Capitolo 14

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Dopo cena, Charlie e Greg avevano indossato la divisa da combattimento ed erano usciti di pattuglia.
Avevano vagato per i palazzi di Hell's Kitchen, passando da un tetto all'altro senza percepire la presenza dei demoni.
La città era piuttosto tranquilla se si escludeva il rumore dei clacson e qualcuno che sbraitava come uno scaricatore di porto.
Sì fermarono sul tetto della chiesa di St. Matthew e si sedettero ai due lati della grande croce.
Non avevano parlato molto da quando erano tornati da Mosca, ore prima, e Greg non aveva idea del perché Charlie fosse così silenzioso quella sera. In verità, gli sembrava anche piuttosto giù di corda e forse doveva fare qualcosa per farlo stare meglio. Così allungò il braccio sinistro e la sua mano si congiunse con quella di destra del giovane avvocato.
Quel contatto fece nascere un sorriso spontaneo sul viso dell'americano, il quale si voltò ad incontrare il viso del suo compagno.
-Va tutto bene?- domandò il russo, sorridendogli. E, nel farlo, si rese conto di quanto gli fosse venuto naturale nonostante il lutto che aveva subìto. Si disse che, sicuramente, era merito della presenza di quel bellissimo Cercatore americano, se riusciva a sorridere come se fosse il giorno più bello della sua vita.
Charlie distolse lo sguardo, tornando a guardare verso la strada. -Ho lasciato Tori- disse senza mezzi termini.
Grigory sgranò gli occhi, palesemente sorpreso. Non riusciva a credere a ciò che aveva sentito. -Oh...- fu tutto ciò che, infatti, gli uscì dalla bocca. Deglutì e -...mi dispiace- aggiunse, anche se non era del tutto vero.
Charlie rise appena. -A me, no- sentenziò, secco. -Già da prima di conoscerti, le cose con Tori non andavano granché bene. Sai vedersi solo per tre mesi l'anno non è proprio il massimo per una coppia che vorrebbe costruire un futuro. Ma le regole andavano rispettate e siamo andati avanti per dieci anni. Probabilmente penserai che sono pazzo...-
-Solo un pochino- asserì l'altro, con un sorriso a trentadue denti sul volto arrossato dal freddo.
-...ed avresti anche ragione. Solo ora mi rendo conto di aver buttato i miei anni in una relazione...non convenzionale, ecco- concluse l'avvocato.
-Capisco cosa vuoi dire- sentenziò il giovane Mikhaylov, spostando gli occhi sulla città sottostante -Anche io mi sono sentito così, quando ho realizzato che avevo solamente perso del tempo con Natasha.-
Simultaneamente, i loro sguardi
si incontrarono, gli occhi si incatenarono gli uni agli altri e le mani si strinsero di più.
Piano, piano si fecero sempre più vicini, tanto da poter permettere alle loro labbra di toccarsi. Si baciarono, lentamente, con dolcezza. Poi si staccarono.
-Anche se la serata sembra tranquilla, meglio non distrarsi- sussurrò Grigory, accarezzando uno zigomo del compagno.
-Sono d'accordo; meglio stare attenti. La notte è ancora lunga.- Dopo quelle parole, Charlie gli lasciò un altro bacio, questa volta sul naso, facendolo ridere. -Sei tu, il mio futuro, Greg- mormorò, citando le parole che il russo gli aveva detto quando si trovavano nella Torre Nera.
-E tu sei il mio, Charlie- ribatté l'altro, ricambiando anche il bacio sul naso.
Entrambi risero come due ragazzini, poi tornarono a vegliare su Hell's Kitchen.

***

Denise aveva girato tutto il Tempio, in lungo e in largo, alla ricerca di Tori. Non la vedeva da quando si era conclusa la riunione in cui l'Anziano Virgo aveva raccontato dell'attacco dei vampiri. Anzi...per la precisione, l'aveva vista andar via con Charlie e poi più nulla. Non aveva idea di cosa fosse successo tra di loro, ma sperava che si fossero riappacificati. Però il fatto che, successivamente, non l'avesse vista nemmeno alla riunione del Consiglio e in mensa, le faceva nascere il dubbio che le cose non fossero andate proprio bene tra il Cercatore e la sirena.
-Perso qualcosa?-
La voce di Cassius King la spaventò così tanto che si ritrovò ad appiattirsi contro il muro con una mano sul cuore. -Anziano Virgo...siete voi- disse, rilassandosi.
-Già...- sentenziò l'uomo, avvicinandosi con passo lento ma deciso -...io sono io, mentre qualcuno finge di essere un'altra persona.-
Denise aggrottò le sopracciglia. -Non capisco... di cosa state parlando?-
-Non capisci, eh?- Cassius rise sotto i baffi, poi tornò serio. Giunse dinanzi alla ragazza e, con un gesto fluido e veloce, le puntò una spada alla gola. -Parlo del fatto che non sei chi dici di essere. Ho contattato il Tempio di Honolulu. Non c'è mai stato nessun attacco da parte di Rhadamantys e, soprattutto, non c'è stata mai nessuna Denise Malakai. Quindi, dolcezza...se non vuoi finire male, ti conviene dirmi la verità. E subito.-
Denise era diventata bianca come un cencio. Cassius King, come lo ricordava lei, era stato un padre amorevole per il suo bambino, ed uno zio severo e dolce per lei e i gemelli. Nulla a che vedere con la persona che aveva davanti agli occhi in quel momento. Deglutì sentendo la punta della spada fredda contro la pelle. Se si fosse mossa, si sarebbe ferita da sola. Meglio non fare sciocchezze.
-Allora? Ti decidi a parlare o devo torturarti? E credimi...il fatto che tu sia una ragazza non mi impedirà di essere spietato... non dopo quello che ho passato nell'ultimo periodo.-
-Io...- fu tutto ciò che la Cercatrice ebbe il tempo di dire, prima che una figura angelica (e non solo per modo di dire) si avvicinò a loro. Con gli occhi sgranati per la paura di dover rivelare la verità e mandare tutto all'aria, Denise vide la nuova arrivata poggiare le mani sulle spalle del signor King.
-Giù la spada, Cassius- istruì Nina con voce soave.
L'Anziano sembrò perdere tutta la sua grinta e, seppur con una lentezza straziante, abbassò l'arma. Ma il suo sguardo di fuoco non si spense. Voleva ancora sapere la verità da quella ragazza.
-Ti dirò io chi è- continuò l'angelo, come se gli avesse letto nel pensiero.
Denise le rivolse un'occhiata di supplica, quasi a volerle gridare di non farlo, che ne andava del loro futuro.
In tutta risposta, Nina fece un sorriso mesto. -È inutile continuare a fingere, Denise; il futuro è già cambiato.-

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