Capitolo 47 - L'ora della verità

56 2 3
                                    

Apologize - Impossible - I gotta go on my way

Era il compleanno di Luke, e stranamente aveva insistito perché ci fossi anche io. Non che mi dispiacesse, anzi avevo rivalutato Luke.

Nonostante ancora non avessi sentito Cameron dal nostro litigio, avevo deciso di parlargli quella sera. Avevo intenzione di chiarire con lui, seriamente.

Mi preparai velocemente, essendo in ritardo come mio solito: indossai una saloppette corta di jeans chiaro, un crop top bordeaux sotto e le mie Vans bianche e nere. Legai i capelli in una treccia a spina e mi truccai leggermente.
Arrivai a destinazione grazie al passaggio in vespa della mia migliore amica.
La casa era decorata con palloncini colorati e festoni. Salutai il festeggiato e iniziai a parlare con gli altri invitati, che stranamente erano solo i nostri amici. Mi aspettavo milioni di invitati e musica a palla, cose che mancavano totalmente.

Cameron arrivó dopo poco, ma lo notai solo quando la voce squittente di Victoria lo chiamó: "Il mio Cameron preferito! Sei venuto da solo?"
I nostri occhi si scontrarono, ma lui abbassó lo guardo, come se si vergognasse di guardarmi.
Non riuscii a parlarci, fin quando non venne lui da me e mi disse: "Devo parlarti urgentemente, Emi"
Feci per rispondere ma il campanello mi bloccó.
Alla visione degli ultimi arrivati, autoinvitati, tutti rimanemmo di stucco.

Caroline ed Alex, mano nella mano, erano davanti a noi affiancati dalla barbie che era la causa del litigio tra me e Cameron.
"Sorpresa! Buon compleanno Luke" disse Harper, con la solita vocina fastidiosa
"Grazie Harper" si limitó a dire, poi prese la sua 'fidanzata' in disparte chiedendole: "Li hai invitati tu?"
Lei non rispose, ma tornó in soggiorno, dove nessuno aveva detto ancora una parola.
"Bel lavoro Vic, grazie dell'aiuto" disse Harper, dopo diversi minuti di silenzio
"Quale aiuto? Di che parlate?" chiese Luke
"Noi, pensiamo sia arrivato il momento di dirvi la verità. Soprattutto a te, Emily"
"Quale verità?" chiesi spaventata. Il suo tono mi stava realmente impaurendo.
"Carol, cara, diglielo"
"Emily, ricordati sempre che ti voglio bene, nonostante tutto"
"Perché dici così? Cosa hai fatto?" chiesi.
Mi invitarono a sedermi, e tutti i miei amici fecero come me.
I tre erano in piedi, di fronte a me.
Mia cugina aveva un'aria afflitta, Alex era impassibile ed Harper era divertita. Qualsiasi cosa mi stessero per dire, avevo già capito non fosse molto positiva.

"Emily, sei sempre stata la mia cugina preferita. Peró, nonostante andassimo molto d'accordo, fin da quando eravamo piccole ti ho sempre invidiato. Tu eri quella bella, intelligente, spontanea... Tutti ti preferivano" inizió
"Ma che stai dicendo?" dissi io
"Fammi parlare, per favore" insistesse lei, per poi sedersi sulla poltrona di fronte a me e continuare: "Quando é morto tuo padre, ero triste per te, certo, ma allo stesso tempo mi sentivo di avere una cosa in più di te. So che é brutto da dire, ma é così. Poi peró il destino ci ha voluto rimettere sullo stesso gradino, e si é portato via mio padre..." e abbassó lo sguardo, con una tristezza palpabile.

Il ricordo della scomparsa di mio padre mi fece sentire le lacrime, che minacciavano di uscire. Ma con fermezza, mi obbligai a cacciarle indietro, ed ascoltare il racconto.

"Quando vi siete trasferiti qui, ero contenta, realmente. Almeno fin quando non é cominciata la scuola. Avevo costruito tanto alla Beacon, facendomi una cerchia di amici e una buona reputazione. Ma sei arrivata tu. Eri la ragazza nuova e bella, che tutti guardavano e cercavano di conoscere. Non lo sai, ma molti ragazzi che per 4 anni non mi avevano rivolto una parola, mi chiesero il tuo numero all'inizio dell'anno. E non puoi capire come mi sia sentita in quel periodo. Poi ti sei messa con Alex, e ho pensato che non essendo 'disponibile' sarebbe stato il mio turno di essere sotto i riflettori. Ma fin dal primo giorno Cameron ti aveva messo gli occhi addosso, e anche se non volevo ammetterlo, a me lui piaceva ancora. Ero invidiosa delle attenzioni che ti ha dato da subito, e che per me non ha mai avuto. Ma c'era Alex con te, quindi ero tranquilla che non ti saresti fatta incantare da Cameron. Ma quando hai lasciato Alex, ogni giorno ti avvicinavi di più a lui, e non lo sopportavo. Così ho cominciato a dirti di stargli lontano, usando la scusa di quello che mi aveva fatto. E non ha funzionato." sospirò
"Quando vi siete messi insieme, io c'ero. Vi ho visti nel cortile quando vi siete baciati.. E non puoi immaginare come l'invidia, che già era dentro di me, si sia manifestata in maniera esagerata. L'unico che mi poteva capire stava cambiando scuola, quindi ho anche pensato di raggiungerlo. Ma mia madre non ha accettato e mi sono allontanata da te e da tutti gli altri... Poi Alex mi ha proposto una cosa: fartela pagare. Tu lo avevi ferito come avevi ferito me, e non volevamo che ti andasse tutto bene. All'inizio avevamo pensato solo a qualche trucco per farti dei 'dispetti', ma la cosa é diventata più grande di noi..." si bloccó e, finalmente, riprese fiato.

My Unexpected - L'Imprevisto più belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora