25. Ci sarà un valido motivo se gli uomini non amano fare shopping

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Prendetemi pure per pazza ma ho sempre pensato che anche gli uomini hanno un periodo del mese in cui è meglio non disturbarli troppo perché tesi come corde di violino. Anche per una persona come Gregor.

Il mio istinto infallibile mi diceva che era successo qualcosa lunedì, perché da quella sera in poi divenne intrattabile. Più del solito. E per qualche motivo inspiegabile ci ritrovammo tutti e quattro al centro commerciale a fare shopping. Sì avete capito bene, io, Jo, Vince e Gregor in giro per negozi di arredamento.

Ero sicura che il brontolone nascondesse qualche dote speciale sotto allo smoking, ma non avrei mai immaginato che fosse così bravo a convincere le persone a seguirlo. Vince e Jo sembravano tutto fuorché ragazzi felici di girare gli scaffali in cerca di un tappeto o del colore giusto per gli asciugamani. E nonostante io amo fare shopping - soprattutto quando si tratta delle casa - mi dispiaceva davvero per loro, che ciondolavano annoiati e con la coda fra le gambe.

Io invece mi domandavo perché mai Gregor ci aveva portato tutti quanti a scegliere il nuovo arredamento. Mi chiedevo anche quando si fosse deciso a rinnovare la casa e cosa lo aveva spinto a farlo ma conoscendolo sapevo che non mi avrebbe risposto. I ragazzi erano q conoscenza di tutto, ma non parlavano perché ritenevano che fosse giusto così. Il segreto era di Gregor e lui doveva fidarsi di me al punto di raccontarmelo.

"Se andrà bene comunque lo verrai a sapere", era stata l'unica cosa che aveva detto Jo dopo le mie numerose domande. Ma a me non bastava, volevo di più, soprattutto se qualcuno mi costringeva ad uscire da casa dopo una lunga giornata di lavoro senza un motivo apparentemente valido. 

"Mi ripetete che cosa stiamo facendo?", chiesi con tono volutamente da lamentela mentre ci aggiravamo nel reparto tappezzeria, alla ricerca di un nuovo tappeto per la cucina. Ce n'erano un paio che mi piacevano ma non ero sicura che i ragazzi sarebbero stati d'accordo con me. 

In risposta Gregor alzò gli occhi al cielo e sbuffò: "Domani verrà una persona importante a vedere la casa e deve essere perfetta", dal tono di voce che aveva usato, perentorio, si capiva che ci teneva molto per questo, anche se ancora non mi stava del tutto a genio, ero pronta ad aiutarlo. 

"Allora io sceglierei il tappetto rosso che da un tocco di colore e fa risaltare la cucina", affermai con un sorriso, se pur forzato. Jo, con le mani in tasca e lo sguardo rivolto al pavimento, bofonchiò: "Dobbiamo per forza farlo tutti insieme? Sono sicuro che Alice muore dalla voglia di cambiare un po' l'arredamento della casa, fatti aiutare da lei". 

La sua lamentele gli fece beccare un'occhiataccia di quelle glaciali che ti fanno rabbrividire all'istante da parte di Gregor che ribatté: "Si, dobbiamo, perché ci vivi anche tu in quella casa e da quando l'abbiamo presa non ho mai comprato nulla senza il vostro consenso", poi si voltò a fissare me, facendomi sentire piccola come una formica mentre aggiungeva con tono accusatorio: "è così che facciamo, non si prendono decisioni importanti sulla casa se prima non ci siamo concordati". 

Sapevo bene che si stava riferendo allo specchio del bagno, che avevo cambiato senza chiedere a nessuno, e la sua frase mi fece sentire davvero una pessima persona. Certo, non avevo ucciso nessuno ma sembrava così importante per Gregor, che tutto andasse come voleva lui, che mi dispiaceva sul serio. Pensavo che era arrabbiato perché gli ero antipatica ed invece avrebbe solo voluto essere messo a conoscenza del nuovo acquisto. 

E mi impressionò anche il suo pensiero. Non comprava nulla per la casa se prima non lo faceva vedere ai suoi due coinquilini - ormai tre con me - e voleva il loro consiglio, questo significava solo che per Gregor quella era molto di più di una convivenza. Oltre al fatto che teneva molto in considerazione le nostre opinioni, perfino la mia che ero l'ultima arrivata. 

I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora