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Il biondo davanti a me,si alzò dal muretto,parlando al telefono con qualcuno.
《Ha avuto una crisi di nervi.》spiegò al cellulare.《Ha incontrato nuovamente nostro padre,dopo quasi due anni di silenzio.》mormorò alzando gli occhi al cielo.《Poi..》lasció la frase in sospeso《C'è una novità che ti racconterà lui.》concluse con un sorriso sincero.《Va bene.》annuì.《L'indirizzo è sempre quello vero?》domandò,camminando avanti e indietro e cercando nella tasca del pantalone nero che indossava le chiavi della sua auto.
《Venti minuti e siamo da te.》concluse infine il biondo,chiudendo la chiamata.
《Dovunque tu mi voglia portare,io non ti seguo.》esclamai duro,appena lo vidi avvicinarsi.《Magnus è a casa,che sta male ed i-》fu lui stesso a bloccare il mio fiume di parole.《Con Magnus ci sono Isabelle,Catarina,Clary e cosa più importante Maia.》mi informò.《Il suo lavoro la porta a non abbandonare un paziente in difficoltà.》continuò.《E Magnus è un povero paziente..》guardò il telefono.《che nonostante sia malato continua ad essere sconvolgentemente sarcastico.》
Lo voltò mostrandomi un messaggio che mio ragazzo gli aveva appena inviato.

Riportamelo a casa tranquillo,oppure ti ritrovi un'orda di anatre avvezze al cannibalismo nel tuo letto,biondo tinto.

《E comunque io non sono biondo tinto.》gli risi in faccia,sorpassandolo e avviandomi verso la sua auto,non prima peró di aver preso l'attrezzatura abbandonata sulla panca.

L'auto si fermò davanti ad una piccola palazzina di periferia.Era non più di quattro piani,costruita in mattoni rosso scuro e con ampie vetrate sulla parte laterale,che mostravano in lontananza la magnificenza dei grattacieli Newyorkesi.Si distringuevano appena i contorni della città e questo rendeva il tutto ancora più suggestivo.
Sul citofono ogni nome era identicato dalle iniziali della persona apparteneva ogni appartamento.Non mi resi conto neanche del nome cliccato da Jace,mentre il rumore del portone che si apriva mi riportò sulla terra.
Aveva ragione Stephen,scaricare la rabbia aveva aiutato moltissimo,ma non in modo definitivo.Avevo bisogno di parlarne con qualcuno che in quegli anni mi aveva visto crescere ed era riuscito a comprendere il divario tra il "nuovo Alec" e il "vecchio Alec".
Solo quando ci trovammo sul pianerottolo dell'appartamento in cui Jace mi sta conducendo,mi resi conto da chi,mi stesse portando.
Jem.》sussurrai,avvicinandomi alla porta su cui era scritto Carstairs.
Proprio in quell'istante la porta si aprì,rivelando il nostro ex professore,con indosso un pantalone della tuta grigio e una maglia bianca leggerissima,sotto il quale risaltava,all'altezza della spalla un tatuaggio."Siamo come polvere ed ombra" era scritto in caratteri eleganti.
《Destinati a svanire.》ci aveva detto lui,durante una lezione del mio ultimo anno di college.《ma possiamo pur sempre provare a lasciare qualcosa in questa terra mortale,nell'anima immortale delle persone.》
In una mano aveva un violino,in legno scuro lucido e elegante,mentre nell'altra c'era l'archetto.
《Alec?》mi domandò con un sorriso dolce.《Hai bisogno di parlare vero?》si spostò facendomi entrare seguito da Jace.
《Pensavo molto peggio,sinceramente Jace.》si rivolse a mio fratello.《Perchè la crisi vera è propria l'ha già avuta.》spiegò.
《Lo sapete che sono capace di parlare,vero?》intervenni io,innervosito.
《Alec,mi puoi spiegare che sta succedendo?》domandò Jem,allungandomi quella che doveva essere una birra.Al centro del tavolino intorno a cui eravamo seduti,c'erano diversi stuzzichini.
"Grazie al cielo" esultai mentalmente,prendendo un sorso dalla birra.
Mi resi conto soltanto dopo un paio di minuti che era una semplice birra analcolica.
Alzai gli occhi al cielo.
《Alec.》mi richiamò Jem.《Smettila di fare la ragazzina l'Adolescente con gli sbalzi di umore e parla.》disse deciso l'uomo di fronte a me.《Hai ventiquattro anni non quattordici.》
《Ho incontrato mio padre,ok?》urlai.《Ho incontrato mio padre che ha completamente distrutto e disintegrato tutte le certezze che mi sono costruito in questi 2 anni senza di lui.》sospirai.《Mi ha fatto dubitare di tutto.》sbottai,girandomi tra le dita il collo della bottiglia.《Del mio futuro...》gli occhi mi si riempirono di lacrime e spinsi su tutto il autocontrollo pur di non scoppiare a piangere come un bambino.《del mio essere uomo.》
《Grazie al cielo,ha parlato!》esultò Jace.
《Alec.》mi richiamò Jem.《Ne abbiamo parlato già più di due anni fa in quel teatro.》continuò.《Perchè vuoi costringerti a vivere come vuole tuo padre?》
Erano 24 anni che andava avanti quella storia.Io che trovavo coraggio,lui che mi distruggeva e io che ritornavo sui miei passi.
Era successo quando a sedici anni,avevo deciso di comprarmi una chitarra che lui aveva successivamente buttato.Mi aveva semplicemente guardato con disprezzo,dicendo che avevo sprecato quei soldi che mi ero guadagnato facendo lavoretti nel quartiere e che dovevo pensare al mio futuro,a costruirmi qualcosa di reditizio e con successo.Riuscii a recuperare quella chitarra soltanto dopo 6 ore passate a scavare tra i rifiuti della discarica,guadagnandomi poi un sorriso da mamma che mi aveva semplicemente consigliato di andare a nascondere lo strumento nell'armadio,in modo che lui non potesse vederlo.
E mi ero iscritto al college,nella stessa facoltà che lui aveva frequentato,in modo da renderlo fiero in qualche modo.
Ma era tutto crollato e ora sentire quelle parole così velenose uscire dalla bocca dell'uomo che mi aveva cresciuto era stato ancor più doloroso,nonostante la compostezza con cui avevo sostenuto la conversazione.
Volevo riuscire a guadagnarmi il suo amore.
Quella consapevolezza mi fece tremare.
Avevo solamente voglia di piangere.Piangere fino a svuotare definitivamente i polmoni,fino a non avere neanche la forza di parlare.
Solo quando Jace mi richiamò mi resi conto di star seriamente piangendo.
Le lacrime bagnavano le mie mani ancora strette lungo il collo della birra analcolica che stavo bevendo.

