Capitolo 25

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LAVORI FORZATI

La mattina seguente

Intravedo la luce del sole filtrare attraverso la finestra, i raggi risplendere sul pavimento e gli uccelli cinguettare gioiosi.

Ma chi voglio prendere in giro?!

Mi alzo con un gran male alla schiena a causa del letto duro come la pietra che non mi permette di fare sogni tranquilli e mi priva delle mie solite cinque ore di sonno, che per la cronaca sono davvero poche per una ragazza della mia età ancora giovane e piena di vita.

In questa cavolo di stanza non c'è nemmeno una finestra: si soffoca e la puzza che sento mi arriva fino alle narici.

Mi lavo la faccia e so che mi attende una giornata dura e faticosa.

Due nepalesi entrano seguiti da Thomas che sorride spavaldo.

"Ecco la mia ninja! Portatela in mensa e non lasciatela sola nemmeno per sogno! Ci vediamo dopo Brooky" dice mentre il suo sguardo manda in frantumi il mio cuore.

"Oh zietto, te lo ripeto: non mi fai paura e non ti dirò niente" rispondo senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

Si avvicina a me e scoppia a ridere per niente sorpreso dalla mia risposta.

"Divertente! Pensateci voi ragazzi" dice ai suoi scagnozzi che mi trascinano in una stanza sotterranea.

"Volevo solo offrirti la colazione, ma visto che ti rifiuti di parlare, lavorerai fino a quando non avrai più forze e non rivedrai la luce del sole"

"Beh la mia morte sarebbe pressoché interessante" rispondo mentre mi passa una pala.

"Potete andare ragazzi!" Urla mentre i due bestioni spariscono dalla mia vista.

"Dovrai scavare almeno tre metri, raccogliere le gemme che metterai dentro alla scatola che vedi davanti a te e fra qualche ora verrò a vedere come procede il lavoro. Ah e le manette le devi tenere" dice piantandomi da sola mentre io mi mordo il labbro inferiore per impedire alle parole di uscire.

Sigilla la porta e inizio a 'lavorare' come facevano i carcerati di una volta.

Dopo non so quanto tempo, inizio ad avere dei tremiti lungo il corpo e le mani tremano per lo sforzo e le manette sono davvero scomode, anche perché mi rendono più difficili i movimenti e stringono così tanto che bloccano la circolazione.

Ho scavato davvero poco e ho trovato qualche gemma, forse una decina più o meno.

Maledetto!

E ho anche promesso a Dam che avrei obbedito a suo padre senza lamentarmi.

Sono sicura che questo sia solo l'inizio dell'infernale inferno di Thomas Curtis.

Sono mandida di sudore, le mani continuano a tremare come se fossero possedute, la testa che gira inferocita e ormai le gambe non mi reggono più in piedi.

Mi accascio a terra sfinita con le forze che mi stanno lasciando.

Un'ora dopo

"Brooky, alzati in piedi e continua a lavorare" dice Thomas mentre io apro gli occhi lentamente.

"Non ce la faccio più" dico con filo di voce.

I due energumeni di prima mi tirano su per le braccia mentre Curtis mi stringe le guance e mi obbliga a bere.

"Non ho sete" rispondo mentre chiudo la bocca.

"DEVI bere! Altrimenti ti lascio marcire qui sotto"

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora