Esattamente venti minuti dopo, Charlie stava percorrendo il corridoio, diretto verso la camera di Damian.
Alina lo aveva informato che la cena sarebbe stata servita a breve e che, l'Anziano Virgo, richiedeva la presenza di tutti i Cercatori.
Charlie camminava spedito, lo stomaco che gli brontolava dalla fame e l'acquolina in bocca per via del profumo che arrivava dalla cucina.
Un attimo prima di arrivare davanti alla porta del suo amico, vide Grigory che arrivava dall'altra parte.
-Ehi, Greg- lo salutò, alzando la mano.
Il russo sollevò le labbra in un bel sorriso e fu sul punto di rispondere al saluto, quando la porta della stanza si aprì e ne sbucò fuori una testa dai lunghi capelli biondi.
-Amore?- chiamò la ragazza, facendo vagare i suoi occhi verde acqua da una parte all'altra del corridoio.
Charlie sorrise alla sua sirena e si avvicinò, posandole un bacio a stampo sulle labbra.
Grigory, invece, rimase pietrificato sul posto.
Il suo cuore perse più di un battito e, di colpo, fu come se tutta l'aria che aveva nei polmoni fosse stata risucchiata via. Non conosceva per niente Charlie, ma ebbe la netta impressione che, in quel momento e con quello splendido sorriso sulle labbra, fosse veramente molto felice. Questo gli fece aprire gli occhi e capire. Capire che quello che c'era stato tra loro, era stato solo sesso e nulla più. Capire che doveva farsi da parte e, seppur mal volentieri, tornare a Mosca e sposare Natasha. Fece ricorso a tutta la sua forza di volontà per evitare di piangere ed andare in frantumi come stava accadendo al suo cuore e alla sua anima. Deglutì un paio di volte, respirò a fondo e si schiarì la voce, come per attirare la loro attenzione.
Charlie fu il primo a voltarsi, rendendosi conto di non aver ancora fatto le dovute presentazioni. Notò che sembrava corrucciato, quasi come se si stesse arrovellando il cervello in cerca di una soluzione che non esisteva. Mantenendo le labbra sollevata all'insù, allungò una mano verso il russo e -Greg, non restare lì impalato; avvicinati, ti presento Tori, la mia fidanzata- disse.
Ma il giovane Mikhaylov non sembrò intenzionato a muoversi. In verità, sembrava che non avesse nemmeno sentito le parole del confratello americano. I suoi occhi azzurri (ma più scuri di quelli della ragazza) erano fermi sulla figura dei due fidanzati, guardandoli come se fossero alieni.
-Greg?- chiamò Charlie, agitandogli una mano davanti al viso -Amico, ci sei?-
Grigory batté le palpebre e farfugliò qualcosa come "scusate...devo andare..." prima di voltarsi ed iniziare a correre come se avesse il Diavolo alle calcagna.
Dapprima, i due fidanzati, rimasero allibiti da tale comportamento, soprattutto Charlie che non ne comprendeva la ragione.
-Certo che è strano, il tuo amico- commentò Tori -Si può sapere cosa gli è preso?-
-Non lo so- rispose l'avvocato, anche se iniziava ad averne un'idea -Vado a cercarlo. Tu, per favore, porta Damian in sala da pranzo. Alina ha detto che l'Anziano Virgo ci vuole tutti presenti.-
La sirena annuì con un cenno della testa e lui le posò un altro bacio a stampo sulle labbra, prima di lanciarsi all'inseguimento del suo confratello dai riccioli d'oro.***
Grigory era seduto a terra, le spalle al muro ed il viso contro le ginocchia.
"Sono stato uno sciocco" si rimproverò "Da quando siamo arrivati, Charlie ha sempre evitato qualsiasi contatto fisico con me. Dovevo capirlo...doveva essere lampante: per lui si è trattato solo di sesso; niente di più."
"Non capisco perché la cosa ti sorprenda così tanto, mio caro" interloquì la sua coscienza "Cos'altro ti aspettavi da un uomo fidanzato? Che mollasse la sua lei per stare con te? Forse ti sei illuso troppo...non credi?"
"Sì, forse hai ragione" rispose lui "Forse mi sono illuso troppo e..."
-Posso?- domandò una voce maschile che gli fece alzare gli occhi.
Charlie era in piedi, a meno di un centimetro di distanza dal confratello russo. Non sorrideva più come prima, anzi...sembrava dannatamente serio...forse anche troppo.
-Lasciami in pace- rispose Grigory, spostando lo sguardo dinanzi a sé.
-Non posso- ribatté Charlie mettendosi a sedere -Almeno non finché non mi dici perché sei scappato in quel modo.-
-Non è niente; lascia stare- disse l'altro -Torna dalla tua sirena, prima che possa pensare che la stai tradendo...oh, un momento...l'hai già tradita...con me!- aggiunse con tono pieno di risentimento.
Charlie strinse le labbra in una linea dura e sottile, serrando la mascella. Il suo intuito gli aveva suggerito che, il motivo per il quale Grigory era scappato via in quel modo, fosse la gelosia. Ma non era colpa sua se Tori era fra le sirene che erano arrivate per dar loro man forte. Non era una cosa che aveva previsto, così come non aveva previsto di prendersi una sbandata per quel rampollo russo.
-Non dici nulla, eh?- lo punzecchiò, Grigory, alzandosi in piedi -Certo, ti senti punto sul vivo, povero Charlie.-
-Ti prego, Greg...- disse l'americano, imitandolo.
-Non chiamarmi "Greg"!- sbottò il biondo, interrompendolo -Sono russo, dannazione, non americano! Mi chiamo Grigory e non Gregory!-
-D'accordo, ma abbassa la voce- cercò di calmarlo Charlie -Non c'è bisogno di urlare.-
-Non devo urlare?! Certo, e poi cos'altro?! Vuoi che la tua ragazza non sappia cosa c'è stato tra noi?!- replicò l'altro -Per la miseria, Charlie! Abbiamo passato dieci ore...non una, dieci...dieci dannatissime ore sul quel maledetto divano a fare l'amore, ma adesso che qui c'è la donna della tua vita, quel tempo non conta più nulla, vero?-
-Non è così, Grigory, però...- tentò il giovane Dalton.
- "Però", niente!- lo bloccò, di nuovo, il russo. Fece una risata amara e si passò una mano sulle labbra. -Sai, non importa- disse abbassando, leggermente, il tono -Non importa, davvero. Sono sempre stato l'ultima scelta di tutti. Mio padre, mia madre, i miei fratelli...tutti che mi guardavano dall'alto in basso, come fossi uno scarto. Al Tempio di Firenze, nessuno voleva essere mio amico perché ero un Mikhaylov e tutti sapevano che la mia famiglia aveva avuto a che fare con un clan di vampiri. Sai come ci si sente, a quattro anni, quando nessuno vuole giocare con te? Quando tutti fanno gruppo e tu ti ritrovi da solo, in un angolo a reprimere le lacrime per non apparire debole? Lo sai?-
Charlie chinò la testa e la scosse lentamente in una risposta negativa. -Io avevo Damian. È stato al mio fianco fin da quando eravamo piccoli. Abbiamo imparato a camminare insieme e...-
-E allora lascia che ti dia una rapida delucidazione: fa schifo. Fa, dannatamente, schifo!- interloquì, Grigory, interrompendo l'avvocato per la terza volta. -Il giorno in cui ci siamo conosciuti, mi hai detto che ero uno di quelli che si comprano il posto negli Helios Rah, palloni gonfiati e figli di papà che ottengono sempre tutto quello che vogliono. Ma tu non hai la più pallida idea di quanto sia stato difficile, per me. Giorno dopo giorno, ho dovuto sempre dar prova di essere all'altezza dell'Ordine. I maestri non facevano altro che sbattermi in faccia il disonore portato dalla mia famiglia e mio padre mi guardava come se l'esilio fosse colpa mia.- Smise di parlare ed iniziò a respirare forte, quasi avesse corso per miglia intere senza fermarsi.
Il Cercatore dagli occhi marroni si rese conto di star male per quel ragazzo dai limpidi occhi color del mare. Vederlo, così debole e sofferente, gli stringeva il cuore, anzi...glielo stritolava proprio ed era dolorosissimo. Fece un passo in avanti per cercare di aiutarlo a calmarsi e per spiegargli che non era mai stata una sua intenzione, quella di ferirlo.
Grigory, però, frappose una mano tra loro e, a testa china, gli ringhiò di andare via.
Charlie fu sul punto di insistere ma, il suo essere avvocato gli suggerì che non era il momento opportuno. Così, senza dire una parola, si voltò ed andò alla cena, sperando che nessuno avesse udito le urla del russo.
Rimasto solo, Grigory, si lasciò cadere a terra. Si rannicchiò in posizione fetale e, senza la minima vergogna, si lasciò sopraffare dal dolore e dal pianto.