Alla fine della cena Gregor tirò fuori due mono porzioni di torta red velvet, fatte in casa. Rosse come l'amore. Come i nostri cuori che battevano all'unisono. Ok, forse sono un po' troppo smielata ma mi ci ha portato la situazione.
Non potevo smettere di guardare Gregor e pensare a quanto fosse bello, gentile e interessato a me. Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli per rendere quell'esperienza unica e indimenticabile.
Dall'emozione mi tremavano le gambe e fu una fortuna che fossi seduta altrimenti saresti stata già a terra. Mi sentivo come una stupida ragazzina in preda agli ormoni, davanti al ragazzo per il quale ha una cotta da anni.
E a dire la sincera verità, non ricordavo neanche come ci si sentisse a provare tali emozioni. L'ultima volta probabilmente avevo sedici anni.
Lui si chiamava Sean, era bello quanto impacciato e ogni volta che lo vedevo diventavo scema.
Perdevo l'uso della parola, mi dimenticavo che camminare in fondo non è altro che mettere un piede davanti all'altro.
Gregor, in parte, mi faceva sentire così. Come una ragazzina alle prime armi, anche se un po' più cosciente di me e del mio corpo.
Lo spiavo quasi di nascosto, come un'adolescente, con la coda dell'occhio mentre assaporavo il dolce fatto con le sue mani. E lo stesso faceva lui, sorridendo malizioso.
"Scommetto che non hai sempre voluto fare la wedding planner", iniziò lui con il suo solito cipiglio curioso: "Che cosa voleva fare da grande la piccola Alice?"
"Beh, come tutte le bambine volevo diventare una principessa", affermai come se fosse una cosa ovvia, per poi aggiungere in tono mesto: "come se fosse un lavoro".
Lui rise, di gusto, come se fosse la battuta migliore che avesse mai ascoltato, mentre io non ero neanche convinta che fosse veramente uno scherzo. Ma Gregor non mente, e di certo non finge di essere divertito.
"E quando mi sono resa conto che sposare un principe non è una cosa tanto semplice, ho deciso che sarei diventata un'avventuriera", affermai con tono deciso e anche leggermente orgoglioso. Non tutte le bambine di sei anni hanno tali sogni.
"L'avventuriera?", mi chiese un po' perplesso, di sicuro stupito di questa mia risposta. "Sai quelle persone che vengono inviate agli angoli della terra per fare documentari in televisione?", aspettai che mi fece un cenno affermativo prima di aggiungere: "Ecco, io volevo essere una di quelle persone".
Glielo lessi in faccia che non credeva alle mie parole e non potevo certo biasimarlo. A prima vista, non ho affatto l'aspetto di una che desidera passare le sue giornate all'interno di una foresta pluviale circondata da fango, insetti e animali.
Eppure mi offesi un po' quando lo sentii dire: "Stai scherzando?" gli veniva perfino da ridere mentre parlava ed era così tenero che non riuscii a lanciargli un'occhiata fiammeggiante.
"No, dico sul serio. Da piccola ero un po' strana, invece che guardare cartoni animati mi fissavo davanti alla televisione con i documentari sulla natura e sugli animali. Mio padre mi lascia fare dicendo che in fondo stavo imparando qualcosa".
Ma lui non la smetteva di ridere mentre diceva: "Scusami ma non ti ci vedo proprio". E aveva ragione. Eppure il mio orgoglio m'intimò di continuare a difendere le mie scelte infantili.
"beh, mi piaceva viaggiare, poter visitare posti nuovi ma soprattutto adoravo l'idea di avventura. D'imbarcarmi in situazioni pericoloso alla ricerca di posti sperduti", a sei anni già viaggiavo molto con la mente.
"E cosa ti ha fatto cambiare idea?" mi chiese più convinto dalle mie parole. Ed era proprio quello che temevo, perché la risposta lo avrebbe fatto ridere di nuovo.
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I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)
Literatura FemininaPrimo libro Alice, prossima ai trent'anni, wedding planner con la passione per gli abiti vintage e un po' eccentrica. Avendo tutti i giorni a che fare con spose, altari e anelli, sogna il s...