Capitolo 19

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LA MALEDIZIONE

Marcos non sta migliorando e nessuno di noi sa come aiutarlo.

Edgar e Julian sono stati nella stanza giorno e notte per due giorni, ma senza ottenere niente.

Pam è distrutta: vedere il fratello così la rattrista e non poter far nulla la devasta.

Io e Hope stiamo facendo di tutto per farla sorridere, ma lei non ci riesce.

"Brooke" mi chiama Eli.

"Non ti voglio parlare!" Urlo mentre mi giro verso di lui.

"Ti ho già chiesto scusa! Perché non riesci a perdonarmi?"

"Non me ne faccio niente delle tue stupide scuse! Mi hai ferita, lo riesci a capire? Dobbiamo aiutare il tuo migliore amico che sta rischiando la vita, ricordi? Dovresti provare ad aiutarlo al posto di seguirmi finché io non ti perdonerò. Grint, vattene!"

Vado nella stanza numero sette e sbatto la porta.

Prendo i taccuini di mia madre alla ricerca di un indizio e decido di usare il rubino per leggere.

Sotto alle cose scritte a penna, con il riflesso del talismano, si riescono ad intravedere degli appunti scritti a matita anche se non riesco a capirci niente, ma la scrittura leggera e delicata è di mia madre.

Dieci anni fa

La mamma mi copre con la trapunta azzurro cielo, accende la bajour e prende il suo quadernino e inizia a leggermi una storia.

La tempesta muoveva la sabbia, il vento minacciava assassino e il freddo si stava impadronendo della notte.

La 'viaggiatrice' stava vagando in mezzo al deserto alla ricerca di un riparo, ma purtroppo era stanca e le forze la stavano abbandonando.

Il rubino lilla del suo talismano iniziò ad illuminarsi e la ragazza si sentì sollevata.

La luce si fece più intensa e iniziò a vedere il terreno sabbioso.

Accelerò il passo e intravide una piccola grotta davanti a sé.

Si sedette contro la roccia e pregò che qualcuno la trovasse.

Improvvisamente il colore del rubino diventò nero.

La povera ragazza iniziò ad avere mal di testa e si accorse che qualcosa non funzionava.

Marcel arrivò e notò che la sua amata si stava contorcendo dal male.

La aiutò ad alzarsi, ma lei tirò fuori un coltello e minacciò di ucciderlo.

I due innamorati inziarono a lottare: il ragazzo non volle attacarla e lei continuò a colpirlo con rabbia, una rabbia non umana.

Celine non era più in sé, era come se una forza malvagia la stesse comandando privandola delle sue capacità.

Il fidanzato aveva capito che lei stava lottando per tornare come prima, ma le parole che le uscirono dalla bocca erano troppo crudeli per essere dette da lei.

Marcel inziò a raccontarle del loro amore e i ricordi felici che condivisero e come per magia, la ragazza tornò sé stessa e i due si abbracciarono in mezzo alla tempesta.

Oggi

Corro fuori dalla stanza e raggiungo Julian e Edgar.

Racconto a tutti e due la storia e loro sembrano capire il concetto.

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora