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Ci vollero tre secondi prima di raccattare la giacca,infilare il portafogli in tasca e recuperare il cellulare su cui spiccava la foto di Simon,che stavo chiamando in vivavoce.
《Sei sicuro?》fu la domanda che gli feci appena attaccò la chiamata.《Piú che sicuro.》esclamò esuberante lui,mentre correvo giù per le scale,con l'intento di arrivare il prima possibile alla fermata della metro.《Abbiamo appuntamento tra  un'ora con il proprietario.》spiegò poi.《Merda.》infilai gli auricolari,cominciando a correre.《per arrivare in treno ci voglio 45 minuti.》
《Allora,riattacca e corri.》
Riattaccai la chiamata,correndo lungo le gradinate della metropolitana,scavalcando persone e rischiando di cadere dai gradini decine di volte.
Ma ne valeva la pena per realizzare il proprio sogno.
Un sogno che fino a due anni prima sembrava impossibile.
Erano passati appena due mesi dalla fine del diploma,quando io e Simon,camminando per Manhattan,fummo colpiti in particolare da un locale.Aveva una porticina rossa,discreta e una vetrata che dava su un bar di quelli scadenti.Dal vetro si poteva notare le dimensioni interne.Era grande si,ma non esagerato.Malandato come ogni bar di seconda mano,ma bello da morire nella sua caratteristicità.Era il classico localino Newyorkese,anche se trattato male e malandato.E fu lì che scoccò la scintilla.
《Quando saremmo pronti compreremo questo locale.》avevo detto io con convizione.《E faremo suonare tutti coloro che non vengono ascoltati.》aveva aggiunto Simon con un largo sorriso.
E ora mi trovavo lì,due anni dopo fuori allo stesso e identico locale,sulla 47th a pochi passi da Time Square,che rincorrevo il mio sogno.
《C'è da lavorarci.》esclamai con un accenno di fiatone causato dalla corsa di due chilometri che avevo fatto per arrivare dalla stazione della metropolitana.《C'è parecchio da lavorare.》aggiunsi poi,guardando l'insegna ormai fracida che penzolava da un lato.《perché si chiamava Soho's se non siamo a Soho?》
Alzai le spalle in un chiaro senso di menefreghismo,mentre un uomo sulla quarantina ci raggiunge.《Salve,ragazzi io sono Mark Roman.》si presentò educatamente porgendoci la mano.《L'agente immobiliare che cercherà di vendervi questa piccola meraviglia.》indicò il locale dietro di lui.
Dal punto di vista della posizione era eccellente.Appena cinque minuti da Time Square e si trovava su una delle vie principali di Manhattan.
《Siete la nostra terza offerta e il locale è stato dichiarato in vendita da solo 72 ore.》esclamò aprendo la porta e poggiando un modulo sul bancone.《Qui c'è tutto il necessario.》sorrise.《Vi lascio liberi di guardarvi intorno e farvi un'idea.》
Mi guardai intorno.
In quel momento era completamente vuoto,soltanto il bancone del Bar era lì,sostituito da poco dal vecchio proprietario e dipinto di nero con delle leggere striature bianche.
Era grande,anzi enorme.
《È enorme.》mi lesse nel pensiero Simon sorridendo come un'idiota.《Alec,qui potrebbero avverarsi tutti i nostri sogni.》sospirò.La sua felicità fu momentaneamente dal suono del campanello applicato sulla porta.
《Ci sono già due aquirenti che stanno visitando.》a bloccare i due ragazzi Mark.
《Non si preoccupi.》mi intromisi io.《Sono con noi.》risi,guardando un Magnus e una Izzy completamente trafellati dalla corsa.
《Siamo arrivati il prima possibile.》respirò Magnus profondamente appoggiando una mano sulla mia spalla per evitare di svenire.《Siete sicuri di essere due ballerini?》scherzò Simon.《Dovreste avere fiato.》
《Provaci tu ad arrivare dall'Accademia,correndo.》commentò Izzy,guardandolo male.《Ok,ti do ragione.》
《Allora,com'è?》Magnus si voltò verso di me,cercando di analizzare il mio sguardo.《Sei felice.》poggiò una mano sulla mia guancia.《Quindi suppongo che ti piaccia.》
Mi guardai nuovamente intorno.Vedevo già le pareti ricoperte dai poster d'epoca incorniciati miei e di Simon,il jube box nell'angolo vicino alla vetrina.Le poltroncine, i tavolini e il palco.Il palco che avrebbe accolto chiunque avesse voluto condividere la propria arte senza costrizioni.
《È splendido.》dissi con un filo di voce.
Era il mio sogno.
《Meraviglioso.》aggiunse Simon voltandosi verso di me,con gli occhi lucidi.《Lo immagini anche tu,come lo immagino io?》
Annuii velocemente,le lacrime di felicità che cercavano di uscire.
《Nessuno degli acquirenti ha proposto il prezzo pieno,ma sottoprezzi.》spiegò Mark,allungandoci una cartella.《Se decideste di versare tutta la cifra sarebbe questa.》
Lessi l'intero verbale,concentrandomi successivamente sulla cifra.
《Stiamo scherzando?》fu Simon a parlare.《Così bassa per un locale del genere?》
《Si trova in una zona residenziale e il resto degli aquirenti sono intenzionati ad aprire o night club o discoteche.》spiegò.《Il proprietario ha abbassato il prezzo di acquisto per evitare che il suo "ex gioiellino"》fece le virgolette con le dita.《finisse nelle mani di gente che apre locali come quelli.》
《Allora è finito nelle mani giuste.》commentò Izzy con un sorriso contento,poggiandosi con la schiena al muro dietro le sue spalle.L'uomo in giacca e cravatta ci squadrò.
《Sembri quasi un musicista serio,vestito così.》mi prese in giro Magnus,mentre io trattenni una risata rendendomi conto che era vero.Indossavo una semplice maglia bianca a maniche lunghe con dei bottoncini all'altezza del colletto che avevo lasciato aperti,sopra avevo un gilet nero senza maniche aperto,un jeans nero e le classiche scarpe da ginnastica.Simon invece indossava la sua classica maglia di Superman e sopra una felpa con il cappuccio.
《Mi sembrate veramente dei bravi ragazzi.》si complimentò Roman.Era un uomo sulla quarantina capelli nero pece e occhi nocciola.Era alto,persino qualche centimetro in più di me.
《Però ora tocca a voi decidere.》spiegò.《cosa siete disposti a fare,per raggiungere il vostro sogno?》da quell'affermazione capii che aveva ascoltato la conversazione avuta con Izzy e Magnus poco prima.《Ci sarà tanto da lavorare.》commentò Simon.《Tanto da spendere.》aggiunse poi amaramente.
《E noi vi daremo una mano.》ci voltammo verso la porta,guardando poi Jordan e Maia,sotto all'arcata.《Siamo qui anche per questo,no?》aggiunse poi Jace,dietro di loro,seguito da Clary.Doveva appena aver concluso le lezioni dato che aveva macchie di pittura che spiccavano sulla maglia bianca.
《E noi non vi lasciamo soli.》aggiunse poi Catarina,entrata in quel momento.《voi ci avete sempre sostenuti,ora tocca a noi.》concluse poi Clary.
Sorrisi e guardai Simon.
《Allora?Cosa avete deciso?》la domanda di Mark fu seguita da un cenno di assenso di Simon.
《Lo prendiamo.》dissi lentamente.《E con cifra completa.》

《Un brindisi!》l' urlo abbastanza brillo di Jace,mi portò a sorridere,con la chitarra ancora tra le braccia.Eravamo nel salotto di casa nostra,Magnus era di fronte a me,seduto sul divano accanto a Clary,un bicchiere con dello scotch tra le mani e un sorriso a giocargli sulle labbra,mentre osservava Catarina parlare convulsivamente di Dave,un nuovo specializzando che aveva conosciuto nell'ascensore dell'ospedale.
Si voltò verso di me appena si sentì osservato e mi sorrise.Sorrisi a mia volta,arrossendo leggermente e abbassando il viso verso la chitarra.
《Dopo più di due anni,arrossisci ancora?》sentii il suo corpo sedersi accanto al mio e passarmi una birra.《Certe cose non cambiano.》dissi semplicemente,prendendo di buon grado la birra.Era l'unico alcolico che bevevo.Dopo l'ultimo litigio con Magnus avevo evitato anche di avvicinarmi a una bottiglia di superalcolico.
Sentii la sua mano posarsi sotto il mio mento e girare il mio viso verso di se.
Le sue labbra si avvicinarono lentamente alle mie in un bacio morbido,fatto di promesse e di 'ti amo'.
《Complimenti Alexander,sul serio.》mi guardò negli occhi ancora a un millimetro dai miei.《Ce l'hai fatta anche tu,amore mio.》sorrise《Il momento arriva per tutti,basta aspettarlo.》

Musicology.||MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora