Alhazared, Piano Demoniaco
2 Dicembre, 2010Lenora si ritrovò scaraventata contro il muro di cristallo nero.
Charlie non era l'unico ad essere furioso.
Anche Rhadamantys lo era e si stava sfogando con la necromante che, per l'ennesima volta, lo aveva deluso.
-Hai lanciato un incantesimo che avrebbe dovuto rendere i tuoi non-morti più resistenti e forti dei Cercatori, eppure hai fallito- furono le parole del demone. -Com'è possibile che tu non sia stata in grado di catturare una stupida sirena ed un misero Cercatore?-
-Mio Signore...- tentò lei, cercando di rimettersi in piedi -...loro sono...forti...-
-No!- esclamò, il Principe dell'Oblio. Scattò verso di lei e l'afferrò per la gola. La sollevò da terra, stringendo così tanto che gli artigli dell'armatura presero a conficcarsi nella carne del collo. -Nessuno è più forte di me! Nessuno!- tuonò, gli occhi di brace puntati in quelli della donna.
-Per colpa della tua incompetenza, ho dovuto ritardare i miei piani e venire di persona ad uccidere quella puttana con la mocciosa in grembo. Mi manca solo il Cercatore ma presto, anche lui varcherà la soglia del mondo dei morti. Quanto a te...- Fece una pausa aumentando la stretta alla gola -...hai avuto la tua occasione, strega ma adesso basta. Prenderò il tuo potere e lancerò l'incantesimo che Afenial decaduta non è riuscita a completare a causa di quel maledetto Cercatore e del fratello Aresiel.- In seguito a quelle parole, un fuoco viola si accese intorno alla donna.
Ella, però, non bruciò (anche se qualcuno avrebbe detto che lo meritava). Urlò, ma solo perché sentiva che le forze la stavano abbandonando in maniera decisamente dolorosa. Era come se delle lame d'oro le stessero lacerando le vene. Una sofferenza del genere non l'aveva mai provata, nemmeno il giorno in cui Brathimos l'aveva sottoposta al rito per trasformarla in un demone.
Urlò fino allo sfinimento, quando ormai non le era rimasta neanche una briciola di energia.
Rhadamantys la lasciò andare ed ella si afflosciò al suolo come un sacco informe, priva di sensi.
Saggiando la sua nuova forza, il demone rise sguaiatamente e richiamò la sua falce. Quindi salì in cima alla torre di cristallo nero, lì dove Damian King aveva sacrificato la sua esistenza per salvare il mondo da una minaccia che l'avrebbe devastato.
"Io non sono Afenial" si disse il demone "Io non fallirò. Non ci sarà alcun Cercatore che si sacrificherà per rompere l'incantesimo. Questa volta, i demoni della torre di cristallo nero passeranno il confine ed invaderò il mondo degli umani. Spazzerò via l'Ordine dei Cercatori e, nel futuro che verrà, sarà l'Oscurità a dominare!"
Rise a quel pensiero, godendosi il momento di trionfo che presto sarebbe arrivato.***
Hell's Kitchen, New York, USA.
4 Dicembre, 2010Era ancora notte.
Da due giorni nessuno vedeva il sole.
I cittadini erano nel panico ed i notiziari parlavano di un eclissi insolita e decisamente lunga.
Beh...non avevano tutti i torti...almeno sul fatto che fosse una cosa insolita.
E sottoterra, nella sede dell'Ordine, serpeggiava un certo malumore.
Soprattutto tra coloro che avevano preso parte all'invasione dei non-morti.
Cassius era guarito ed il polso dolorante sembrava solo un ricordo lontano. In compenso, gli bruciava aver perso troppo tempo per uccidere Lenora. Se avesse ignorato le sue chiacchiere ed avesse assecondato il suo personale desiderio di vendetta, adesso avrebbero avuto un problema in meno di cui occuparsi.
Se non altro aveva guadagnato la compagnia di sua figlia, con la quale sembrava andare tutto bene, quasi come se la discussione di qualche mese prima non ci fosse mai stata e lui non le avesse mai dato della puttana.
Per gli altri, le cose erano un po' più gravi.
Nikolai era disteso in un letto del reparto ospedaliero, il volto pieno di contusioni ed ematomi che lo rendevano quasi irriconoscibile. Aveva diverse costole rotte ed aveva perso un gran quantitativo di sangue.
Harlan sedeva al suo fianco, tenendogli una mano tra le sue e pregando intensamente per la sua guarigione. Si era svegliato di colpo, sentendo l'Anima Cross che pulsava forte contro il suo petto, quasi fosse il suo cuore. Aveva sentito le forze tornargli un po' alla volta e, quando finalmente si era alzato, si era sentito morire alla vista di come fosse ridotto Nik. Lo aveva sollevato con estrema delicatezza ed era fuggito da quel palazzo mentre le urla di Charlie rimbombavano nelle sue orecchie.
Una volta giunto al Tempio, lo aveva affidato ai sacerdoti i quali gli avevano prestato immediate le cure necessarie. Nonostante ciò, la paura di perderlo era ancora forte.
"Non passerà mai" si disse "Questa paura mi perseguiterà fino a quando non sarò sicuro che si riprenderà del tutto."
Era davvero quello il prezzo da pagare per essersi innamorato?
Doveva davvero veder soffrire il suo ragazzo senza poter fare nulla per salvarlo?
Forse, Radu Jorga aveva avuto ragione quando l'aveva messo in guardia sull'amore.
E lui non gli aveva dato ascolto.
"Dannato testone!" si rimproverò, chinando la fronte contro la mano di Nik.
-Ehi...-
Il vampiro alzò la testa di scatto e si voltò, incontrando la figura di Grigory.
Il Gran Maestro era fermo sulla soglia, visibilmente stanco ma sicuramente in condizioni migliori di quelle del fratello. -...posso?- domandò.
Harlan annuì. -Hai più diritto di me, di essere al suo fianco; sei la sua famiglia.-
Greg fece un mezzo sorriso e scosse la testa. -Non siamo mai stati una famiglia. Non so cosa ti abbia raccontato, Nik, ma da piccolo lui e gli altri due, mi trattavano come fossi un rifiuto.-
-Lo so bene, Grigory- rispose l'altro -Nik mi ha raccontato qualcosa della vostra infanzia e posso dirti che non ne è felice. Vorrebbe scusarsi con te ma non trova le parole per farlo.-
-Potrebbe iniziare con "scusa", mmh?- azzardò Greg, gli occhi azzurri fermi sul corpo disteso -E poi aggiungere qualcosa del tipo "Non volevo trattarti male ma sai...eri un Cercatore senza poteri e ci facevi fare brutta figura al Tempio. E visto che tutti ti prendevano in giro, allora ci siamo aggregati anche noi".- Fece una breve pausa, reprimendo l'impulso di piangere e prenderlo a pugni. E se fosse rimasto ancora, probabilmente l'avrebbe fatto davvero. Meglio andare. Così si voltò e si avviò alla porta. Si fermò sulla soglia, sentendo lo sguardo del vampiro su di sé. Lo guardò. -Anche se mi ha fatto del male, spero che guarisca presto. Nessuno merita di stare in quelle condizioni.- Poi se ne andò, avendo un altro uomo da consolare.
