Damian si svegliò che era quasi ora di pranzo, in un letto matrimoniale che odorava di fresco. Si tirò su, stiracchiandosi per bene e guardandosi attorno. La camera in cui si trovava era di forma quadrata e dalle pareti bianche. Alla destra del letto, vi era un grosso armadio grigio fumo, con le ante scorrevoli. Un piccolo comodino affiancava il letto a sinistra e, su di esso, Damian, notò una cornice. La foto al suo interno, ritraeva un ragazzo dai lisci capelli castani un tantino arruffati, con un paio di occhiali da sole e la pelle abbronzata. Al suo fianco vi era una ragazza dai lunghi capelli biondi e mossi, il fisico snello ed il reggiseno del costume da bagno color argento.
Damian sorrise nel vedere quella foto; ricordava bene quell'estate in Versilia di cinque anni fa.
Erano partiti in quattro, felici di poter staccare la spina dai loro doveri, ed erano tornati in tre, tristi e con un dolore profondo nel cuore. Soprattutto lui.
Un rumore di metallo che cadeva, attirò la sua attenzione, spingendolo a scendere dal letto e vestirsi.
Una volta pronto, lasciò la camera, entrando direttamente nel soggiorno dell'abitazione.
-Buongiorno, dormiglione- lo salutò il padrone di casa. Si chiamava Charlie Dalton ed era il miglior amico di Damian, fin dalla loro più tenera età. Lavorava come avvocato in un piccolo studio privato che aveva avviato insieme al suo compagno di college Jimmy Ortega.
Damian borbottò una risposta che suono più come un grugnito e si sedette a tavola.
-Hai fame?- chiese Charlie, mentre impiattava dei bucatini all'amatriciana.
L'altro non si degnò di rispondere. Poggiava un gomito sul tavolo e si reggeva la testa con la mano, quasi fosse diventata il suo nuovo cuscino e fosse sul punto di addormentarsi sul posto.
Charlie lo raggiunse e gli posò il piatto di pasta davanti, prima di sedersi di fronte a lui.
-Beh...non so tu, ma io muoio di fame, quindi...buon appetito, amico.- Ed iniziò a mangiare, arrotolando i bucatini intorno alla forchetta e portandoli alla bocca. -Mmh...- riprese dopo aver mandato giù il boccone -...devi proprio mangiarli, King. Questa volta ho superato me stesso e...-
-Fa silenzio...- ringhiò Damian, interrompendolo -...per favore- aggiunse l'attimo dopo, resosi conto di essere stato troppo rude.
Charlie chinò il capo e tornò a mangiare. -Nottataccia?- chiese, poi, con tono serio.
Damian si mise composto e, guardando quei bucatini, il suo stomaco si aprì, iniziando a brontolare rumorosamente. Afferrò la forchetta e cominciò a mangiare, constatando così, quanto fossero, effettivamente buoni. -Hai ragione- disse con tono più gentile -Questa volta hai, davvero, superato te stesso.-
Il giovane Dalton fece un mezzo sorriso e lo ringraziò. -Però non hai risposto alla mia domanda- aggiunse.
Damian mandò giù un altro boccone e storse le labbra. -Ho rotto la linea positiva- rispose senza alzare lo sguardo dalla pasta.
-Oh...mi dispiace- fu tutto ciò che riuscì a dire Charlie. Sapeva quanto fosse importante, per Damian, vivere una vita normale. Si era sforzato tanto per reprimere il desiderio della caccia e per nascondere la sua sete di sangue. E non era stato affatto facile. Charlie ricordava com'era il suo amico i primi tempi, dopo aver lasciato l'attività di cacciatore. Sembrava un drogato che non si faceva una dose da mesi. Sembrava sul punto di impazzire in ogni momento ed era costantemente scontroso ed irascibile verso chiunque. Ciò nonostante, lui, gli era stato vicino, cercando (in ogni modo) di aiutarlo a superare quella fase della sua vita. Alla fine, il rimedio migliore si era rivelato quello della meditazione e dello yoga e, un passo alla volta, Damian era uscito dal quel tunnel, pronto ad iniziare la sua nuova vita. -Cos'è successo?-
