Capitolo 30

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TUTTO DA CAPO

È da due giorni che siamo rientrati in patria, ma nessuno di noi ha il coraggio di fare commenti su quanto successo.

Eravamo così vicini a colmare il nostro sogno; di certo non ci aspettavamo una catastrofe del genere dopo tutta la fatica fatta per capire il giorno e l'ubicazione del portale.

Ora, dover ricominciare da capo le ricerce, non è di certo semplice dato che nessuno di noi ha voglia di lottare nuovamente.

Siamo stati sfortunati, questo è vero, però a Thomas non è andata meglio e quindi non siamo gli unici che devono ricominciare le ricerce dall'inizio.

Sono nella 'mia stanza' a sfogliare i taccuini di mia madre nella speranza che i dati riportati siano corretti e che mi possano dare delle risposte concrete.

Ho promesso a me stessa che avrei fatto di tutto pur di trovare la città e manterrò la promessa cercando di portare a termine la missione.

Esco dalla camera e prendo l'ascensore diretta alla terrazza, il mio angolo di paradiso, il luogo dove tutti i miei pensieri e dubbi prendono vita insinuandosi sotto la mia pelle, come maledizioni senza cura.

Mi siedo sulla panchina e lascio scivolare la delusione che mi ha divorato l'anima: ho toccato il fondo anche questa volta e sono finita in una voragine senza via di scampo.

"Piccola non mollare. Non cadere. Non piangere" rimbomba questa frase nella mia mente: mia mamma me la ripeteva di continuo, come se fosse stata al corrente che, un giorno, mi sarebbe servita.

In questo momento sto provando solo delusione: perché non ce l'ho fatta?

Perché è andata a finire così?

Cinque anni fa

Oggi Luke mi ha promesso che ci alleniamo nella palestra del quartier generale dove lui lavora come agente.

Non ho mai visto un palazzo così alto e soprattutto con le vetrate azzurre che ti accecano la vista da quanto risplendono.

Un signore robusto ci fa passare i controlli e ci conduce fino all'ascensore.

Il mio tutore preme il pulsante con il numero due e raggiungiamo il secondo piano in un nano secondo.

Le porte si spalancano e mi ritrovo davanti una marea di uffici e agenti che fanno avanti e indietro di fretta.

Mi fa entrare nel suo ufficcio e mi passa un telo e una bottiglietta di acqua.

Riprendiamo l'ascensore e raggiungiamo il piano terra.

Lo seguo dentro una palestra enorme: al suo interno ci sono manichini, piattelli per le pistole, materassi, spade, fucili e chi più ne ha più ne metta.

Curtis prende dei guantoni e me ne passa un paio anche a me.

Mi invita a raggiungerlo nel centro della pedana e mi incita a iniziare l'allenamento.

Infilo i guantoni e inizio a tirare dei pugni al niente per scaldare i muscoli.

Scrocchio il collo e inizio l'allenamento.

Dopo tre ore estenuanti, concludiamo gli esercizi e ci sediamo nella pedana grondanti di sudore che asciughiamo con il panno di cotone.

"Ottimo allenamento streghetta! Lo sai vero che fra un paio d'anni dovrai lavorare con me, vero?"

"Lo so orco e non vedo l'ora!" Dico bevendo un sorso d'acqua.

"Quel giorno non è molto lontano, dovrai essere pronta e avere più informazioni possibili riguardo la 'Hidden city' "

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora