Capitolo 45

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I MOSTRI DEL PASSATO

La vita è una sola e se mi è stata donata è perché io devo viverla appieno: non posso sprecarla e tantomeno toglierla.

Purtroppo la mia esistenza è stata dura e tormentata da incubi; devo dire che ho davvero lottato per arrivare fino a qui, rischiando più volte di cadere in disgrazia o addirittura in un vicolo senza via d'uscita.

Ho perso delle persone a cui tenevo e ogni volta che ci penso, il mio cuore perde un altro battito.

È come se un mostro vivesse per controllarmi assicurandosi che io soffra: i mostri del mio passato mi troveranno sempre.

Il mio passato è stato pieno di dolore e devastazione e non mi aspetto un futuro migliore di questo.

Che senso ha scappare se tanto prima o poi dovrò fare i conti con un passato che non vuole abbandonarmi?

Certo, ognuno ha i propri mostri e i propri scheletri nell'armadio, ma per quanto loro saranno con noi?

Per quanto tempo vogliono regnare nella mia testa?

Ho provato fin troppe volte a cancellare i brutti ricordi, ma essi li rivivo in continuazione, rischiando di confondere la realtà con il ricordo.

E io non faccio niente per chiudere questo ponte che mi ricollega continuamente a loro.

Non posso cancellare il passato, ma posso evitarlo imboccando una scorciatoia.

"Sempre più pensierosa?" Si beffa Andy di me mentre mi ruba un pancake dal piatto.

"E tu sempre più approfittatore! Hai un piatto pieno di pancakes! Perché prendi i miei?"

Tanto è inutile discutere con questo ragazzo che riesce a trovare sempre il modo di farsi perdonare e di strapparmi una risata.

"Per farti un dispetto"

Sto per prendere il bicchiere con il latte per lanciarglielo in faccia quando i due Ramirez entrano nella cucina.

Perfetto, che bello!

Ci mancavano solo loro due a disturbare la mia tranquillità, di ben in meglio.

Handerson mi osserva e poi si allontana sghignazzando.

Ecco, dovevo immaginarmelo che mi avrebbe lasciata nei casini!

Continuo a mangiare ignorandoli, perché altrimenti li picchierei a sangue senza farmi troppi problemi.

Si siedono di fronte a me e io vorrei darmela a gambe, ma sono più forte di loro!

Marcos inizia a girare il cucchiaino nella tazza facendo rumore e irritando i miei timpani.

Mi ricordo che una volta, per farmi un dispetto, aveva continuato a mescolare per non so quanto tempo fino a quando ho preso la tazza dalle sue mani e ho rovescato il latte sui capelli mentre le sue urla da pazzo isterico si espandevano nella mensa del quartier generale.

Lo potrei fare nuovamente, ma questi giochetti non mi fregano, non più.

Qualche tempo fa avrei scherzato con lui, ma ora non posso più farlo.

Pam mi osserva di nascosto e io sbuffo seccata.

Non se ne può semplicemente andare?

"Brooke mi dispiace"

Continuo a mangiare facendo finta di niente e cercando in tutti di pensare ad altro, anche se mi riesce davvero difficile in questo momento con i suoi lineamenti del viso tesi e gli occhi privi di emozione.

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora