68. Una conclusione di classe

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La serata andò di bene in meglio. Brittany e il povero marito non furono costretti a subire altri momenti imbarazzanti perché, di fatto, Daniele Tori non ci rivolsero più la parola.  E gliene fui grata. 

Quando poi salì sul palco la band, Gregor m'invitò a ballare in pista ed io non persi tempo. Daniel odiava danzare perciò mi gustai la faccia contrita, ed invidiosa, di Tori mentre mi allontano, mano nella mano, con il mio cavaliere. 

Nell'osservarli seduti allo stesso tavolo, mi ero resa conto che il mio ex fidanzato non sarebbe mai riuscito a superar Gregor, per eleganza, educazione e anche bellezza. 

Non potevo che considerarmi fortunata, ma, quando fummo da soli, ben lontani dai due, e abbracciati mentre seguivamo il ritmo della musica, ci tenni a precisare: «Mi dispiace per l'imbarazzo che si è creato, e per averti messo in una situazione un po' critica».

Sapevo come la pensava su tutta la faccenda e mi aveva stupito vederlo così pronto a farsi avanti, mettendoci la faccia. Lo aveva fatto solo per gentilezza, ne ero sicura, anche se una parte di me amava pensare che fosse stato spinto dalla gelosia. 

Lui rimase serafico, senza scomporsi, mentre mi rassicurava: «E' sempre un po' imbarazzante rivedere vecchie fiamme, soprattutto quando si è in compagnia».

Non era per niente turbato, anche se pochi minuti prima aveva parlato con totale interesse. A Gregor non piaceva Daniel, lo aveva detto apertamente e lo mostrava nei suoi atteggiamenti, sempre molto controllati ma comunque veritieri. 

«Se fosse stato al contrario, non so se sarei riuscita a mantenere la calma come hai fatto tu, di fronte ad una tua ex», lo avevo detto, senza pensare troppo alle implicazioni delle mie parole.

In pratica avevo ammesso di essere così interessata a lui al punto da esserne gelosa. E non potevo rimangiarmelo. 

Una parte di me era curiosa di scoprire le storie passate di Gregor, anche per capire qualcosa in più su di lui. Poi però mi facevo mille paranoie e, considerando come sono fatta, meglio non rinvangare ciò che è stato. 

Lui rimase a rifletterci qualche istante, per poi ignorare palesemente il mio commento sulle sue ex ragazze e focalizzarsi su un altro punto, comunque importante. 

«Se ti ho dato l'impressione di essere tranquillo, sappi che non era così. E' che ho visto come ti ha fatto soffrire Daniel e non potevo restare in silenzio dopo tutto quello che hai passato».

Come a voler rimarcare bene le sue parole, mi strinse di più a sé, circondandomi la vita con le braccia. Appoggiai la testa sul suo petto così confortevole e sicure e tirai un lungo sospiro. 

Non ascoltavo neanche più la musica, persa nel suo profumo -dopo barba misto a qualcosa di molto costoso dal vago odore di sandalo - e chiusi perfino gli occhi. 

Quando la canzone finì, ed entrambi ci fermammo in mezzo alla pista, alzai la testa per poter guardare e, di getto, dissi: «Andiamocene».

«Cosa?», era visibile la sua confusione negli occhi. 

«Andiamocene via, mi sono stancata di stare qui», in fondo non sapevo bene neanche perché ci fossi andata. Solo per far vedere tutti la strada che avevo percorso fino a quel momento? Non ne valeva la pena. 

«Ma ancora non è neanche arrivato l'antipasto, e poi ci sono i premi...», non lo lasciai neanche finire di parlare. 

Gli diede un leggero buffetto sulla giacca, proprio all'altezza del cuore, e gli sorrisi: «Questa festa non è un granché, ammettiamolo».

Lo fissai apposta negli occhi. Perché Gregor Clay è sempre un uomo molto educato - questo l'ho detto un sacco di volte - e spesso non dice ciò che pensa proprio perché vuole essere gentile. O se lo dice, lo fa in modo così pacato e ingegnoso che finisci per dargli ragione.

I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora