30. Il jazz non è musica, è uno stile di vita

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Dopo aver accompagnato a un tavolo vicino al palco Gregor si scusò e andò a prepararsi per la serata, lasciandoci da sole.

Ordinai per me un Martini e per Emma una coca-cola e mi aspettai di tutto da quella serata. Non avevo neanche idea di quale tipo di musica suonasse un tipo come Gregor. Sinceramente avevi già scartato generi come heavy metal o rap, ma andare a esclusione lasciava sempre una buona fetta di possibilità. Guardando il palco non c'era molti indizi che potessero indicare la tipologia di musica, se non per il pianoforte.

Ricordavo vagamente di aver sentito della musica dal parcheggio ma qualcuno l'aveva tolta, prima che potessi rendermi conto di cosa si trattava. Comunque troppo difficile da identificare a causa del volume soffuso e del soave suono delle voci altrui.

Mi concentrai di più sulla bambina che mi sedeva accanto, per non pensare troppo al momento della rivelazione. Vedendola un po' in tensione, cercai di tirarla su di morale: "È la prima volta che lo vedi suonare?", e quando annuì con la testolina aggiunsi: "Siamo in due".

Le feci l'occhiolino, suscitando in lei un sorriso più rilassato. Tranquillizzare la gente a volte mi viene bene, soprattutto quando si tratta di bambini. Sembra difficile, e invece non c'è niente di più facile, perché tutti noi siamo stati bambini, basta solo ricordarsi com'era quel periodo della nostra vita.

E io mi stavo sforzando intensamente per cercare anche di capire che cosa può provare una bambina di dieci anni con una situazione familiare come quella di Emma. E devo ammetterlo, morivo dalla voglia di conoscere più dettagli su tutta la storia. Se Gregor e i ragazzi non volevano dirmi niente, allora avrei chiesto a qualcun'altro, magari una piccola ragazza più propensa alle chiacchiere. 

"Tua madre lo sa che Gregor ti ha portata qui?", le chiesi, più con la voglia di scoprire chi era la donna che aveva rubato, almeno per un po', il cuore del suo coinquilino. Perché se ci aveva fatto una figlia, doveva averla amata, e conoscendo Gregor anche tanto. 

Lei mi fissò per qualche istante, quasi non capisse, e poi con un guizzo consapevole scosse la testa e rispose: "Non vivo con mia madre, ma con i suoi genitori. I miei nonni materni. E loro sono un po', all'antica", che per me significava che non avrebbero mai apprezzato vedere la nipote in un locale ad ascoltare musica. 

Pensai subito al peggio, perciò la fissai con occhi da cane bastonato, come se fossi stata io a perdere la mamma. Non sono brava in certe cose, non so mai cosa dire nel momento del bisogno e ho sempre paura di parlare a sproposito peggiorando le cose. Per questo mi misi una mano sul cuore, come a voler sentire quell'organo battere, e sentii chiaramente bruciarmi gli occhi. Stavo per piangere, ne ero sicura, e anche se avrei voluto non farlo, non potevo certo controllare certi miei istinti. 

Emma dovette intuire ciò che aveva capito dalle sue parole perché aggiunse di corsa, quasi a volersi scusare: "Non è come pensi, non è morta", abbassò leggermente la testa e aggiunse sommessamente, con il musino triste: "E' solo andata via". Non credo ci sia niente di più brutto per un bambino che essere abbandonato dal proprio genitori. Si vive costantemente con la convinzione di non essere stato amato abbastanza. Ed Emma non se lo merita. 

Mi dispiaceva davvero e mi sentivo in colpa anche solo per aver aperto il discorso, perché sapevo di averla rattristata. Il mio unico intento era quello di farla sentire a suo agio e invece avevo fatto proprio l'opposto, perciò cercai di rimediare. 

"Secondo te che tipo di band è? Non ce lo vedo proprio tuo padre a suonare raggae con tanto di parrucca di rasta", risi io stessa alla mia battuta e riuscì di nuovo a strapparle un sorriso nell'attesa dell'arrivo del gruppo. Non credevo di poter intavolare un qualche tipo di discorso sulla musica con una bambina di dieci anni e non mi stupii affatto quando mi rivelò di essere una fan di Justin Bieber. 

I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora