Capitolo 42

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DISTRUZIONE TOTALE

Dieci ore prima

"Direi che il piano è perfetto! Dobbiamo comunque agire con senno e non mandare tutto a monte. Il momento che aspettavamo da tanto tempo sta arrivando: finalmente ci vendichiamo di tutto il dolore subito in passato. Abbiamo poco tempo, quindi in marcia" dice Julian sicuro di sé.

Thomas, stiamo arrivando e siamo più agguerriti che mai e pronti a distruggerti senza pietà.

So che non sarà come ucciderti, ma intanto attuerò il primo passo della mia vendetta.

Forse riuscirò a liberarmi dal male una volta per tutte e mettere fine alla sofferenza che mi perseguita da quando ero piccola e ignara del futuro che mi stava attendendo come una preda succulenta.

Rivedo il suo volto mentre mi torturava e il suo ghigno perfido beffarsi di me; ora tocca a me farti patire le pene dell'inferno che mi hai fatto vivere.

Metto lo zaino in spalla, la sciabola agganciata alle fibbie esterne dello zaino e metto la pistola nella tasca destra della giacca.

Edgar è l'ultimo ad uscire dal nascondiglio, in quanto ha deciso di chiudere il tutto.

Digita un password e ci raggiunge.

"Possiamo andare" annuncia mentre ci incamminiamo in mezzo alla neve a compiere il nostro destino che è stato scritto per noi da Delphi.

Il freddo pungente siberiamo mi fa gelare sul colpo mentre il freddo mi avvolge completamente, quel freddo assassino che ti toglie la capacità di respirare e la voglia di continuare a vivere.

Mi manca il clima londinese: mi manca la pioggia, le lunge passeggate lungo il Tamigi, i miei allenamenti; rivoglio la mia vita indietro.

Vendetta, la parola che mi accompagna da mesi ormai.

Tutti dicono che non bisogna vendicarsi, ma io penso che certe volte è l'unica via per la salita e una volta attuata, ci si libera da un peso opprimente.

È l'unica soluzione plausibile a tutto questo e non posso tornare indietro quando ormai manca davvero poco alla fine.

Thomas ha distrutto le vite della nostra squadra e ora tocca a lui pagare con la stessa moneta.

Il prezzo è molto alto.

Inizio a non sentire più le gambe e grazie a Dio, Julian decide di fermarsi un attimo per darci il tempo di riposarci e di riacquistare le energie perdute.

Bevo un sorso d'acqua per rimanere sveglia e vorrei tanto addentare un pezzo di pane, ma purtroppo non ho questa possibilità.

È da tanti giorni che non mangio qualcosa di fresco, ma d'altronde, dove posso comprare qualcosa se sono in mezzo al nulla e le uniche case nei dintorni sono disabitate?

"Sei pronta Brooke?" Mi chiede Hope.

"Direi di sì. Avrà ciò che si merita" rispondo con durezza e fermezza.

Mi fidavo di lui: quando andavo a trovare i Curtis, ero felice di essere in sua compagnia, adoravo quando mi raccontava delle storie sul suo conto, quando passavamo delle ore in giardino ad ammarire il cielo stellato mentre parlavamo della vita futura che avremmo voluto vivere, delle risate dopo aver visto un cartone, delle cene sul divano.

Lo consideravo un punto di riferimento, non a caso lo chiamavo 'zietto'.

Ma quando mio padre se ne andò, non si fece più vedere e sparì dalla circolazione; non potevo sapere che in realtà si era trasformato in un mostro con una sete di vendetta distruttiva e con la voglia di uccidere chiunque intralciasse il suo cammino senza lasciare testimoni in vita per raccontarlo.

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora