Capitolo 42 - E lui voleva me

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Marco Mengoni - Sai Che♬

"No no no, lasciami!" urlai, correndo nel prato di casa Dallas.
Era appena finito l'ultimo giorno di scuola e con tutti i nostri amici eravamo a casa di Cameron per festeggiare in piscina. Ma appena avevo messo piede in giardino, Cam aveva preso il tubo dell'acqua e aveva cominciato a schizzarmi, bagnandomi la maglietta bianca che, stupidamente, avevo deciso di indossare quella mattina.
"Non mi scappi!" urló di rimando il mio ragazzo, correndomi dietro.
In poco tempo mi raggiunse e sistemó le sue potenti braccia intorno al mio bacino per non farmi allontanare da lui.
"Visto, non riesci a superarmi"
"O forse ti ho lasciato vincere" lo sfidai
"Ho vinto perché sono un grande, cara signorina Swan"
"Oh mi scusi, grande signor Dallas"
"A me non dispiace" disse lui
"Per cosa?"
"Per questo" e mi puntó il tubo addosso, bagnandomi completamente.
Inutile dire, che alla fine della giornata eravamo tutti bagnati dalla testa ai piedi.

Alla sera la signora Dallas mi invitó a cenare da loro, e ne approffitai per farmi una doccia e far asciugare i vestiti.

Uscita dalla doccia del bagno, mi avvolsi un asciugamano bianco intorno al corpo e mi incamminai verso la camera degli ospiti, dove la madre di Cam mi aveva preparato i vestiti asciutti. Ma prima che potessi raggiungere la stanza, la mano mi fece deviare la strada.
Mi ritrovai addosso al corpo tonico del mio fidanzato, nella sua stanza.
"Tu sei matto!" dissi scherzando, ma anche spaventata per la sua improvvisata
"E tu sei stupenda" e mi bació.
Da un semplice bacio passammo ad uno più passionale e pian piano ci avvicinammo al suo letto. Mi fece cadere sul materasso morbido e lui si posizionó sopra di me, piantando le braccia vicino il mio volto, per evitare di schiacciarmi con il suo peso. E ricominciammo a baciarci.
Al contrario di come si puó pensare, in quasi 7 mesi di relazione, io e Cameron non l'avevamo mai fatto. Non ci eravamo spinti più in là di qualche bacio sul letto e qualche coccola. Non che fosse una cosa di 'non sono pronta' ecc.. Semplicemente per lui ero importante, forse una delle sue relazioni più importanti -e me lo aveva dimostrato- e per me, avendo avuto l'unica esperienza con il mio migliore amico, non volevo prendere l'iniziativa in qualcosa che non ero sicura sarebbe successa o che sarebbe durata.
Ma quella volta, lo volevo. Non mi importava se i suoi genitori sarebbe tornati dopo qualche ora, o se indossavo solo un asciugamano. Io non volevo candele, cuori e petali di rosa. Volevo lui, e lui voleva me.
E questo ci bastava.
*************************

Ero nella macchina di Cameron, il quale mi stava accompagnando a casa dopo la cema a casa sua. Ero appoggiata allo sportello della mia parte di auto, cullata dalle note di Photograph cantata dalla bellissima voce di Ed Sheeran, e Morfeo si stava per impossessare di me.
"Piccola, svegliati. Sennó mi tocca portati in camera, e non so se ne esco"
Risi e mi misi a sedere per bene.
"Davvero piccola, sono stato benissimo oggi" e mi prese la mano, senza peró mai staccare lo sguardo dalla strada
"Anche io" e gli stampai un bacio sulla guancia destra.
Arrivammo velocemente a casa mia e prima di scendere dall'auto, mi bloccó per il braccio, facendomi avvicinare a lui per baciarlo.
"Ciao, amore" dissi
"Ti amo" e sorrise.
Rientrai in casa con un sorriso a trentadue denti. Non poteva andare meglio di così.

My Unexpected - L'Imprevisto più belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora