Capitolo 5

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LA VERITÀ SUL SIGNOR KING

Ci metto qualche giorno per riprendermi completamente, ma sto già molto meglio, anche se faccio ancora fatica a fare certi movimenti.

Sono rimasta tutto il giorno in camera qui ad Atene a sfogliare i due taccuini in cerca di qualche indizio; sull'ultima pagina del taccuino di mia madre c'è scritto: 'proprietà del signor King'.

Sono sicurissima di averlo già sentito come cognome, però è un ricordo molto sfuocato.

Accendo il mio pc e digito su Google 'King', ma tutte le pagine sono bloccate e la cosa è davvero strana.

Riprovo e il risultato è lo stesso, tutto bloccato.

Può essere che questa persona centri con la città e forse Luke ha bloccato la ricerca.

La cosa che ho intenzione di fare va contro ogni regola stabilita: devo hackerare il sistema e l'unica persona in grado di aiutarmi è Eli sfortunatamente.

Busso alla porta della sua camera, lui mi apre praticamente nudo.

"Forse è meglio se ti copri Grint!" Urlo e lui si veste alla velocità della luce o forse più veloce.

"Cosa vuoi Finch?!" Mi chiede irritato: ho questo effetto su di lui da quando non stiamo più insieme.

"Dovresti hackerare il sistema, devo cercare un file" dico senza dare troppe spiegazioni.

"Tu che non rispetti le regole Finch?!" Dice stupito.

"Ehm senti..riguarda mia madre e sai benissimo che Luke evita il discorso" dico sperando di averlo convinto.

"Ok, hai due ore di tempo per la tua ricerca da adesso e se durerà di più, te la vedrai direttamente con Curtis" dice mentre digita dei codici indecifrabili sul suo tablet.

"Grazie Eli" dico uscendo dalla sua stanza e inizio la mia ricerca sperando di scoprire qualcosa.

Le due ore scadono e ho raccimolato qualche notizia: il signor William King era un ricercatore dell'Oregon che spese più di vent'anni nella ricerca di tesori antichi ad Atene e il suo studio si concetrava principalmente sull'analisi di amuleti perduti; purtroppo è scomparso da trentadue anni in circostanze misteriose non ancora chiare e nessuno ha più saputo di lui.

Guardando in vari siti, ho notato che tutti quanti non raccontano molto di questo uomo e non sono utili per capire come mia madre facesse ad avere il suo libro.

Sul taccuino c'è scritto un indirizzo e credo che partirò da lì per iniziare ad aggiustare un puzzle molto confusionario.

Esco dalla città e raggiungo a piedi la periferia.

Con mia fortuna, l'indirizzo si trova nella vicinanze e quindi quando rientrerò alla base, basterà che io dica che volevo fare due passi in solitudine.

Busso alla porta di una casa piccola e una signora anziana mi apre.

"Ciara? No, non puoi essere tu" dice in inglese e appena sento il nome di mia madre, il mio cuore si ferma un istante e i battiti si fanno più veloci.

"Conosceva mia madre?" Chiedo ancora sotto shock.

"Tu sei Brooke! Vieni cara, accomodati" dice mentre mi fa sistemare sul divano.

"Vuoi una tazza di tè?" Chiede cordialmente, ma io dico di no gentilmente.

"Come fa a conoscere mia madre?" Chiedo trattenendo l'emozione.

"La conobbi diverso tempo fa. Sapeva che mio marito stava lavorando ad una ricerca molto importante e tua madre è riuscita a contattarlo. William stava cercando un aiutante per concludere il lavoro e quando scoprì che Ciara si era laureata a Londra nella facoltà di archeologia uscendo con il massimo dei voti, le ha offerto un lavoro qui ad Atene e lei ha accettato anche se non aveva abbastanza denaro" dice mentre mi mostra una foto di William e mia mamma.

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora