IO ... E URSULA (Cap. 4)

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Arrivati a destinazione i miei occhi sono diventati luccicanti dall'emozione e dalla meraviglia.
In questo momento sono davanti al castello di Atlantica, tutto d'oro scintillante. Vedo di qua e di là sirene e sirenetti nuotare per i fatti loro mentre i pesci mangiucchiavano qualche alga sugli scogli più profondi.
-Manu! Svelta! Che fai lì impalata?-.
Oh! Ariel ha ragione! Già è in ritardo per il concerto, poi deve perdere tempo con me? No, no, avrei ammirato il tutto in seguito.
Una volta entrati ci siamo diretti subito verso la sala del trono sperando che il concerto non sia già finito. E ... l'unica persona che avevamo sperato di non vedere è lì, seduto sul suo trono, con quel scintillante Tridente tra le mani.
"La faccenda qui si complica!" penso.
Noto che lo sguardo del Re è accigliato, arrabbiato e nervoso. Beh, un po' ha ragione, infatti quella non è la prima volta, per quanto ne so io. Non aveva nemmeno partecipato alle prove!
-Io non so più cosa fare con te signorinella!-.
Io preferisco stare zitta, non sono cose che mi riguardano, e non voglio immischiarmi.
-Papà mi dispiace ... -.
A quel punto Fluonder cerca di aiutare l'amica inventandosi una scusa, basata però su quello che era davvero successo.
-Siamo stati attaccati da uno squalo, sì uno squalo, abbiamo tentato ma era impossibile ... - si vede che sa che se dice qualcosa di sbagliato tutto sarebbe rivoltato contro Ariel: -E poi. Fiu. Ci siamo salvati. Poi è arrivato quel gabbiano ... -.
"Cacchio!!" penso.
Mi ero completamente scordata di quella scena, ma oramai è troppo tardi. Nonostante questo gli tappo la bocca e lo guardo con occhi che dicono da soli 'ma cosa cavolo stai facendo?'.
Purtroppo la parola gabbiano è stata gettata fuori e Tritone l'ha sentita benissimo.
-Quindi sei salita in superficie?-.
-Non è successo niente papà. - cerca di sminuire lei.
-Non voglio che la mia bambina finisca tra le mani di quei sporchi umani. -.
-Io non sono una bambina! Ho 16 anni!-.
-Guai a te se scopro che sali di nuovo in superficie, mi sono spiegato?-.
E Ariel, con le lacrime agli occhi, scappa via, seguita da Flounder. Io, invece, decido di dire al re delle ultime parole, prima di andare: -Maestà, non voglio mettermi in mezzo a questa faccenda, ma secondo me trattate vostra figlia troppo severamente. Ma comunque, è vostra figlia ... - e me ne vado.
Sì. È vero. Secondo me bisognerebbe lasciare un minimo di libertà agli adolescenti, ovviamente entro certi limiti, ma so già il motivo di tanta protettività. La morte di Atena l'ha colpito profondamente e non posso fare altro che acconsentire.
Comunque, seguo Ariel che intanto è scappata via piangendo. Bah, io sapevo che le sirene quando erano tristi non piangessero, il ché le faceva soffrire ancora di più, ma m trovo in un cartone animato ... nella realtà.
Come infatti sia stato possibile questo mio 'teletrasporto' dal mio al mondo di Atlantica non mi è ancora chiaro, ma non è il momento giusto per farsi domande del genere.
Ne approfitto del momento per chiedere ad Ariel dove custodisse tutto gli oggetti trovati. L'ho sempre sognato! E lei ... uh! se è contenta di farmi vedere!
Ci dirigiamo subito nel suo covo segreto e ... oh! Che meraviglia!
-Ariel! Cosa c'è?- domanda Flunder all'amica, che non ha una bella cera.
-Io non capisco. Perché un essere che crea cose così preziose, può essere cattivo?-.
E comincia a cantare una delle canzoni a mio parere più belle della Disney: Parte Del Tuo Mondo.

Se solo sapesse che il padre non ha tutti i torti! Io preferirei restare In Fondo Al Mare, non so se mi spiego, al posto suo.
Però non apro bocca, è un suo sogno, non voglio rovinarlo, e poi non deve sapere quello che mi è successo ... anche se alla fine avrei dovuto sputare il rospo!
-Mi fai vedere la tua collezione?-.
Lei mi mostra tutto entusiasta e io le spiego il VERO utilizzo di quegli oggetti. Oh, non ne posso più di quel gabbiano, anche se in fin dei torti, non è poi così inutile!
Ad un certo punto ci voltiamo tutti di scatto, sentendo un rumore improvviso. Sebastian? Ah! Già! Tritone lo aveva mandato a tener d'occhio Ariel ed era in qualche modo riuscito ad entrare.
-So soltanto tuo padre lo scoprisse ... - urla lui levandosi un anello incastrato ad una zampa.
-... Ma tu starai muto come un pesce, vero?- chiedo io.
-Ti prego,Sebastian, mio padre non capirebbe!- esclama Ariel.
Mentre Sebastian cerca di portarla a casa un'ombra enorme si staglia sopra le nostre teste.
Saliamo e ... vediamo una maestosa nave da cui escono dei fuochi d'artificio che Ariel sicuramente scambierebbe per magia. Subito, incuriosita, si arrampica e raggiunge un posto in cui riesce a vedere tutto ... tra cui un bellissimo principe.
E poi ... tuoni e fulmini! Una tempesta causa l'esplosione dell'intera nave e la sirenetta si getta in acqua per salvare il suo principe. Decido di darle una mano, mentre non vedo traccia di Flounder e Sebastian.
Alla fine, portato a riva, io mi nascondo dietro lo scoglio più vicino, mentre lei canta, e la sua voce rimane impressa nella mente del principe che, svegliatosi mezzo stordito, si innamora della giovane.

Così ce ne torniamo negli Abissi. Ed ecco di nuovo Flotsam e Jetsam con i loro occhi dorati.
-Vi raggiungo più tardi, voglio esplorare questo posto. -.
-Manu, sicura? E se ti scoprono?-.
-Non ho problemi, tanto cosa devo perdere?-. E me ne vado. Aspetto che se ne vadano anche loro e, una volta accaduto, mi avvicino alle murene.
-Avete visto tutto?-.
Flotsam: -Sì, e avevi ragione ... -.
Jetsam: - ... ora Ursula vuole sapere come andare avanti. -.
-Ditele di prepararsi, fra un po' ci sarà il giusto momento per convincerla a venire. -.
Jetsam: -Ursula sa che tu hai tante domande da farle ... -.
Flotsam: - ... ma dice che ogni cosa ha il suo tempo. -.
-E va bene. Non mi lamento. Avrò la pazienza di aspettare. - e mi getto in acqua.
Mentre scendo verso il castello penso alla statua del principe, quella sulla sua nave regalatagli per il suo compleanno. Mi chiedo dove si trovi e come possa portarla alla grotta!
Infatti nel cartone è Flounder a farle la sorpresa ... ma come ha fatto? Me lo sono sempre chiesta. Sicuramente non ha fatto tutto da solo ed è impossibile che sia calata dritta dritta nel covo. Ma ... Beh ... È un cartone ... E nei cartoni tutto è possibile!

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