IO ... E URSULA (Cap. 5)

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Ho un idea per portare la statua nella grotta. Innanzitutto avverto Flounder.
-Wow! Che idea fantastica! Ad Ariel piacerà tantissimo!-.
Andiamo in giro per la zona in cui era affondata la nave di Eric e ... la troviamo! Sì si, eccola laggiù! Bella di quarzo scintillante, inconfondibile, identica ad Eric. Ora il problema è ... come la portiamo? Provo a sollevarla ma è pesantissima. Allora come facciamo?
-Manu ... lo senti anche tu?- chiede lui tremando come un pesce rosso.
Si si. Sento russare. E dietro la nave ... c'è quel maledetto squalo di prima! Din! Ecco che si accende la lampadina. Cerco in ogni dove una corda e un amo. Il primo lo trovo in un cassetto sul ponte, il secondo in una stanza privata, forse di un marinaio.
-Ehi! Cosa vuoi fare?-.
Non gli rispondo. Attorciglio la corda attorno alla statua e il resto la metto piano piano nella bocca dello squalo. Poi prendo un pesce purtroppo morto e lo attacco all'amo.
Accarezzo la pinna dorsale dello squalo facendolo svegliare.
-Ma sei impazzita?-.
-Ehi! Ciao! Ti ricordi di me?-.
Lui cerca di attaccarmi ma lo blocco subito mostrandogli il pesce.
-Se mi aiuti potrai averlo. -.
Forse contento, e vedendo la statua, mi fa salire in groppa e porta me e la statua a destinazione.
Datogli il premio se ne va soddisfatto. A quel punto con tutte le mie forze trascino la statua dentro la grotta. Fiu! Ce l'abbiamo fatta!
-Qua la pinna!-.
Ora non resta che chiamare Ariel! Mando Flounder in missione mentre io esco dalla grotta e faccio cenno a Flotsam e Jetsam di stare attenti. Poi rimango fuori in attesa del loro arrivo. Quando ciò accade ... oh! Ariel resta ipnotizzata dalla statua e fa la civetta con essa.
Mentre la sirenetta gironzola attorno all'Eric di pietra, penso che il tutto sia stato troppo facile. Cerco di ricordare la scena in cui mi trovo, ma niente, vuoto totale ... almeno finché non sento Ariel gridare Papà.
Oh Dio! Come ho potuto scordarlo? Sebastian, che non poteva starsene con la bocca chiusa, aveva detto 'per sbaglio' tutto a Tritone e lui è qui giustamente incavolato.
"Cavalletti e ora?" penso mordendomi il labbro.
-È vero che hai salvato un umano che stava per affogare?-.
Come ricordo bene quel discorso, finito male. Mentre sento i due discutere mi viene in mente cosa fare. No, non voglio che finisca così, anche se poi con quale scusa sarebbero intervenute le murene? No, me ne infischio, avrei trovato un'altro modo, ma non voglio assolutamente che finisca male.
-Papà io lo amo!-.
Sgrano gli occhi. Avrei potuto fare qualcosa prima, ma adesso o la va o la spacca.
-Hai perso il lume della ragione! È un umano tu sei una sirena!-.
Mi preparo. Tutti quegli oggetti, tutti quei cimeli storici, tutta quella storia ... non posso lasciarla distruggere!
-Credo che debba prendere dei seri provvedimenti! E se questo è l'unico modo ... - e il tridente comincia a sfavillare di una luce giallo ocra che rende lo sguardo del re cupo e inquietante.
A quel punto mi scaglio tra lui e Ariel e aprendo le braccia imploro: -Maestà! Sia ragionevole! Crede che questo risolva tutto? Peggiorerà solo la situazione!-.
Lui a quel punto non è più il saggio re del mare, è un'altra persona.
Mi prende per il collo, coprendo le branchie, e rischio di soffocare.
-Tu ... non sei nessuno! Sei spuntata dal nulla e vuoi pure dettare regole?- e mi scaraventa addosso alla parete di destra facendo cadere qualche oggetto tra cui un amo e una collana di perle. La botta è stata forte e, mentre massaggio la testa dolorante, assisto tristemente alla scena più triste che io ricordi nel cartone.
Alla fine non è rimasto più nulla, se non il volto della statua, in un angolo, e Ariel piange disperata. Mi avvicino a lei cercando di consolarla, poi guardo Tritone e mi limito solo a scuotere la testa, ancora dolorante. Mentre se ne va Sebastian cerca di chiedere scusa ma Ariel lo caccia subito.
-Ha bisogno di restare sola. -.
E quando esce con Flounder vedo i due occhi d'oro delle murene e faccio loro cenno di entrare.
Si, il dialogo lo so a memoria, ed è pure inutile scriverlo. Come avevo sospettato Ariel rifiuta ad andare dalla strega.
Prendo il volto della statua e ... beh, devo fare la mia parte.
-Senti, non voglio convincerti, la scelta deve essere tua ma ... chi altro potrebbe aiutarti? Oltre a tuo padre solo Lei usa la magia. -.
Lei annuisce e mi chiede se mi fa ancora male la testa. Rispondo di no e le dico che l'avrei aspettata fuori.
Le murene sono fuori la grotta.
Una volta uscita, Ariel accetta e ci dirigiamo verso l'antro della strega.
-Non andate! È un mostro!- urla Sebastian.
-Vallo a dire a Tritone! Visto che non sai tenere la bocca chiusa!- dico io.
Viaggiamo per un po' di tempo fino ad arrivare nel Mäelstrom (spero si scriva così), terra della strega.
E beh, il resto si sa. Ursula propone il patto, Ariel firma il contratto, e Ursula le da le gambe una volta presa la sua voce.

Alla fine Flounder e Sebastian la aiutano a salire in superficie mentre io resto qui, davanti a lei, che mi sorride impaziente di sentire come andare avanti.
Le spiego tutto, tralasciando apposta il dettaglio che Scuttle avrebbe scoperto la sua vera identità attraverso lo specchio. Perché? Forse perché vorrei assistere alla scena finale ...
Mentre parlo mi sento giù di morale. Stavo aiutando pur sempre un Cattivo, e in fondo c'è una voce che mi fa provar pena di Ariel e di quello che le accadrà. Nel cartone la causa è Ursula, ma adesso sono io, una delle sue poche Amiche, se non l'unica.
-Che cos'hai, mia cara?-. Vedo che l'ha notato.
-Oh, niente, stavo solo pensando che forse dovrei tenere sott'occhio la figlia di Tritone, così Flotsam e Jetsam agiranno al momento opportuno. -.
Lei sorride, ma penso che non mi creda fino in fondo.
Comunque cambia argomento e prende da uno scaffale qualcosa. Cerco di guardare, ma non vedo niente. Alla fine me lo consegna: è una pietra preziosa, forse diamante dalle venature azzurre tipiche dello zaffiro, in cui di può vedere Atlantica e varie sirene di qua e di là.
Rimango sorpresa. Non me l'aspettavo proprio.
-Tieni, tesoro, questa pietra è fatta con lo stesso materiale della mia sfera di cristallo. Voglio che lo tenga tu. -.
Mi sembra familiare quella pietra, ma al momento non ho illuminazioni, che di solito arrivano all'improvviso.
La ringrazio e le chiedo il motivo del dono.
-Mi stai dando una mano enorme! Sei una manna dal cielo ... - e mi accarezza la gola con il dito indice: -e voglio ricompensarti. -.
Non ho parole, perciò me ne vado via senza aggiungere parola.
Guardo la strana pietra fra le mie mani ... mi è veramente familiare ... ma ... oh, se solo mi venisse in mente!

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