivata prima di me e come Kisha si stava chiedendo il motivo di quella chiamata improvvisa.
Fin dal college tra di noi c'era sempre stato un rapporto così profondo che ogni volta una di noi avesse un problema, le bastava mandare un messaggio con scritto SOS e tutte le altre si sarebbe precipitate da lei.
In quel caso però avevo precisato d'incontrarci a casa di Kisha, perché a casa mia c'era il motivo del mio turbamento. E a casa di Grace non mi sembrava il caso visto che rischiavo di uscire completamente fatta di canne a causa del fumo che girava nell'aria come se fossimo a Cernobyl.
"E' un completo disastro, io non più come fare", esordii con gli occhi iniettati di sangue, il sudore sulla fronte, i capelli un po' arruffati e l'affanno. In realtà sembravo già un po' drogata, soprattutto quando mi affrettai a raggiungere il divano, mi sedetti in mezzo quasi fossi la padrona di casa e buttai il secchio di gelato sul tavolino con un tonfo che fece saltare Grace dal suo posto.
Se non mi avessero conosciuto, probabilmente si sarebbe precipitate a chiamare alla polizia. Ed invece si guardarono, forse credendo che non le avessi notate, un po' impaurite.
"Tesoro, che cosa è successo?" Mi chiese Kisha, sedendosi così vicino a me che le nostre gambe si sfiorarono. Io le regalai uno di quegli sguardi affranti e persi che di solito non portavano nulla di buono.
"E' una storia molto lunga", affermai, avvicinandomi al tavolino e aprendo la cafona di gelato con una rabbia tale che il coperchio quasi salto in aria. "Ti vado a prendere un cucchiaino", si offrì Kisha, con un tono che lasciava intendere fosse un po' spaventata dal mio strano comportamento.
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I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)
ChickLitPrimo libro Alice, prossima ai trent'anni, wedding planner con la passione per gli abiti vintage e un po' eccentrica. Avendo tutti i giorni a che fare con spose, altari e anelli, sogna il s...