Hell's Kitchen, New York, USA
22 Settembre, 1991
È una mattina come tante.
Charlie si sta allenando nella sala d'addestramento del Tempio. È solo e gli piace. Ovviamente apprezza anche la compagnia, ma solo se si limita a quella di Damian. Con gli altri, ha poca confidenza e fanno troppa confusione.
Quella mattina Damian è in ritardo. Non è una novità e lui non si preoccupa; sa che arriverà da un momento all'altro ed inizieranno ad allenarsi insieme.
Nell'attesa, lui fa pratica con il jo*. È un'arma che ha sempre apprezzato ma non saprebbe spiegarne la ragione.
Improvvisamente la porta della sala si apre e Charlie si volta sperando di incrociare lo sguardo del suo miglior amico. Invece, a varcare la soglia e il signor Whistler insieme ad un bambino dalla pelle chiara e i capelli castani un po' troppo lunghi. Sembra una bambina, in effetti, e Charlie tiene a mente quell'ipotesi fin quando l'Anziano Virgo non lo raggiunge e li presenta.
-Ciao, Charlie- esordisce l'uomo -Il tuo amico è di nuovo in ritardo?-
Il piccolo Dalton annuisce con un cenno della testa e l'altro sorride.
-Bene, nell'attesa, ti presento Harlan Stokes. Viene da Ottawa e si fermerà un po' con noi. Ti va se lo lascio con te? Magari vi allenate insieme.-E Charlie annuisce di nuovo, sorridendo al ragazzino appena arrivato. Gli tende una mano e -Io sono Charlie Dalton. Tra poco arriverà anche il mio miglior amico. Nel frattempo possiamo fare un po' di Aikido. Ti va?-
-Va bene- acconsente Harlan con una voce leggera -Anche se sono più per il Muay-Thai, non mi dispiace praticare un po' di Aikido. Diamoci da fare.-
Il sorriso del futuro avvocato si amplia ulteriormente, sentendo di aver trovato un altro buon amico.
***
Hell's Kitchen, New York, USA
28 Novembre, 2010
Seduti ad un tavolo dell' "Hurricane", Charlie non riusciva ancora a credere di trovarsi faccia a faccia con una persona che doveva essere...
-Morto- dichiarò quello, rompendo il silenzio.
Charlie alzò lo sguardo dalla sua tazza di caffè nero bollente e guardò Harlan.
L'altro aveva gli occhi puntati verso il soffitto, poiché era solito dire che se si guardava altrove era più facile raccontare fatti personali. -Ero morto, quel sedici Aprile di cinque anni fa, quando Alimaxya attaccò il Tempio di Ottawa. Ma ero anche felice perché sapevo che mia sorella era al sicuro, con voi.-
Charlie strinse le labbra, costringendosi a non piangere.
-Invece sono tornato a vivere. Non ricordavo di aver morso un vampiro, durante lo scontro. Il suo sangue era ancora dentro di me, al momento del mio decesso e fu proprio lui a venirmi a reclutare.- Fece una pausa e bevve un lungo sorso di caffè.
L'avvocato non parlò, attendendo che il racconto fosse realmente finito. Perché sentiva che, il suo amico redivivo, aveva ancora altro da dirgli.