《Ho sempre cercato un modo per guadagnarmi il suo affetto.》ammisi.《Non sono riuscito mai a fare qualcosa che lo abbia reso fiero di me.》continuai,il groppo in gola che non voleva sciogliersi.《niente di me,lo rende felice.》sospirai,passandomi una mano sul viso.Sentii una mano di Jace sulla mia spalla e poggiai come di riflesso la mia sulla sua.《Neanche del fatto che finalmente sono in pace con me stesso..》mormorai.《Non era felice per me,neanche quando gli ho detto che sto per sposarmi.》strinsi ancora di più la mano di Jace.《Neanche per quello.》
《Vi sposate?》il sorriso felice e genuino di Jem,riuscì a tranquillizzarmi e farmi sorridere a mia volta.《Non sappiamo quando..
》cominciai.《Probabilmente dopo l'Accademia,ma si...》gli comunicai.《Ci sposeremo.》mormorai,infine sorridendo.《e ovviamente sei invitato.》
《E allora perchè ti fai influenzare così dalle parole di quell'uomo?》la sua domanda mi porto solamente a riflettere.
Era come se mi avesse aperto la mente.
《Non so perchè mi importi così tanto.》mormorai.《forse perchè in fondo è mio padre,è io..gli voglio bene.》continuai.《Quando ero piccolo avevo un rapporto meraviglioso con lui.》respirai.《era il mio supereroe.》
《Poi hai scoperto tutto..》si intromise Jace.
《I tradimenti,la violenza..》mormorai.《ed è come se il mio supereroe preferito fosse stato sconfitto.》spiegai.《È come se Batman fosse stato sconfitto da Joker.》
《Allora pensa e ricorda Batman prima che fosse sconfitto da Joker.》aggiunse Jem.《ricorda quei bei momenti con felicità e con gioia,ma con coscienza della persona che è diventata..》spiegò poi.《Ma con la speranza che anche lui,possa migliorarsi.》
E aveva ragione.
La speranza era l'unica soluzione.

Spazio autrice.
Mi scuso per l'immenso ritardo ma ho avuto per metà capitolo un vero e proprio blocco dello scrittore.
Non sapevo come andare avanti.
L'ispirazione è tornata ieri sera ascoltando 'Defying Gravity'.
Non chiedetemi il motivo di questa cosa.
Spero di aggiornare il più presto possibile,pregando che l'ispirazione non se ne vada all'improvviso.

Saluti e tanto ma tanto amore.

Musicology.||MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora