Il piano inferiore non era di cristallo nero, come scoprirono i due Cercatori non appena vi misero piede. Intorno a loro era tutto in pietra e l'odore di muffa dava la nausea.
-Non mi piacciono i luoghi umidi e pieni di muffa- mormorò Josh, avanzando con la spada alzata dinanzi a sé -Sono fonte di batteri e...-
Smise di parlare quando Damian (che stava davanti) alzò un pugno per far cenno di fermarsi.
-Hai sentito qualcosa?- bisbigliò l'Anziano, tendendo le orecchie per cogliere il minimo rumore.
Dam non rispose immediatamente. Chiuse gli occhi, cercando di restare concentrato e captare (nuovamente) quel rumore che l'aveva fatto fermare. Ci volle qualche minuto, poi lo sentì. Era un tintinnio di catene, come se qualcuno le stesse agitando.
-Siamo vicini- sentenziò il Cercatore moro -Sento le catene; i nostri compagni sono qui, andiamo.- Ed iniziò a correre, stringendo forte l'impugnatura della katana.
Josh lo seguì, non più distratto dal suo disgusto per i posti umidi e con scarsa illuminazione.
I loro passi riecheggiarono lungo tutto il corridoio, attirando l'attenzione dei due demoni guardiani.
Entrambi caricarono verso i Cercatori come fosse una partita di rugby, pronti a schiacciarli con la loro forza bruta.
Ma nessuno dei due uomini era pronto a lasciare quella vita.
Damian schivò il primo demone e gli piantò la lama in testa, spaccando l'elmo e lacerando la pelle.
Il guardiano urlò di dolore imitato, poco dopo, dal suo simile, il quale si era ritrovato con la spada del signor Whistler, piantata nel bel mezzo del viso.
Quando non furono altro che polvere, Dam raggiunse la porta che sorvegliavano. Era completamente bianca, fatta dello stesso metallo infernale degli zoccoli e delle corna di Gadorian.
-"Herkavary"- mormorò Josh, anche se sembrava più un'imprecazione, la sua.
-Il metallo che brucia i Cercatori- disse il giovane barista -Furbi, questi demoni, devo ammetterlo.-
-Grazie del complimento- rispose una voce maschile, completamente sconosciuta ai due guerrieri del bene.
Entrambi scattarono in guardia, le armi puntate davanti a loro e gli occhi alla ricerca di colui che aveva appena parlato.
-Sono qui- disse la voce.
Damian si voltò appena in tempo per veder arrivare qualcosa di esile. Usando la spada, deviò l'oggetto che cadde ai suoi piedi rivelandosi per ciò che era: una carta da gioco.
-Serio? Chiunque tu sia, se pensi di avere la meglio su di me usando delle carte da gioco come armi, allora stai decisamente sottovalutando le mie capacità- ringhiò Dam, cercando ancora di scorgere la figura.
In tutta risposta, lo sconosciuto fece una risata giullaresca poi, un po' alla volta, comparve tra le ombre.
Dapprima apparve solo mezzo volto, coperto da una maschera bianca con il sorriso all'insù. Sulla testa, Dam notò anche il classico cappello dal giullare, con tanto di campanelli.
-È...un burlone?- chiese Josh, incredulo. Di demoni ne aveva visti tanti, nella sua lunga carriera di cacciatore ma mai uno che avesse le sembianze di un buffone di corte.
-Un buffone, sì- confermò il demone, continuando ad uscire dall'ombra -Mi chiamo Rizal e sono al servizio della potente Lenora. La mia signora sta compiendo il rituale "De Profundis" ed è mio compito impedire a voi miseri cacciatori, di interromperla. Quindi...- disse facendo comparire tre carte nella mano destra. Con un movimento rapido, le scagliò verso i due uomini, i quali le schivarono saltando indietro.