Capitolo 43

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INTRIGHI

Thomas, l'uomo che ha rovinato la mia vita.

Perché è così difficile abbatterlo?

"Brooke, tieni" mi dice Hope porgendomi una tazza di tè.

"Grazie"

"Ti vedo giù di corda"

"Non mi va di parlarne" rispondo secca e evasiva.

Non mi va di parlare dei miei problemi, non voglio che gli altri si preoccupino per me: ho bisogno dei miei spazi per pensare.

Prendo la mia pistola e mi dirigo verso i piattelli sulla parete del vecchio soggiorno.

Metto gli occhiali, i tappi e le cuffie; inizio a sparare con precisione senza mancare un colpo.

Quando sparo è come se mi liberassi da un peso.

È sempre stato il mio sfogo.

Da quando il mio tutore mi ha dato la sua vecchia pistola, sparare è diventato parte del mio essere.

"Non ne hai mancato neanche uno, complimenti" dice Julian accanto a me.

"Sono sempre stata brava a sparare. Sai, con un maestro come Luke"

"Vero. Luke è sempre stato quello più forte di tutti. Sempre pronto a sacrificarsi per gli altri. Mi dispiace aver dubitato di lui. Se solo lo avessi fatto, lui sarebbe ancora qui tra di noi"

"Posso farti una domanda?"

"Certo, chiedi" mi risponde con uno sguardo nostalgico.

"Come vi siete conosciuti?"

Sbianca visilmente, ma poi si ricompone subito.

"Eravamo due adolescenti, avevamo diciannove anni se non erro. Eravamo entrambi al secondo anno di economia a Cambridge. Non lo avevo mai incrociato lungo i corridoi o in mensa: uno come lui non si nota tanto facilmente dato che, come ben sai, è sempre stato un asso a camuffarsi. Mi ricordo che un giorno, attaccato alla bacheca della segreteria, c'era un volantino di un corso di arti marziali. Colsi l'occasione e decisi di iscrivermi. Mi posizionai in prima fila di fronte al maestro per poter seguire i suoi movimenti. L'insegnante chiamò un ragazzo per fare vedere come funzionava il combattimento. Un ragazzo magro, con i capelli neri e gli occhi azzurri si fece avanti. Mi colpì subito, perché il suo sguardo era misterioso e sembrava nascondere qualcosa. Il maestro iniziò a combattere e lui lo stese al tappetto. Mi ricordo che il maestro si congratulò e Luke si presentò. Il giorno dopo lo incontrai in biblioteca e decisi di congratularmi con lui. Mi disse che aveva una sorella e un fratello che vivevano a Londra. Diventammo subito amici e degli ottimi karatechi. Al terzo anno mollammo l'università e aprimmo un centro di arti marziali a Londra che ci portò molti soldi. E poi la nostra vita cambiò quando conoscemmo Edgar, tuo padre, tua madre, Dinah e tutti gli altri"

"Quand'è che hai iniziato a dubitare di lui?" Chiedo diretta, perché voglio sapere la verità.

"Dopo la morte di Lucas e Carmen credo. In quel periodo iniziò a comportarsi in modo strano: si faceva vedere sempre di meno, passava la maggior parte del suo tempo con te. Mi sembrò molto strano, perché anche quando tuo padre se ne andò e tua madre anche, era sempre con te. Contattai Edgar, Rose e Thomas per informarli della situazione. Thomas purtroppo era partito per un viaggio, ora sappiamo a fare che cosa, mentre Rose non se la sentiva di andare contro il fratello. Perciò contattai tutti i membri della sua squadra e organizzammo tutta la messa in scena per scoprire qualcosa di utile. Tu dovevi rimanere all'oscuro di tutto, perché altrimenti Luke avrebbe sospettato della sua figlioccia. E poi sai anche tu come è andata a finire"

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora