47. Un taglio netto

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Ci misi due giorni a prendere quella difficile decisione. Due giorni di completa indecisione.

Ero passata davanti a quel negozio un paio di volte, presa quasi dalla spinta di farlo, ma poi ci avevo rinunciato. Fino a quel giorno.

Sono sempre stata un po', come si può dire, ostica nel prendere le grandi decisioni.

Una che ci rimugina mille volte, che fa ricerche, che riflettere e stra riflette prima di poter scegliere.

E comunque non sono mai convinta fino in fondo. C'è sempre una piccola parte di me, indecisa cronica, che pensa di aver fatto la scelta sbagliata.

L'ultima volta, quando ho dovuto scegliere la mia macchina, sono passati sei mesi prima che io fossi riuscita a uscire dalla concessionaria con un contratto.

Avevo fatto il giro di tutti i negozi di Chicago, alla ricerca non solo nel migliora qualità/prezzo ma un automobile in grado di convincermi a pieno su tutto.

E nonostante io non fossi mai stata un'esperta di motori, mi ero documentata apposta per fare la scelta giusta.

Perciò una risultava troppo lenta, un'altra non mi piacevano i colori proposti, un'altra ancora aveva la seduta troppo stretta e così via.

Nessuna mi aveva colpito veramente ma alla fine avevo ceduto, anche sotto convinzione di Daniel.

E se devo essere sincera, neanche oggi questa macchina mi entusiasma poi più di tanto.

Quando l'avevo comprata, e per il primo mese, fui contenta di averne una nuova per la prima volta. Ma dopo i dubbi sono tornati.

Non che sia una pessima macchina ma sono sicura che se avessi avuto più tempo forse... Ecco, lo sto rifacendo.

Se fosse per me non prenderei nessuna decisione ma rimanderei all'infinito in prospettiva di trovare qualcosa di migliore.

E infatti è sempre grazie all'intervento di qualcuno se alla fine scelgo.

Per trasferirmi in America ebbi bisogno dell'incoraggiamento dei miei amici. Per comprare la macchina di Daniele e quando decisi di acquistare delle scarpe nuove, se non fosse stato per Grace - che mi convinse a prendere quelle blu - sarei rimasta nel negozio fino alla chiusura e oltre.

E chi poteva assicurarsi che andassi fino in fondo nel mio orgoglioso intento? Ovviamente nessuno era perfetto quanto Gregor.

Lui è così fermo nelle sue idee, raramente sbaglia e si scompone e in quel momento avevo proprio bisogno di un punto stabile. La colonna portante nella mia vita.

Ma feci fatica anche solo a chiederglielo, pensando che mi potesse reputare infantile e stupida.

Invece lui mi stupì, trovando perfino sensato il ragionamento - che devo ammettere suonare un po' contorto anche a me - e accettò di accompagnarmi volentieri.

Obiettò soltanto: "Ma non ti convincerlo a farlo. Sei adulta e devi prendere la tua decisione senza essere condizionata da me".

Mi poteva anche stare bene, nonostante sperassi che le sua presenza fungesse proprio da motore trainante alle mie azioni.

Non potevo aspettarmi altro da Gregor, che da quando lo conoscevo aveva lasciato intuire che non avrebbe mai preso decisioni al posto di qualcun altro.

Ma speravo comunque che una volta raggiunta la destinazione, nel suo modo pacato e saggio Gregor sarebbe stato in grado di incoraggiarmi.

Per questo, quando parcheggiò di fronte alla vetrina, la prima cosa che feci dopo aver tirato un lungo sospiro, fu quella di voltarmi a guardarlo.

I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora