Capitolo 6

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-Sono qui, mostro- esordì Tori con passo sicuro. Brandiva una lancia con una sola mano e nell'altra uno scudo a forma di conchiglia -È me che vuoi, quindi lascia andare la regina e le sue figlie ed affrontami.-

Rhadamantys rise dinanzi alla sfrontatezza di quella ragazza. -Ora capisco da chi ha preso quella piccola puttana- sentenziò, smettendo di ridere e tornando terribilmente serio -Ma adesso che sei qui, potrò mettere fine alla tua vita e far sì che la storia non si ripeta.- Senza aggiungere altro passò ai fatti, impugnando la falce con entrambe le mani e caricando verso la sua preda.

Anche Tori attaccò, la lancia in avanti e lo scudo alto a proteggerle il petto.

La lama della falce calò sulla sirena, la quale si fermò e sollevò lo scudo per parare il colpo. L'impatto fu davvero molto potente, tanto che Tori sentì le gambe cederle. Tentò di respingere il nemico ma non era abbastanza forte fisicamente per fare una cosa del genere. Così mollò la presa sullo scudo e rotolò via, prendendo la distanza di sicurezza e preparandosi ad attaccare con la lancia. Si mosse veloce, correndo a zigzag per tentare di confondere il suo avversario.

-Questi trucchetti non funzionano con me, stupida sirena!- ruggì il demone, pronto a riceverla.

-E che ne pensi di questo?- domandò una voce maschile.

Rhadamantys fu sul punto di voltarsi quando venne afferrato da una moltitudine di lacci dorati. Si ritrovò sollevato da terra e scaraventato lontano, quasi fosse un giocattolo vecchio che veniva buttato via.

Cadde a terra con un gran clangore, la falce schizzò lontana ed un grosso polverone si levò nell'aria.

Il principe dell'Oblio si rialzò, leggermente frastornato dalla caduta e prima che potesse fare una qualsiasi cosa, la lama di un kukri gli si piantò in fronte.

Avendo un equilibrio precario, finì nuovamente a terra, ritrovandosi con qualcuno a cavalcioni su di sé.

Charlie, furioso come non mai, iniziò a tempestarlo di pugni, esattamente come aveva fatto Grigory quando aveva eliminato Gadorian. -Non...devi...toccare...la mia...donna!- gridò alternando i pugni alle parole -Devi...solo...morire...viscido...bastardo!-

Rhadamantys stava incassando un colpo dietro l'altro, incapace di muoversi e reagire. Quel Cercatore non era allo stesso livello del Gran Maestro che aveva affrontato sulla montagna del Tempio di Harbin, ma il suo potere era lo stesso di quella mocciosa che lo aveva ucciso nel futuro.

Ad un tratto, i pugni cessarono.

Il giovane avvocato era a corto di fiato, le nocche spaccate e sanguinanti.

Fu allora che Rhadamantys agì. Usando la sua energia demoniaca, sbalzò via il povero Cercatore che non ebbe la fortuna di essere afferrato al volo.

Quest'ultimo cadde, quindi, rovinosamente rotolando più e più volte, fino a quando non si fermò contro il muro di un'abitazione.

Trattenendo il dolore, il demone si rimise in piedi e si sfilò la lama dalla fronte, scagliandola via. La ferita bruciava ma, lentamente, si stava richiudendo. Respirò con affanno e stese un braccio richiamando la sua falce. Con essa, avrebbe messo fine alla vita di quel moscerino e poi si sarebbe occupato della sirena. Rispondendo al suo richiamo, l'arma tornò a lui, quasi non si fossero mai staccati. -Non sei all'altezza del biondino di Harbin, questo è sicuro- esordì avanzando verso di lui. -I tuoi pugni fanno pena ma il tuo potere è... com'è che dite, voi umani?...ah, sì... è un vero dito nel culo. Quindi mi vedo costretto a mettere fine alla tua vita, miserabile umano.- E calò la falce.

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