Una settimana dopo...
La porta si aprì lentamente, scivolando di lato.
-Ehi, sei sveglio?- domandò Charlie, sporgendosi con la testa.
Damian abbassò gli occhi dal soffitto e si issò appena, cercando di assumere una posizione seduta. -Ehi...- disse, senza riuscire a nascondere una lieve smorfia di dolore. Non era la prima volta che si trovava disteso in un letto (o divano) a causa di brutte ferite ed ogni volta, la cosa, lo irritava non poco.
-Come ti senti, oggi?- fu la seconda domanda che l'avvocato fece, avanzando verso il letto con il vassoio per la colazione.
-Dolorante ma bene, grazie- rispose il ragazzo moro -Di sicuro meglio di quando mi avete trovato nel giardino del Tempio.-
Charlie annuì, ricordando bene quanto si fosse spaventato alla vista del corpo immobile del suo miglior amico di sempre.***
Charlie e Grigory hanno lasciato l'aereo e, in sella a due muli, stanno salendo il sentiero che conduce al Tempio del Drago Celestiale.
Il sole brilla nel limpido cielo autunnale ed il freddo li costringe a stringersi nei loro pesanti cappotti.
Grigory è in testa poiché conosce la strada e sprona il mulo ad accelerare il passo.
Charlie cerca di stargli dietro, intollerante a quel freddo atroce al quale non è abituato. Non a caso si è innamorato di una sirena dei mari del sud ed amante dell'estate, proprio come lui.
Non parlano molto durante il viaggio, anzi...non parlano affatto.
Le parole che, Grigory, ha pronunciato poco prima che iniziasse l'atterraggio, sfilano ancora nella mente del giovane Dalton, come un'interminabile carosello colorato.
E lui vorrebbe tanto non rimuginarci sopra, ma sembra che il suo cervello sia andato in pappa e che l'unica cosa a cui riesca a pensare siano quelle stramaledette parole. È completamente assorto nei suoi pensieri quando, il cugino di Arkady lo informa che sono arrivati. Charlie alza gli occhi in tempo per vedere che, i due asini, stanno entrando in una sorta di via secondaria tra due enormi pareti di roccia grigia e gelida. Si sente come schiacciato e china subito lo sguardo, ricacciando indietro quella spiacevole sensazione.
Superata la strettoia, arrivano all'ingresso del Tempio. Scendono dalle cavalcature ed i loro piedi affondano nella neve. Si avvicinano al cancello d'oro, guardandosi attorno con circospezione. La prudenza non è mai troppa e, anche se non percepiscono alcuna presenza demoniaca, non vuol dire che siano al sicuro. Ci sono demoni capaci di nascondere la loro aura e, nel momento in cui la "senti", è già troppo tardi.
Grigory nota che è aperto e, cautamente, entra. Porta una mano sotto il cappotto ed estrae uno dei suoi kukri.
Charlie lo segue, trasmutando la sua penna stilografica in un bastone d'argento.
Senza dire una sola parola, il Cercatore russo fa segno al suo confratello americano di andare sul retro e di tenere gli occhi aperti. L'avvocato annuisce e si allontana, i sensi vigili ed il bastone pronto all'uso. Quando giunge nel giardino, il numero di cadaveri che trova lo disgusta a tal punto che sente di essere ad un passo dal vomitare. Si contiene, sebbene non sia facile, ed avanza cercando di non calpestarli. Sposta lo sguardo in ogni direzione per vedere se c'è qualcuno della squadra di protezione di Nina. Non sembra trovare nessuno ed è sul punto di avanzare verso l'interno del Tempio, quando lo vede. I suoi occhi castani non lo stanno ingannando...quel corpo disteso vicino al grosso albero rinsecchito non può essere altri che Damian.
Corre al suo fianco e si inginocchia mollando la presa sul bastone. -Greg! L'ho trovato!- grida. Poi lo solleva e lo porta all'interno del Tempio.***
-Senti...- esordì Charlie, seduto vicino al letto del suo miglior amico.
Damian mandò giù un boccone e lo guardò in attesa che continuasse a parlare.
-Grigory mi ha detto che mentre ti rimetteva in sesto, ha notato delle cicatrici recenti. Me ne vuoi parlare?-
Il giovane King arricciò le labbra e chinò appena la testa. Sapeva di quali cicatrici parlasse il suo amico ed imprecò mentalmente contro il Cercatore biondo per non essersi fatto gli affari propri. -Quando eravamo in Alaska...- iniziò come infastidito -...Arkady è dovuto partire per Mosca. Suo figlio stava male e lui voleva stargli vicino. Mentre lo accompagnavo in aeroporto, siamo stati attaccati da un piccolo contingente di Imp. Una volta eliminati, pensavamo che fosse finita ed invece sono arrivati due Sparklur. Ho mandato via Arkady e li ho affrontati da solo.-
Charlie sbarrò gli occhi dalla sorpresa. -Cosa?!- esclamò -Scusa, ma non credo di aver capito bene...hai affrontato due Sparklur da solo? Perché? Perché hai mandato via Arkady?-
Damian fece un profondo respiro -Doveva raggiungere suo figlio- disse senza distogliere lo sguardo dal suo amico. -Non potevo permettergli di rischiare la vita con me. Se fosse morto, suo figlio lo avrebbe odiato per sempre.-
Il giovane dai capelli castani fu sul punto di arrabbiarsi moltissimo ma non vi riuscì. Era sempre così, con Damian. Per quanto si sforzasse, non riusciva mai ad essere veramente furioso con il suo più caro amico non "normale".
-So che vorresti esplodere e farmi una sfuriata lunga quanto la lista dei regali di Natale che scrivesti a sei anni, ma ci ha già pensato mio zio- disse con quella faccia da cucciolo di cui Charlie si era innamorato ai tempi del college.
L'avvocato chinò la testa e la scosse lentamente, sorridendo. -Sei terribile, sai?- chiese senza severità.
Damian sorrise di rimando mentre l'amico alzava il viso per far incontrare i loro occhi. -Lo so, me lo dici da quando andavamo all'asilo del Tempio.-
-Beh...eri terribile anche a tre anni- gli fece notare l'altro -Sai che eri un dispotico stronzo?-
A quelle parole il giovane King inarcò un sopracciglio, mantenendo quel suo sorrisetto adorabile ed un po' strafottente. Non rispose. Voleva sentire cosa aveva da dire Charlie.
-Rubavi i giocattoli a tutti i bambini che non ti stavano simpatici, in particolare a...- Il Cercatore dagli occhi marroni si ammutolì di colpo, abbassando nuovamente lo sguardo. Deglutì. -...a Primus.-
Nel sentir pronunciare quel nome, le labbra di Damian si piegarono in un broncio tristissimo.