Capitolo 31

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SIBERIA

Saliamo sul treno con le nostre attrezzature pronti per raggiungere Mosca, una delle città più belle del mondo, che mi ha sempre affascinata fin da piccola.

Non so esattamente come faremo a raggiungere Norilsk, visto che non ci sono mezzi pubblici per raggiungere la cittadina, ma spero vivamente che troveremo una soluzione consona.

Norilsk conta più di cento mila abitanti durante l'anno e si trova nel circolo artico, con un clima rigido e glaciale; non so come potremo sopravvivere tre settimane in mezzo alle bufere di neve e al freddo polare.

Il treno parte in orario e ci sistemiamo nella terza carrozza e ci godiamo il viaggio e il panorama mozzafiato della contea londinese: i pini verdi scuro, i ruscelli ghiacciati che scorrono tra i massi, le colline con le immense distese di viti e i campi arati, i campi di betulle che si estendono per decine di kilometri, i laghetti con le ninfee e infine le fattorie di bovini e caprini.

Poi il paesaggio cambia: si vedono in lontananza delle casette e il fumo uscire dai comignoli, la neve che ricopre le cime dei monti, gli alberi ricoperti dal manto bianco, le macchine bloccate, le persone stringersi nei propri cappotti, i bambini tirarsi le palle di neve e per finire, le immense distese ghiacciate isolate dal mondo.

Mi metto la giacca, gli scarponi, un passa montagna, la sciarpa e due paia di guanti per non morire congelata.

Andy strizza gli occhi divertito e lo stesso fa Marcos.

"Smettetela di ridere! Io mi proteggo dal freddo" dico incrociando le braccia al petto e sospiro sbuffando.

"Sembri un pinguino Fin" dice Ramirez accarezzando il pelo del mio cappuccio.

"Tu invece sei un idiota e basta Rami! Dovresti vedere come sei conciato: hai una giacca più grande di te, un cappello da ritardato e hai anche gli occhiali per sciare, sei messo male amico mio" rispondo e lui sbuffa dicendo parole incomprensibili persino a lui: alcune volte mi domando quali problemi lo affliggano, ma so che non c'è risposta.

Poi vedo che si gira e dice: "Dici tanto di me, ma gurda mia sorella"

Mi volto e rimango a bocca aperta: Pam sembra un eschimese ed è davvero buffa.

"Finch non guardarmi stranita! Io odio il freddo" dice cercando di mantenere la calma.

"Te l'ho detto sorellina che saresti morta congelata" ride Marcos mentre la sorella lo fulmina con lo sguardo.

Scendiamo in stazione ed è la fine: non capisco una parola di russo e i russi non capiscono l'inglese.

Amib si posiziona davanti al gruppo e noi lo seguiamo come dei cagnolini.

Usciti dall'enorme portone d'oro zecco, il nepalese inizia a parlare con un uomo che, da quanta barba e capelli ha, sembra senza occhi.

"Bene ragazzi. Il signore mi ha detto che per andare a Norilsk bisogna rivolgersi all'ente dei trasporti per ottenere un permesso e poi ci daranno un furgone e un accompagnatore. Visto che solo io parlo russo, è meglio che voi mi aspettiate qui mentre tu, Brooke, vieni con me. Spero tanto che non ci uccidano"

"Ma come posso esserti d'aiuto?" Gli chiedo confusa.

"Beh, se non parleranno..."

"Ho capito. Ci vediamo dopo ragazzi" rispondo mentre nascondo il coltellino nella giacca.

Seguo Amib lungo un corridoio stretto e mi sembra quasi di essere in una trincea: i muri sono alti, le porte delle stanze color nero pece e ci sono delle lampadine ad olio che illuminano il corridoio debolmente.

La città segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora